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Cultura
mercoledì 7 ottobre 2020.
PANDEMIA: IL CALCIO NON VUOL CAPIRE
di Teresio Bianchessi

Pubblichiamo alcune considerazioni del nostro amico scrittore Teresio che, questa volta, si sofferma sul mondo del calcio!

Juve - Napoli sarà 3 a 0, a tavolino.
Le vittorie a “tavolino” vengono assegnate per gravi irregolarità da parte di una delle due squadre come per esempio schierare atleti non ancora tesserati o squalificati; può accadere anche per un blackout elettronico di cui si reputa responsabile la società ospitante o, ancora, a causa di un oggetto contundente, magari una monetina, lanciata dagli spalti e che colpisce un giocatore avversario.
La colpa del Napoli?
Non essersi presentato domenica alle 20,45 all’Allianz Stadium di Torino perché fermato dalla ASL campana a causa di alcuni giocatori del club che in settimana erano risultati positivi al test del Covid - 19.
Il Genova invece, la settimana prima, con mezza squadra contagiata, a Napoli c’è andato, ha buscato 6 gol, se n’è tornato in Liguria con le pive nel sacco contagiando però il Napoli.
Questa domenica, sempre il Genova, avrebbe dovuto giocare a Torino ma, trovandosi in quarantena, si è avvalso del bonus della Lega, unico per tutta la stagione, e ha ottenuto il rinvio della partita.
E la Juve?
Domenica sera il pullman con la squadra si è presentato regolarmente allo stadio e Agnelli, il Presidente, ha detto che la società ha rispettato diligentemente il protocollo che la Lega Calcio ha emanato per questi tempi di pandemia e che sommariamente recita: “…se c’è caso di positività, tutto il gruppo va in isolamento fiduciario presso una struttura concordata con l’autorità territoriale. Una volta che si entra nella struttura designata, la squadra entra in questa bolla… Ci si allena, si gioca, in casa e in trasferta, tutto è perfettamente normato. Quello che è l’ultimo elemento puramente didattico, è che l’ASL interviene quando i protocolli non vengono osservati…”
Molto semplice conclude il Presidente della Juve, quindi in una squadra chi è contagiato sta nella “bolla” e se c’è il numero sufficiente di giocatori sani da formare una squadra si gioca, e aggiunge: “… è evidente che una squadra che non si presenta non dà una bella immagine del nostro calcio…”.
Possibile? Forse del calcio, non quella di un paese che si è dimostrato disciplinato e che viene elogiato per aver saputo tutelare, più di altri, i propri cittadini dalla pandemia.
Povero calcio che antepone le pay tv alla salute!
Quello che poi mi ha fatto titolare: “Il calcio non vuol capire” è il comportamento dei protagonisti: giocatori, allenatori, massaggiatori, accompagnatori, addetti stampa.
Quanti senza mascherina e che spettacolo in campo: giocatori che si sputano addosso, ringhiano bocca a bocca, si spintonano durante l’incontro, poi, a fine partita, tutti ad abbracciarsi, scambiarsi pacche, qua la mano.
il distanziamento? La prudenza? Non li riguarda!
Ma come, il governo sta per varare nuove regole restrittive e una vetrina importante come il calcio che potrebbe dare una mano a convincere la gente a rispettare le regole per uscire quanto prima da questa cattività, sbaracca in questo modo?
Il calcio mi ricorda il mondo dei “potenti/prepotenti”, i nomi vi verranno subito in mente, sono quelli che hanno blaterato negazionismo, minimizzato, salvo poi far pagare ai loro paesi prezzi salatissimi e finendo loro stessi col pagare dazio.
Come finirà Juve - Napoli? Vincerà la Lega calcio o la salute pubblica?
Doverosa una precisazione finale: i nomi delle squadre, mi vien da dire, sono puramente casuali, legati ai primi episodi del campionato, perché questo andazzo è comune a tutto il mondo del pallone.

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Chiusa in casa

Chiusa in casa
mia madre
tagliava e cuciva camicie:
le cose imparate nel giovane sogno
divennero pane, formaggio ed alici.
Mio padre era morto da un anno.
Noi tre portavamo più avanti
una guerra finita.


Vito Maida (poeta soveratese, 1946/2004) 
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