(ats) Invece di sparare ai lupi e agli orsi, questi grandi
predatori dovrebbero essere i portabandiera di un ecoturismo di
alta gamma ed essere ad esempio gli obiettivi di safari alpini. È
la tesi sostenuta da Jürg Schmid, ex direttore di Svizzera Turismo
e attuale presidente di Grigioni Vacanze. Lo specialista, più in
generale, invita a battersi per la conservazione della natura, la
principale risorsa del turismo elvetico.
"Il dibattito politico sul lupo non crea alcun valore aggiunto per
il turismo", scrivono Schmid e Chantal Cartier, dell’agenzia di
marketing e comunicazione Schmid Pelli Partner nello studio Chance
Landschaft - eine touristische Potenzialbetrachtung (Il paesaggio
come opportunità - una valutazione del potenziale turistico), di
cui rende conto oggi la SonntagsZeitung. Il lavoro è stato
realizzato su mandato dell’Ufficio federale dell’ambiente.
"Gli svizzeri vanno a fare safari all’estero o a fare tour per
osservare delfini e balene, ma in Svizzera non c’è quasi nulla di
paragonabile per la nostra fauna", dice al domenicale l’ex
direttore dell’ente di diritto pubblico chiamato a promuove la
domanda di viaggi e vacanze nella Confederazione.
Nulla per turismo di alta gamma
La mancanza di offerta è particolarmente palese nel segmento del
turismo di alta gamma. Eppure le esperienze di natura sostenibile
sono più richieste che mai, si dice persuaso il presidente
dell’organizzazione di marketing turistico dei Grigioni.
"Apparentemente c’è un cliché diffuso secondo cui gli ecoturisti
possono e vogliono spendere poco". Diversi studi dimostrano però il
contrario. I turisti orientati alla natura possono permettersi un
alloggio migliore e utilizzano gli impianti di risalita più degli
altri ospiti. Il mito secondo cui con il paesaggio non si possano
fare soldi persiste ed è falso, sottolinea Schmid.
Per un turismo sano, una natura sana
Lo studio può anche essere letto come un allarme. A causa della
crescita della popolazione, dell’aumento della mobilità, del
crescente sviluppo edilizio, dell’agricoltura intensiva e della
crescita del turismo, l’unico capitale turistico della Svizzera -
la natura e il paesaggio - è sotto pressione, si desume dallo
studio.
È vero che gli operatori turistici sono consapevoli dell’alto
valore e dell’immensa importanza del paesaggio. Tuttavia, non
riconoscono sufficientemente i benefici della natura protetta
perché la danno per scontata. Molti percepiscono addirittura la
conservazione della qualità del paesaggio come una minaccia allo
sviluppo del turismo.
No a proliferazione di funivie
Schmid è ad esempio scettico su nuovi progetti di impianti di
risalita. Queste infrastrutture sono utilizzate al massimo delle
loro potenzialità solo in alcuni giorni: non c’è quindi bisogno di
una maggiore capacità. E la crescente urbanizzazione delle Alpi con
attrazioni da brivido deve essere fermata. "Sono critico nei
confronti delle scenografie artificiali nel paesaggio. Dobbiamo
costruire ponti sospesi e ’tyrolienne’ ovunque? No. Non dobbiamo
fare delle Alpi un luogo di divertimento", dice Schmid.
Le tesi dell’ex direttore di Svizzera Turismo sono accolte
piuttosto negativamente dal settore. La SonntagsZeitung ha parlato
con una dozzina di manager del turismo di diverse regioni: con
l’eccezione dei Grigioni, le reazioni sono negative.