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Cultura
domenica 10 gennaio 2021.
FESTE PANDEMICHE
di Teresio Bianchessi

Con l’arrivo dei Re Magi le feste finiscono e l’indomani si possono levare addobbi alle porte, riporre nelle scatole le statuine del presepe e le palline dell’albero.

Negli anni addietro questo momento coincideva con una disputa con mia moglie perché faticavo a distaccarmi dalla tenerezza della natività, dai pastori, dalle pecorelle; quest’anno non ho opposto resistenza e già la sera del sette gennaio deponevo tutto ordinatamente sullo scaffale in cantina.
Natale pandemico, feste tiepide, saluti, brindisi e tombole collegati in zoom, regali ai nipoti lasciati in portineria, messa natalizia davanti al televisore, pranzo di Natale in solitudine e bollettini serali a spegnere improvvidi entusiasmi.
Quello però che più mi ha sconcertato è stata la sensazione di feste schive, scivolate via frettolose; ieri ho appeso il calendario dell’avvento e già Gaspare Melchiorre e Baldassare si sono allontanati da Gesù?
Di certo i giorni sono stati numericamente tanti quanto gli scorsi anni, diverso però il nostro stato d’animo caratterizzato da una inconscia quanto sacrosanta voglia di spingere più lontano e più in fretta possibile questo tanto indesiderato tempo pandemico.
Che anche le feste, allora, si allontanino più in fretta possibile perché, nascosto nel nostro cuore è acceso e aspetta di diventare fiamma, il lumicino della speranza aiutata ora anche dall’arrivo dei vaccini.
Gesù Bambino fa che sia così e vedrai che il prossimo Natale ci ritroverai di nuovo tutti davanti alla tua culla col sorriso sulle labbra.

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“Il soldato prega più di tutti gli altri per la pace, perché è lui che deve patire e portare le ferite e le cicatrici più profonde della guerra.”

Douglas Macarthur

 
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