domenica 23 giugno 2019.
Frana Bondo, ricorso al tribunale contro chiusura inchiesta
(ats) Il legale dei parenti degli otto escursionisti che persero la
vita nella frana di Bondo (GR) ha annunciato un ricorso al
tribunale cantonale contro la decisione della procura grigionese di
chiudere l’inchiesta sulla tragedia del 23 agosto 2017 senza alcun
seguito penale.
In rappresentanza di tredici parenti delle vittime, provenienti da
Germania, Austria e Svizzera, l’avvocato ha annunciato oggi il
ricorso in una comunicazione scritta, che anche Keystone-ATS ha
potuto visionare, al radiogiornale regionale di SRF. Domenica
scorsa, infatti, la "NZZ am Sonntag" aveva riferito che non ci sarà
alcun seguito penale poiché, aveva dichiarato il procuratore
pubblico Maurus Eckert, "l’evento in quel momento era
imprevedibile, motivo per cui nessuno può essere accusato di
negligenza".
Secondo l’avvocato "la procura ha stabilito che la frana non poteva
essere prevista ma allo stesso tempo, già il 10 agosto 2017, dopo
il monitoraggio del Cengalo, gli esperti erano a conoscenza del
fatto che i movimenti della massa rocciosa instabile, secondo le
ultime misurazioni, si erano fortemente intensificati". Il 14
agosto, aggiunge l’avvocato, gli esperti erano quindi giunti alla
conclusione che nelle settimane o nei mesi successivi si sarebbe
probabilmente verificata una grossa frana che avrebbe potuto
raggiungere i sentieri e seppellire le persone nella zona. Era
dunque noto che si sarebbe verificata una frana, ma non esattamente
quando, conclude l’avvocato.
Secondo il legale non sarebbe stato responsabile lasciare aperti i
sentieri, considerando la possibilità che una grande frana si
sarebbe potuta verificare senza preavviso alcuno. In tal senso, per
l’avvocato, le misure preventive di sicurezza non sarebbero state
sufficienti nonostante l’evento fosse prevedibile per grandezza e
possibili effetti. È compito di un tribunale, conclude l’avvocato
nella comunicazione, stabilire se sussista un comportamento
penalmente rilevante.
Quel 23 agosto 2017 gli otto escursionisti stavano percorrendo il
sentiero ai piedi del Piz Cengalo quando tre milioni di metri cubi
di roccia si sono staccati dalla montagna precipitando a valle, in
una delle più grandi frane degli ultimi 130 anni in Svizzera. La
procura aprì un’inchiesta per accertare se ci fossero state carenze
da parte delle autorità nelle comunicazioni al pubblico sui
pericoli nella zona.
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