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Regionale
martedì 14 dicembre 2021.
Regione Moesa portato a termine il progetto di Digitalizzazione dei giornali vallerani

Presso il Centro Regionale dei Servizi di Roveredo è stato presentato questa mattina il progetto di digitalizzazione e segmentazione dei giornali vallerani.

Il progetto, iniziato nel 2019, supportato dalla Biblioteca Regionale Moesana, dalla Biblioteca Cantonale e dalla Regione Moesa è costato complessivamente circa 50’000 franchi ed è un valido aiuto per chiunque voglia consultarne i contenuti accedendo, gratuitamente, al sito www.e-npa.ch.

Ecco l’elenco completo dei giornali digitalizzati con le relative date di pubblicazione:

La Rezia italiana (1872-1899)
L’amico del Popolo di Mesolcina e Calanca (1880-1882)
Il San Bernardino (1894-2012)
L’illustrazione delle acque del San Bernardino (1895-1901)
La Rezia (1900-1926)
La Voce dei Grigioni (1921-1926)
La Voce della Rezia (1926-1947)
Mons Avium (1937-1955)
La Voce delle Valli (1948-2012)
Il Mesolcinese (1974-1989)
La Voce del San Bernardino (2012-2017)
In totale si tratta di 58’788 pagine digitalizzate e segmentate.

Qui di seguito le relazioni delle responsabili della Biblioteca Regionale Assunta Mantovani e Flavia Pozza-Martinelli:

PDF - 494.8 Kb
Relazione Assunta Mantovani
PDF - 424.8 Kb
Relazione Flavia Plozza-Martinelli

Un bel lavoro quello svolto da Regione, Biblioteche e Cantone e un bel dono alla popolazione che, gratuitamente, potrà accedere a tutte le edizioni dei giornali vallerani per studio e ricerche, lavoro o semplice curiosità.
Soldi ben spesi quindi con i complimenti a tutti quelli, a partire dalla Regione, che si sono impegnati e spesso in modo anonimo alla realizzazione di un’opera che mentre pone il Moesano alla stessa altezza di regioni più grandi e più abbienti contribuirà a tenere vivo il ricordo di fatti, persone e avvenimenti che altrimenti verrebbero dimenticati!



Luigi Corfù, Assunta Mantovani, Flavia Plozza- Martinelli e Giulia Pedrazzi


Giuseppe Russomanno
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“Il soldato prega più di tutti gli altri per la pace, perché è lui che deve patire e portare le ferite e le cicatrici più profonde della guerra.”

Douglas Macarthur

 
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