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Regionale
lunedì 19 aprile 2021.
Museo Moesano: “I lavori del passato al ritmo delle stagioni”
di Lino Succetti



In primo piano alcuni utensili adoperati nel vigneto, davanti alla ricostruzione di un impianto di vigna tradizionale effettuato per la mostra da Elvino Tamò

Come annunciato sul proprio sito https://museomoesano.ch , dopo la pausa invernale, il Museo Moesano ha dato nuovamente il benvenuto a San Vittore nel Palazzo Viscardi con un pomeriggio delle porte aperte, domenica 18 aprile 2021.

Oltre alle molto ben curate sezioni permanenti del museo (etnografia, Magistri moesani, archeologia), il pubblico può visitare la nuova mostra temporanea allestita proprio per la riapertura annuale, dedicata alla memoria dei Lavori del passato al ritmo delle stagioni, che sarà accessibile durante gli orari d’apertura del Museo (mer. ven. dom. dalle 14 alle 17) fino a domenica 20 giugno 2021. In ottobre la mostra verrà riproposta in relazione ai lavori agricoli che si svolgevano in autunno e in inverno.

Grazie agli oggetti scelti tra quelli della collezione del museo, oltre al prezioso contributo etnografico di alcuni privati, il realizzatore della mostra Elvino Tamò, affiancato dai responsabili del museo e con la collaborazione di Ermanno Lauber, è riuscito a proporre un interessante viaggio nel tempo, alla scoperta della cosiddetta cultura materiale del passato, mostrando diversi attrezzi di lavoro e gli utensili della vita quotidiana nella coltivazione della vigna, durante la fienagione e nell’attività casearia sugli alpeggi. Il tutto, presentato con cura, comprese le diciture in dialetto, per far conoscere come si svolgevano la vita e le attività lavorative tipiche dei tre temi presentati, per parte dei visitatori un ricordo delle vecchie tradizioni rurali del nostro territorio e per le giovani generazioni una possibilità di scoperta di un mondo a loro sconosciuto. Una mostra che permette di ripercorrere interessanti aspetti del passato che caratterizzò la vita di molte famiglie dedite ai lavori agricoli seguendo i ritmi delle stagioni. Molti degli oggetti presenti nella mostra sono oggi scomparsi o tutt’al più rimane una testimonianza quale documento di un’epoca e di una civiltà rurale, sostituita man mano nel corso degli anni dai vari processi di modernizzazione.


Numerosi gli oggetti inerenti la produzione casearia in mostra, dal “presséll”( asse su cui si poggiava il formaggio appena levato dalla caldaia per farlo sgocciolare) in primo piano alla caldaia “caldéra” sullo sfondo

Molti gli oggetti etnografici in mostra, ne elenchiamo alcuni a mo’ d’esempio: per la viticoltura partendo dal piccolo utensile “el podrèsc”(roncolo a serramanico), coltello ricurvo per la potatura delle viti, fino al grande impianto “el tòrcc” (torchio) per la spremitura delle vinacce (ne è presente uno dei cinque che si trovavano a Roveredo, “el tòrcc de Carassòo”, con un imponente trave principale pressante, proprio di fronte all’ingresso del Museo).



Particolare del torchio “Tòrcc de Carassòo”

Durante la fienagione dominavano la “falcc” detta anche “ranza” (falce fienaia), “el rastéll” (rastrello), “la forchèta”(forca da fieno), “el gambacc” (specie di gerla grande con intreccio largo) per raccogliere il fieno.



Alcuni attrezzi usati per la fienagione del passato. Sulla barella orizzontale in legno, portata da due persone, veniva trasportato qualsiasi carico. (Foto Lino Succetti, dai Monti di Montoi – territorio di San Vittore)

Per la trasformazione del latte in prodotti caseari, oltre a “la caldéra” (caldaia) e la “conca” (grande bacile di rame stagnato per la scrematura el latte), citiamo “el presséll”, asse su cui si poggiava il formaggio appena levato dalla caldaia per farlo sgocciolare, la “penàgia” (zangola), per metterci la “fiòra” (panna) e ottenere el “butér” (burro).



Preparazione del burro con la zangola “penàgia” in una diapositiva di tanti anni fa scattata sul monte sanvittorese di Nadro, sponda sinistra della Moesa, monte sul quale, unitamente al vicino Montoi, pascolavano ancora le vacche prima della salita e poi al ritorno dall’alpe fino alla ridiscesa invernale al piano. (Foto Lino Succetti)

Tutti testimoni delle attività produttive di una vita ritmata dalle attività agricole stagionali, aspetti di un mondo rurale che le seguenti innovazioni tecnologiche hanno destinato ad un sempre più marcato abbandono, comprese le tecniche di lavorazione e di trasformazione del prodotto stesso.

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Le religioni sono strade diverse che portano allo stesso punto. Che importa se facciamo strade diverse, finché raggiungiamo tutti la stessa meta?

Gandhi

 
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