Matrimoni dei nostri parrocchiani in questo mese:
- Marissa Zoila Moncada Vega e Giuseppe Comensoli (3 dicembre, S. Maria Maddalena in Perù)
- Giorgia Caterino e Marco Mainini (4 dicembre, ore 14.00, S. Vittore)
Ultimamente sono andati dal Signore (Eterno riposo alle loro anime…):
- Fiorella Santi († 12.11.2010)
- Antonio Laghi († 15.11.2010)
- Eleonora Doris Ponzio Delcò († 22.11.2010)
- Benedetto Faillaci († 22.11.2010)
LA STORIA DEL PRESEPE

Il presepe è stato ideato da san Francesco d’Assisi. Nel 1223 egli si rifugiò nell’eremo del Greccio e quindici giorni prima del Natale Francesco chiese al Castellano, Giovanni, di preparare in una grotta la ricostruzione della notte della Natività.
La sera del 24 gli abitanti del luogo, che erano in gran parte pastori e contadini, andarono alla grotta con torce e doni; davanti alla grotta fu celebrata una messa alla quale partecipò come diacono lo stesso san Francesco. Così nacque la tradizione di realizzare il presepe presso le parrocchie e le famiglie cristiane.
IL PROGRAMMA DELLA VISITA PASTORALE
NEL MESE DI DICEMBRE:
Quest’anno desidero non solo benedire le vostre case e pregare insieme con voi, ma anche creare l’anagrafe parrocchiale. La visita incomincia dalle ore 19.10 e termina verso le 22.00 (ogni giorno tranne sabato: 10.00-11.30, 14.00-18.00).
In questa occasione le Messe feriali vengono celebrate alle ore 18.30. E’ stato scelto proprio questo orario, per dare la possibilità a tutti i nostri parrocchiani che durante la giornata magari lavorano o hanno gli altri impegni. In ogni caso si può accordare con me l’orario più comodo.
Vi chiedo intanto di aiutarmi a fare questo servizio uscendomi incontro nei giorni previsti. Sarebbe bello se ogni via scegliesse una persona che mi accompagnasse nel giorno concreto, indicandomi la strada.
La visita prosegue:
- Martedì (30.11) - Maron
- Mercoledì (1.12) - Caraa de Cafa-Prau
- Giovedì (2.12) - Caradela-Guera
- Martedì (7.12) - Guera-Caraa de Guera
- Giovedì (9.12) - Leventin
- Venerdì (10.12) - Bachetari
- Sabato (11.12) - Cornaa-Camosatt-In Riva
- Martedì (14.12) - Riva de Sora
- Mercoledì (15.12) - Casclasc alt
- Giovedì (16.12) - San Fedee
- Venerdì (17.12) - San Fedee
- Sabato (18.12) - Rogg-Törcc-Toveda
- Martedì (21.12) - In Riva
- Mercoledì (22.12) - Belecc
- Giovedì (23.12) - Strada de San Giuli
- Martedì (28.12) - Piazzeta
- Mercoledì (29.12) - Piazzeta
- Giovedì (30.12) - A la Cioldina
La voce dei parrocchiani…
Cosa vuol dire per Lei…
AVVENTO?
Ogni anno, puntuale, l’anno liturgico comincia con l’avvento. Questo è un periodo d’attesa. Ma attesa di che cosa? Mi chiedo ogni volta.
Attesa di Gesù, Gesù che nasce non solo nel piccolo presepe che allestisco a casa, ma nel mio cuore, per illuminare il mio cammino, la mia vita e poi trasmettere questa gioia alla mia famiglia ed anche a chi mi circonda. Questo è l’impegno che prendo ogni volta che si avvicina questo gioioso periodo. A volte i dubbi mi assalgono, riuscirò a non farmi distrarre e sopraffare da tutto quello che mi circonda: le luminarie, i regali, i dolci, il cosiddetto consumismo, dimenticando il giusto spirito dell’avvento. “Gesù é venuto sulla terra per salvarci”.
NATALE?
Questo paese lo conosco dalla vita. Per vedere il Natale, quello consumistico, pieno di luci, di confusione, con i negozi pieni di attrattive bisognava andare almeno a Bellinzona o a Lugano. Nel corso degli anni, le cose sono un po’ cambiate. Roveredo si è ingrandito, sono aumentate le famiglie, e per vedere le luci, la confusione, i negozi, i botti non c’è più bisogno di andare a un altro paese. Infatti Rore si è riempito di luminarie e di Babbo.
