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Lettere dei lettori
mercoledì 14 luglio 2021.
L’ITALIA CONQUISTA L’EUROPA - Cosa mi sento di dire
di Teresio Bianchessi

Pubblichiamo la lettera del nostro caro lettore ed amico Teresio, lettera in cui parole come rispetto, armonia, famiglia, autorevolezza, equità ed abnegazione trovano il loro vero significato, significato che spesso viene distorto a favore di teorie di falso utilitarismo.

Domenica sera la sofferenza è stata tanta quanto la gioia; il goal degli inglesi a gioco appena iniziato ha bloccato la digestione a tutti gli italiani e il rigore sbagliato da Jorginho ha buttato nello sconforto il paese intero risollevato infine dalle prodezze di Donnarumma.
Dopo 53 anni la Nazionale Italiana si laurea campione d’Europa, credo meritatamente, e c’è da chiedersi come, ripensando che solo tre anni prima era stata estromessa dai mondiali.
Io che non sono né critico, tanto meno esperto di tattiche, credo di aver individuato, e non da ora, gli ingredienti del successo che provo ad elencare.
Non si può che iniziare dall’allenatore.
Roberto Mancini ha accettato l’incarico, lo ricordo bene, non per ripiego ma per convinzione rinunciando ad ingaggi faraonici ricevuti da squadre europee perché stanco di peregrinare lontano da casa e certamente perché convinto della qualità dei giovani talenti che aveva potuto osservare e sui quali aveva un suo ambizioso progetto.
Non è un inizio da poco.
Da subito ha inculcato un concetto fondamentale nella testa di questi giovani:
Tutti i convocati sono titolari, di volta in volta undici entrano in campo. Sembra la scoperta dell’acqua calda, in realtà, fatto digerire il concetto ai ragazzi, non ci sono state più polemiche né gesti clamorosi al momento delle sostituzioni che han visto uscire dal campo anche campioni come Barella, Verratti, Immobile, Insigne.
Smorzate così le rivalità che guastano lo spogliatoio.
L’allenatore ha dimostrato anche concretezza e ogni volta che un telecronista gli ricordava che aveva uguagliato e superato record storici di risultati utili come quelli di Pozzo negli anni ’30 o di Lippi, rispondeva infastidito che lui al momento non aveva vinto niente.
C’è poi Coverciano, casa degli azzurri; la scelta insolita di rientrare lì dopo aver giocato a Monaco o a Londra, credo sia stata vera sottile strategia: si ritorna a casa ragazzi dentro le mura domestiche, nell’ordinario, con le regole del nostro convento, per preparare la nuova sfida.
Roberto Mancini ha ottenuto tutto questo senza alzare la voce, con autorevolezza, grazie alle sue capacità tecniche, tattiche, umane.
Ha saputo creare più che un gruppo, una famiglia, circondandosi anche nello staff dirigenziale di amici di lunga data.
Io da giovane ho giocato tanto al pallone e quello che ricordo con maggior piacere, oltre alle vittorie che sono arrivate, è lo spogliatoio, gli amici con i quali con un solo sguardo d’intesa si creava solidarietà, forza, armonia.
Quella che tutti riconoscono a questa nazionale che al momento delle premiazioni cede il passo allo sfortunato Spinazzola che sale sul podio con le stampelle accompagnato dai cori di incoraggiamento dei compagni.
L’Italia ora è in delirio, il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio hanno ricevuto a Palazzo la squadra.
Chissà che ne seguano l’esempio, che anche la politica comprenda che le vittorie arrivano con il gioco di squadra a patto che regni rispetto, serietà e armonia.
Viva L’Italia Campione d’Europa, ma che non si esageri con le celebrazioni, questi ragazzi hanno vinto, se pur prestigioso, un torneo di calcio, non hanno sconfitto la pandemia o la fame nel mondo.
Per finire complimenti alla sorprendente Svizzera, indimenticabile l’impresa con la Francia e non per i rigori, ma per i due goal recuperati!

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È domenica

È domenica
e scendo queste scale,
e come un cane fiuto a queste porte
il solito, indistinto cucinìo condominiale.
Porto con me, ancora non so dove,
un giorno rosso della settimana,
forse un Natale,
con mia madre che gira il suo ragù
e le campane così forti e vive
che ogni casa sembrava un campanile.


Vito Maida (poeta soveratese, 1946/2004) 
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