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Cultura
mercoledì 10 novembre 2021.
LA VIOLENZA DEI NO VAX
di Teresio Bianchessi

Da settimane, alcune città italiane, e non solo, sono teatro di proteste dei “No Vax” / “No Green Pass” che hanno bloccato la vita sociale e commerciale nel fine settimana a Torino e Milano e che sono arrivati addirittura a bloccare i porti di Trieste e Genova.

Teorizzo da sempre che mettersi nei panni degli altri, cioè capire le ragioni altrui, sia sempre la pista più giusta e più utile da seguire, ma nello specifico un po’ fatico.
Applicando comunque la buona regola riesco a comprendere, pur non condividendo, alcuni dei pensieri dei “No Vax” quali: “non si sa bene cos’è questo vaccino” - “che contro indicazioni avrà in futuro” - “temo di avere fastidiose reazioni”; arrivo a capire anche il rifiuto egoistico di chi, proprio ora, pensa che tanto l’han fatto quasi tutti e si sente di fatto protetto.
Perché, quindi, farsene un cruccio, è inutile fornire loro dati su decessi, percentuali di contagi, non cambiano idea nemmeno ora che è palese che è il vaccino che ci farà uscire da questa pandemia.
Sono anche, purtroppo per loro, irresponsabilmente sordi agli ultimissimi dati che segnalano che i contagi riguardano i non vaccinati e sotto il naso, a riprova, hanno il serio focolaio esploso a Trieste proprio a causa della calca indisciplinata, violenta e senza mascherina.
Quelli poi che parlano di dittatura sanitaria, che invocano libertà, evocano complotti internazionali, offendono l’olocausto, non meritano righe.
Resta però la violenza, restano i cortei che aggrediscono le forze dell’ordine, sfasciano negozi danneggiando incolpevoli negozianti che già escono da una situazione difficile; sono una piccola minoranza, qualche migliaia, rispetto ad una popolazione italiana che sfiora i sessanta milioni e che ben ha compreso il problema e si compiace di un invidiabile indice di vaccinati.
Poche migliaia contro milioni e già questo dovrebbe assicurarli che siamo in assoluta democrazia.
Dove sta allora la questione?
La questione sta che in democrazia la maggioranza ha più peso di una minoranza e i gruppi di protesta di Trieste sono stati definiti dagli stessi triestini, ironicamente, “scappati di casa”.
Che siano chiare allora le misure, se un migliaio di “No Vax” chiede l’autorizzazione a scendere in piazza, sia concesso a patto che non usino violenza, che sappiano che se sfasciano una vetrina finiranno in cella, ancora, che saranno allontanati dalla piazza se non rispetteranno l’obbligo della mascherina previsto nei casi di assembramento.
La libertà finisce dove incomincia quella degli altri, nello specifico poi parliamo di salute.
E proprio stamattina una notizia del TG mi rincuora: a Trieste sono state raccolte in brevissimo tempo sessantamila firme di protesta dei “SI VAX” che mi fa dire che è bene che a volte anche la paziente maggioranza si spazientisca.
Nel chiudere la riflessione, sono certo di non aver capito del tutto il perché della violenza, molti dei “No Vax” intervistati hanno palesemente manifestato i loro limiti e questo fa dire che le micce della violenza sono accese da mestatori, di sicuro vaccinati, che pensano ad altro, di certo non alla salute della collettività.

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Chiusa in casa

Chiusa in casa
mia madre
tagliava e cuciva camicie:
le cose imparate nel giovane sogno
divennero pane, formaggio ed alici.
Mio padre era morto da un anno.
Noi tre portavamo più avanti
una guerra finita.


Vito Maida (poeta soveratese, 1946/2004) 
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