martedì 7 luglio 2020.
Società impresari costruttori minaccia espulsione aziende Moesa
(ats) Tolleranza zero da parte della Società svizzera degli
Impresari-Costruttori (SSIC) e della corrispondente costola retica
(Impresari costruttori grigionesi, SIC GR) nei confronti di accordi
cartellistici nel settore degli appalti: se i sospetti che
concernono le aziende attualmente sotto inchiesta nella regione
Moesa si riveleranno fondati scatterà l’esclusione dalle
organizzazioni.
L’indagine in corso della Commissione della concorrenza (Comco)
concerne tre ditte, due delle quali sono membri della SIC GR e al
contempo dell’associazione nazionale, spiegano in un comunicato gli
impresari, che si dicono "colti di sorpresa", soprattutto dopo i
procedimenti conclusi in Engadina, "da cui il settore delle
costruzioni ha imparato la lezione".
"La SIC GR e la SSIC si distanziano chiaramente da qualsiasi
accordo sugli appalti e sostengono espressamente la concorrenza
leale e conforme alla legge, a parità di condizioni per tutti gli
offerenti", scrivono nella nota. Negli ultimi anni le associazioni
hanno compiuto diversi passi e nell’assemblea generale tenutasi a
Scuol il 26 aprile 2019 i membri della SIC GR hanno adottato
all’unanimità un codice di condotta che al primo posto vede il
rispetto del diritto della concorrenza.
Nell’attuale procedimento relativo ai Grigioni italiano vale il
principio della presunzione di innocenza, ricordano le
organizzazioni. Alla luce degli insegnamenti tratti dal recente
passato una eventuale violazione della concorrenza sarebbe però
inaccettabile sia per la SIC GR che per la SSIC, motivo per cui le
imprese inadempienti dovrebbero fare i conti con l’esclusione dalla
rispettiva associazione sia a livello cantonale che nazionale.
"Se le infrazioni fossero davvero confermate, ne saremmo
estremamente irritati", afferma il presidente degli impresari
retici, Maurizio Pirola, citato nel comunicato. "Sarebbe
inaccettabile se, dopo tutti gli sforzi profusi, ci fossero ancora
imprese che si comportano in modo scorretto, causando così
ulteriori danni all’immagine di un settore che ora ha davvero fatto
i compiti".
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