Le diverse varianti rappresentano infatti globalmente l’80% delle
nuove infezioni, ha specificato Mathys nel corso dell’ormai
consueto appuntamento con gli esperti della Confederazione. In
totale, i casi legati a queste mutazioni sono oltre 17’000. È
confermato che quella cosiddetta britannica, preponderante in
Svizzera, è più contagiosa e può portare a decorsi più gravi, ha
aggiunto il funzionario.
Terza ondata? Presto per dirlo
"Lo sviluppo dell’epidemia è incerto", ha continuato Mathys,
precisando che il numero di casi sta continuando ad aumentare e che
il Paese potrebbe essere all’alba della terza ondata, anche se ciò
non è al momento chiaro. In ogni caso, rispetto alla settimana
scorsa è evidente come la curva dei contagi sia risalita.
Le notizie preoccupanti non finiscono qui. "Purtroppo i ricoveri
ospedalieri non sono più in calo come prima", ha detto ancora
Mathys. E pur se non si registra una sovramortalità, anche il
numero dei decessi ha smesso di scendere. Tuttavia, quello dei
pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva rimane basso, ha
rassicurato Rudolf Hauri, presidente dell’associazione dei medici
cantonali.
Stando a Mathys, la nuova strategia dei test dovrebbe fornire un
contributo significativo al contenimento della pandemia. Speranza
arriva anche dalle vaccinazioni, pur se la mancanza di dosi per la
fascia d’età 50-70 anni permane un problema, ha fatto notare. A suo
giudizio è però realistico pensare che entro fine giugno chiunque
lo desideri venga immunizzato, come vuole il Consiglio federale.
Stuzzicato sull’argomento, l’esperto non si è invece voluto
sbilanciare sulle ipotetiche riaperture che il Governo sta
valutando, trincerandosi dietro un diplomatico "non spetta a me
decidere".
Tre pilastri
Fosca Gattoni, della sezione diritto in materia di agenti
terapeutici dell’UFSP, ha illustrato la strategia relativa ai test,
che ora si fonda su tre pilastri. Il primo, immutato, si concentra
sulle persone sintomatiche. Il secondo prevede test di massa e
ripetuti sul posto di lavoro, nelle scuole e nelle case di cura.
L’obiettivo è testare settimanalmente il 40% della popolazione
"mobile".
Il terzo pilastro, novità da lunedì, presuppone esami gratis
individuali preventivi per tutti. I test fai da te dovrebbero
invece essere disponibili in farmacia da aprile. A una domanda
diretta di un giornalista riguardo alla mancanza di forniture
lamentata negli scorsi giorni dal Ticino, la rappresentante
dell’UFSP ha assicurato che "i kit ci sono, arriveranno". "Bisogna
però coordinarsi", ha puntualizzato Gattoni.
Modello grigionese
All’odierno incontro con i media ha partecipato anche Martin
Bühler, capo dello Stato maggiore di condotta dei Grigioni, cantone
pioniere per quanto riguarda i tamponi a tappeto effettuati sui
cittadini. Si tratta in poche parole dell’uomo che ha plasmato
l’aggressiva strategia di test che il governo federale e gli altri
cantoni hanno preso come modello.
Nonostante l’arrivo dei turisti, le infezioni nei Grigioni hanno
ristagnato, ha dichiarato Bühler. Grazie ai test preventivi su
ampia scala è stato infatti possibile intervenire più velocemente e
fermare la propagazione del virus.
"I test stanno attirando grande interesse", ha detto Bühler. Tutti
vogliono dare il proprio contributo nella lotta all’epidemia. Nel
dettaglio, prendono parte alla strategia più di 140 scuole retiche
(con oltre 20’000 fra studenti e insegnanti) e centinaia di
aziende. I casi di Covid-19 rilevati in persone asintomatiche sono
per ora 131.