Il commento si riferisce allo studio del Centro per la democrazia
di Aarau che risponde ad un suo postulato del 2017 in cui si
chiedeva alla Confederazione di verificare se le misure attualmente
adottate per la promozione delle lingue minoritarie siano
sufficienti a raggiungere gli scopi auspicati dalla Legge sulle
lingue.
Lo studio, che si concentra sul Cantone dei Grigioni, mette subito
in chiaro che la situazione delle due minoranze linguistiche è
molto differente: se per il romancio sussiste la minaccia della
scomparsa a breve termine, non è così per l’italiano.
Il romancio infatti soccombe al tedesco nelle stesse zone di lingua
romancia (essendo per lo più i romanciofoni bilingue), mentre
l’italiano persiste come lingua quotidiana e ufficiale nelle zone
italofone, per cui il problema fondamentale in questo caso è la
disparità nell’ambito delle istituzioni cantonali e del settore
pubblico.
Cantone e associazioni linguistiche
Per la conservazione e promozione delle lingue minoritarie il
Cantone deve giocare un ruolo fondamentale, si legge nella
relazione, mentre succede che di regola il tedesco è la lingua
dominante negli uffici cantonali e nel sistema pubblico in
generale.
Sulla base delle risposte degli intervistati lo studio formula
quattro indicazioni per scongiurare la scomparsa, in particolare,
del romancio e promuovere in generale il trilinguismo. In primo
luogo la garanzia di un’offerta di insegnamento bilingue continua.
Secondo: la promozione delle lingue minoritarie anche fuori dal
loro territorio tradizionale, in altri cantoni tedescofoni. Terzo:
rafforzare il plurilinguismo nell’amministrazione cantonale,
garantendo parità di trattamento delle lingue cantonali nell’ambito
del servizio pubblico, anche come criterio per l’assunzione del
personale. Quarto ed ultimo consiglio: Confederazione e governance
in generale dovrebbero intensificare la riflessione in materia di
promozione delle lingue e fissare misure e competenze in maniera
più precisa.
Per quanto riguarda le associazioni linguistiche, il lavoro della
Pro Grigioni Italiano (Pgi) è valutato come complessivamente
positivo: "in generale la Pgi mostra di avere identificato i punti
critici per la lingua italiana nei Grigioni", si legge nella
relazione. "La Pgi - commenta l’associazione in una nota odierna -
auspica che il Gran Consiglio intervenga con forza affinché i
risultati dello studio non restino lettera morta".
La Lia Rumantscha (LR) deve elaborare una strategia politica più
solida per sensibilizzare il settore pubblico e la politica,
elaborare un piano su come il romancio può avere un futuro e quali
costi e misure questo richiederà. Nuova strategia alla quale, ha
riferito il segretario generale dell’associazione al quotidiano
grigionese "Südostschweiz", la LR sta già lavorando da tempo.
Il Cantone, da parte sua, per ora non si sbilancia:
"l’amministrazione è sempre molto attenta e sensibile sul tema del
trilinguismo", ha dichiarato, sempre alla "Südostschweiz", Jon
Domenic Parolini, direttore del Dipartimento cantonale
dell’educazione e della cultura, aggiungendo che "solo dopo
un’attenta lettura ed analisi dello studio il Governo potrà trarre
le necessarie conclusioni".