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Editoriale
venerdì 18 settembre 2020.
Galleria San Fedele di Roveredo sotto la lente!

A circa quattro anni dalla sua inaugurazione e dopo sei incidenti gravi, uno purtroppo con un morto, finalmente la politica si è mossa.
Una lettera firmata dai tre grancosiglieri Manuel Atanes, Samuele Censi e Nicoletta Noi-Togni, ha destato l’interesse dei piani alti della politica!

Fin dall’inaugurazione diverse voci si erano levate contro una galleria che si apprestava a diventare famosa per la sua pericolosità!
Anche ilmoesano.ch aveva sollevato in più occasioni la questione ma la cosa sembrava non interessasse nessuno nonostante gli incidenti si ripetessero a cadenza quasi regolare!
L’ultimo, nel quale è rimasto coinvolto il giocatore Raffaele Sannitz dell’ HC Lugano, ha finalmente smosso le acque e forse adesso si comincerà a pensare ad una soluzione rapida e speriamo definitiva!
La nuova galleria avrebbe dovuto rendere più sicura la circolazione ma così non è stato perché, come dimostrano gli incidenti avvenuti, non sono le limitazioni o le multe a rendere più sicura la circolazione ma la bontà dei manufatti che devono essere progettati a misura d’uomo, nel senso che devono tener conto, come già scritto altre volte, del fattore umano!
L’automobilista non è un robot e anche se tende a rispettare le regole, a volte può capitare che abbia uno svenimento, un infarto, un colpo di sonno, una distrazione o qualsiasi altro incoveniente e all’improvviso tutte le regole vanno a farsi benedire!
Con un doppio tunnel gli scontri frontali non sarebbero stati possibili per cui i sei incidenti non sarebbero mai avvenuti, una vita sarebbe stata risparmiata insieme a tutte quelle spese che ad ogni incidente bisogna sostenere! Molti automobilisti della regione preferiscono circolare sulla cantonale piuttosto che usare la galleria, questo fatto, da solo, dovrebbe spingere chi di dovere a correre ai ripari e velocemente per consegnare finalmente ai moesani una strada sicura che loro, i moesani, possano sentire di loro proprietà!


Giuseppe Russomanno
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Chiusa in casa

Chiusa in casa
mia madre
tagliava e cuciva camicie:
le cose imparate nel giovane sogno
divennero pane, formaggio ed alici.
Mio padre era morto da un anno.
Noi tre portavamo più avanti
una guerra finita.


Vito Maida (poeta soveratese, 1946/2004) 
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