• 17379 Tagliatore di pizza ... 7200 franchi all’ora!!!
Regionale
lunedì 22 novembre 2021.
Discorsi d’odio sui social, il Consiglio federale non ci sta più
di Nicoletta Noi-Togni

Meno male: finalmente Berna si accorge che non è più possibile ignorare cosa accade sulle, o su certe, piattaforme social.

Preciso subito che queste piattaforme possono essere usate in modo assolutamente corretto e positivo. E’ bello scambiarsi auguri, immagini, poesie, informazioni ma anche opinioni varie, indicazioni di voto per oggetti democraticamente sottoposti al popolo.
Quest’ultime cose hanno anche valore di utilità poiché contribuiscono ad approfondire un tema, a diversificare opinioni che non devono essere a carattere “monolitico”. Quando però il discorso scade, il linguaggio diventa scurrile, persone vengono “prese di mira”, diventano oggetti d’odio, categorie vengono indicate a dito per età, razza, credo politico e religioso, tratti fisici, ecc. allora la questione diventa pericolosa.
Ma soprattutto quando si incrementa l’odio e si incita alla violenza (succede anche alle nostre latitudini) allora un calmiere ci vuole e lo Stato deve intervenire perché siamo in presenza di un vero pericolo di deriva sociale con conseguenze dirette sulle persone. Dicevo che Berna se ne è accorta e pur andando con passi di piombo – perché c’è di mezzo la mal intesa libertà – il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni, di allestire un documento di discussione. Il focus dovrebbe concentrarsi in una prima fase sulle piattaforme come Facebook e YouTube per stabilire, se necessario, una regolamentazione futura. Riconosciuta dal Consiglio federale comunque la necessità di un maggior controllo su Internet e sui social network per ciò che riguarda i discorsi d’odio e la disinformazione.
Lo Stato ha già atteso troppo per regolamentare questi settori che sfuggono facilmente di mano perché nascosti dalla privatizzazione. In tal modo diventando manna per chi seduto davanti ad un computer e celato da uno pseudonimo, può infangare a piacimento il nome di altri, confortato in questo dai “mi piace” di chi come lui (o lei) vuole infierire su di una persona.
Importante che anche coloro che sostengono queste manifestazioni d’odio vengano segnalati. Non dimentichiamo che c’è già stata troppa sofferenza intorno a queste forme di inciviltà, di degrado morale e sociale e che ci sono già state vittime.
Ben venga quindi l’intervento dello Stato e che si faccia in fretta.

top
Chiusa in casa

Chiusa in casa
mia madre
tagliava e cuciva camicie:
le cose imparate nel giovane sogno
divennero pane, formaggio ed alici.
Mio padre era morto da un anno.
Noi tre portavamo più avanti
una guerra finita.


Vito Maida (poeta soveratese, 1946/2004) 
Sponsors