Io che sto al contatto con la gente, noto che le persone sono cambiate. Non ci sono più i valori che contano, si va dietro al consumismo, al esteriorità e la gente va sempre di fretta, si è allontanata da ciò che da il senso vero a Natale. C’è comunque una luce nel nostro pese, che è la nostra chiesa, che nel suo piccolo, cerca di far vivere il Natale nel suo pieno valore, che è la nascita di Gesù:
concelebrazioni, iniziative varie, per cercare di accogliere quanti sono sempre più distratte dall’esteriorità. In questa festa, per molti, il grande dimenticato è proprio il Festeggiato: Gesù.

Riflessioni del parroco
AVVENTO ↔ NATALE
Nel ciclo dell’anno liturgico festeggiamo due solennità importantissime per ogni cristiano: la Pasqua e il Natale. Tutte e due feste vengono precedute dagli intensi tempi della preparazione. Alla Pasqua ci introduce la Quaresima, mentre al Natale il periodo d’Avvento. Ci stiamo avvicinando alle feste natalizie perciò questa volta concentriamoci sull’Avvento.
L’Avvento è il periodo che nella liturgia cristiana precede il Natale e segna l’inizio di un nuovo anno liturgico. La parola “avvento” deriva dal latino “adventus” e significa venuta, ed è preparatorio al Natale, o meglio come noi lo indichiamo un periodo di “ attesa “ di una vita nuova, di un tempo nuovo, di un periodo di preparazione alle feste, un periodo allegro, sereno, per vivere in un clima di spiritualità sincera e di amore con il prossimo (marito, moglie, figli, parenti, amici e conoscenti tutti). Noi dobbiamo manifestarci agli altri con una semplicità senza confini, cercare di recuperare quello che fino a oggi non abbiamo fatto, è il regalo più bello che Gesù Bambino ci fa, è proprio quello di vivere le feste natalizie in famiglia, nella nostra comunità, togliendo, buttando via tutto il male che abbiamo fatto o ricevuto e iniziando un tempo nuovo di amore. Dio ci ama a tal punto di aver sacrificato suo figlio per noi. “Io sono tuo Padre e ti amo nello stesso modo in cui amo mio Figlio Gesù” (Giovanni 17,23). Il tempo di Avvento ha quindi una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale in cui si ricorda la prima venuta del figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.
Un momento molto significativo di questo periodo è la sua terza domenica. Il tema dominante di questo giorno è la gioia che dovrebbe caratterizzare ogni cristiano. Tutto ci va bene: soldi, salute, affari, e la vita scorre tranquilla, ma non è questa la gioia di cui stiamo parlando, ma quella che si fonda sull’amore. E’ la gioia cristiana che riempie tutta la nostra vita, con la consapevolezza che esiste un Padre che ci ama. Possiamo perdere tutto: la salute, i soldi, l’amore per un(a) ragazzo/a, l’affetto degli amici, ma l’amore del Padre, che Dio ha per noi, niente e nessuno, potrà mai togliercelo.
Il colore rosa dei paramenti della terza domenica d’Avvento indica che il tempo dell’attesa è quasi terminato, ed incombe ormai, quasi prossimo il raggiungimento della gioia piena, che si identifica nel Padre, che ci ama senza limiti e senza differenze. Non è facile, è vero, ma proviamo a rispondere a Dio con un atteggiamento di fiducia costante, attraverso gesti di carità, senso di giustizia e operosità verso il prossimo, nel quale Dio s’incarna e seppur non si vede. Egli è in ogni povero e bisognoso che sul nostro cammino incontriamo.
Quando termina l’Avvento arriva finalmente il giorno di Natale. Fermiamoci questo giorno innanzi alla grotta per un istante e pensiamo a quel Bambino, nato una fredda notte in una stalla, che si è fatto carico di tutte le nostre colpe, offrendo la sua vita per la nostra salvezza. Il mistero del Natale è tutto qui, non si ferma alla tenerezza di questo Bambino, ma alla consapevolezza, che il suo sacrificio è stato per noi una liberazione di tutti i peccati. Allora rallegriamoci ed eleviamo a Dio le nostre preghiere, suppliche e ringraziamenti.
don Pietro