La Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) ha presentato la sua
seconda e ultima relazione sulla vicenda la settimana scorsa. Da un
lato, ha stabilito che né l’amministrazione né il Governo erano
attivamente coinvolti nei cartelli. Dall’altro però, essi avevano
da tempo il sospetto che nell’industria della costruzione ci si
accordasse sui prezzi e non hanno fatto nulla al riguardo.
Alla fin dei conti, la CPI ha rilevato solo una violazione dei
doveri d’ufficio imputabile a tre quadri dell’Ufficio tecnico
cantonale. Essi non hanno reagito adeguatamente alle indicazioni
dell’informatore Adam Quadroni, precedentemente membro del cartello
dell’Engadina Bassa.
Accuse gonfiate
"La posta in gioco è il ripristino della fiducia della gente nei
confronti delle istituzioni cantonali", ha affermato oggi il
capogruppo del Centro Martin Bettinaglio sulla questione. La CPI
non ha trovato prove di infiltrazioni tra politica e imprese edili,
ha aggiunto il rappresentante della più grande frazione in
parlamento, ammettendo però che le carenze venute a galla mostrano
che si sarebbe dovuto fare meglio.
Anche i gruppi dei partiti di destra hanno sottolineato come il
Cantone sia stato riabilitato dall’inchiesta. "I Grigioni non sono
corrotti", ha affermato la liberale-radicale Vera Stiffler,
parlando di accuse "gonfiate" di PS e parte dei media. Siamo ben
lontani dal sistema mafioso evocato, le ha fatto eco a nome
dell’UDC Valérie Favre Accola.
Pessimo comportamento
In casa socialista invece, il rapporto della CPI è stato percepito
in maniera diversa. "Viene dipinto un quadro morale che non è
bello", ha detto il capogruppo Lukas Horrer. Esso porta alla luce
un comportamento nell’amministrazione caratterizzato dal voltarsi
dall’altra parte, ha stigmatizzato.
Secondo Horrer inoltre, il Governo deve ora considerare la completa
riabilitazione del whistleblower Quadroni, sia scusandosi che
tramite un risarcimento. È vero che questi ha partecipato ad
attività criminali, ma ha anche fatto di tutto per informare il
pubblico sugli accordi a tavolino riguardanti i prezzi
nell’edilizia.
Governo: errori, ma siamo vittime
Oltre ai parlamentari, oggi pure l’esecutivo retico ha commentato
in Gran Consiglio il rapporto, elogiando il lavoro della
commissione per aver aiutato a ricostituire la credibilità
dell’amministrazione di tutto il Cantone. Non si può indorare la
pillola, ha comunque ammesso il presidente del Governo Marion
Cavigelli, dato che fino al 2012 indicazioni e sensazioni non sono
state seguite con sufficiente coerenza.
La cattiva condotta da parte dei dipendenti dell’Ufficio tecnico ha
fatto sì che non sia stata messa immediatamente fine ai cartelli,
ha deplorato il politico. In passato, ha aggiunto, la lotta agli
accordi sui prezzi non era considerato un compito centrale. Ma è
importante che il Cantone sia pronto a imparare dagli errori, ha
ammesso Cavigelli.
Coira ha già preso provvedimenti per evitare l’emergere di un
cartello o per individuarlo in breve tempo, ha continuato il
presidente del governo, assicurando che ora l’esecutivo esaminerà
le raccomandazioni della CPI.
Cavigelli ha inoltre avuto intensi colloqui con i quadri
dell’Ufficio tecnico accusati di violazioni e ha chiarito le sue
aspettative senza mezzi termini. Tuttavia, in questa vicenda, "il
Cantone e i suoi impiegati non sono colpevoli, bensì vittime".
Riguardo a Quadroni infine, Cavigelli ha detto che l’informatore
"merita rispetto, riconoscimento e gratitudine". Il Governo intende
esprimergli tutto ciò attraverso una lettera.