venerdì 1 ottobre 2021.
FATICOSO USCIRE DAL POST PANDEMIA
di Teresio Bianchessi
Dalla fase acuta della pandemia ne siamo fuori, non che sia finita, ma di certo la massiccia vaccinazione ha dimostrato con chiarezza che, percorrendo questa strada, il Covid - 19 si contrasta con efficacia e davvero confortanti sono gli ultimi dati.
La vaccinazione ci ha consentito, e non so quanti di noi lo credevano, di fare una estate quasi normale, anche se mari e monti che ci hanno ospitati erano quelli di casa, magari riscoperti e riapprezzati.
Siamo rientrati quindi riposati e più fiduciosi, ma il sereno è durato poco perché, almeno a me è capitato così, nel ricucire i fili interrotti con parenti, amici, conoscenti, ho dovuto sbattere il muso contro gli effetti collaterali della pandemia causati dalla “costretta distrazione” delle strutture sanitarie che, in emergenza, hanno trascurato i, definiamoli, “diversamente ammalati”.
“Diversamente ammalati” bisognosi anche di cure oncologiche che hanno visto diminuire, dilatarsi i tempi terapeutici, pazienti con patologie meno aggressive in liste d’attesa lontane e incerte che intanto peggiorano il loro stato di salute, visite programmate di controllo rimandate di un anno che riducono di fatto il beneficio della prevenzione.
In questo quadro soffrono anche i sani che faticano a ritrovare la fiducia, il passo, le abitudini quotidiane che tanto mancano.
Cosa si può fare?
Anche in passato non sono mancati tempi difficili e la saggezza popolare suggeriva che per raddrizzare una annata storta serviva zappa e buona volontà.
Credo possano essere utili anche oggi: la zappa per seppellire amorevolmente, con poche lacrime, in silenzio, il tanto dolore passato; la buona volontà per non cedere allo scoramento, ma ancor più per trovare la forza di reagire caricandoci sulle spalle i fardelli di questi tempi con la certezza che la luce in fondo al tunnel l’abbiamo già vista e che bisogna fare solo, con passo fermo, l’ultimo tratto.
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