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Lettere dei lettori
martedì 20 aprile 2021.
PANDEMIA: VACCINI e RIABILITAZIONE
di Teresio Bianchessi

E venne finalmente il giorno della prima somministrazione del vaccino, naturalmente per me e mia moglie e per tutti gli over ’60: AstraZeneca. Si perché in Italia dopo tanti tentennamenti han deciso che è quello il vaccino da somministrare alle categorie deboli, quello che inizialmente era riservato ai giovani.

Poi notizie contradditorie, tentennamenti anche a livello europeo là dove il vaccino in questione è stato sospeso, addirittura ritirato in certi stati dell’unione.
Noi, marchiati come “categoria fragile”, timori ne abbiamo avuto, c’è chi, preso dai dubbi, si è ritirato dalla lista di prenotazione.
Il governo però tranquillizza tutti con una affermazione lapalissiana, semplice quanto d’effetto: i benefici sono superiori ai rischi.
Di sicuro sarà così, però quante tensioni inutili, quanti brutti pensieri han creato in noi anziani.
L’ago comunque è penetrato, il secondo richiamo ai primi di luglio e questo apre un lungo periodo d’incertezza soprattutto in merito al grado di protezione da contagio e la mia generazione già ha capito che è meglio usare ancora le precauzioni seguite sin qui.
Poi?
Poi ci sarà bisogno di “riabilitazione” perché non sarà così semplice ritornare alla vita normale, ce ne siamo accorti mia moglie ed io che, prima di essere vaccinati, ipotizzavamo finalmente attimi di libertà, ma subito dopo siamo tornati allo schema di vita controllata di quest’ultimo anno.
A luglio?
Al cinema? Al ristorante? In viaggio? Cene con amici?
Dopo, dopo, dopo e la riabilitazione sarà lenta e faticosa quanto la ripresa economica.

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“Il soldato prega più di tutti gli altri per la pace, perché è lui che deve patire e portare le ferite e le cicatrici più profonde della guerra.”

Douglas Macarthur

 
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