giovedì 1 ottobre 2020.
BREVISSIME DALLA MESSA SERALE DEL SABATO
di Teresio Bianchessi
Anche la Chiesa ha dovuto adattarsi alle regole di sicurezza per proteggere i suoi fedeli scombussolando comunque abitudini e gesti consueti. (ndr)
Prediligo quella della domenica mattina, perché domenica è sempre domenica, o forse non più?
Sta di fatto che dopo l’applicazione delle nuove regole imposte dalla curia milanese che mi avevano creato inquietudine domenica scorsa, mia moglie ed io abbiamo deciso, prima di tornare alla messa in tv, di provare a partecipare a quella del sabato delle 18.
Ancora novità: all’ingresso i volontari aprono loro la porta e i foglietti della celebrazione ce li porgono lì fuori dalla chiesa.
La sorpresa che però più mi ha confuso è stata quella di vedere il nuovo vistoso cartello a colori che avvisa che è vietato inginocchiarsi.
Scatta un pensiero nefasto… tanto ci pensa Covid-19 a piegarci.
Il motivo ci viene spiegato durante la celebrazione: se il fedele davanti resta in piedi e quello dietro si inginocchia salta il distanziamento.
C’è meno gente ma noto che stasera il Parroco è meno brillante, non toglie la mascherina nemmeno durante la predica, non così domenica scorsa, la scosta solo per comunicarsi e bere dal calice.
La stragrande maggioranza dei fedeli presenti si può tranquillamente catalogare nella fascia di cittadini più a rischio e il risultato tangibile è che in chiesa c’è un silenzio imbarazzante, credo che la mente di tutti sia affaticata dai messaggi di insicurezza che arrivano da ogni dove, ora anche a messa.
La predica è breve ma esemplare: dobbiamo amare Dio, il prossimo e noi stessi in egual misura ed è lo stesso sacerdote che ci invita ad un sano egoismo perché, dice, non si può voler bene né a Dio né al prossimo se prima non si ha cura della propria vita.
Sarà la fatica pesante di questo inverno.
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