sabato 3 marzo 2018.
La Giornata del Malato e il motto “Tempo per me, tempo per te, tempo per noi”
di Nicoletta Noi-Togni
Giusto parlare di tempo nella malattia! Giusto perchè i momenti della malattia sono legati al tempo. Tempo per accorgerci della malattia, per odiarla, per accettarla e per conviverci. Tempo per chi è ammalato, per chi lo ama, per chi lo cura, per tutti insomma. Il tempo non è disgiungibile dalla malattia e dal malato. Le notti sono tempo, l’attesa è tempo, le visite sono tempo, la cura è tempo. Anche l’ansia, la paura e il dolore sono tempo. Che non vorremmo avere, che vorremmo finisse. Ma allora, c’è un tempo buono e un tempo cattivo? Si, c’è un tempo buono: quello della guarigione ma anche quello che ti fa sentire chi ami accanto, chi ti cura attento, chi ti tiene la mano amico. C’è un tempo “cattivo”: quello che ti spinge lontano dagli altri, lontano dalla vita, da tutto ciò che è stato tuo, forse nella solitudine. Un tempo che devi però vivere per te e per gli altri cercando di farlo essere il meno “cattivo”possibile. E per questo c’è, ci deve essere, aiuto. Un esempio ci viene dalla cura palliativa. Che copre come un mantello di lana (pallio) la persona ammalata, ma anche la sua famiglia, ne protegge i sentimenti, ne attutisce il dolore. Che richiede tempo ma che può portare verso una fine degna e sopportabile. Con tempo e lontano dall’uscita dal mondo volontaria postulata da chi crede che la vita sia di sua esclusiva proprietà. Cosa che così non è!
Auguro a tutti gli ammalati che la festa di domenica prossima sia un tempo da vivere profondamente, con sè stessi e con gli altri.
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