mercoledì 5 gennaio 2022.
SRF su Quadroni, marginale critica a presidente tribunale
(ats) Le critiche al presidente del Tribunale regionale
dell’Engadina Bassa, espresse in un documentario della SRF
riguardante il "whistleblower" Adam Quadroni, hanno giocato un
ruolo minore. Questa la conclusione odierna del Tribunale federale
(TF), che ha annullato una decisione dell’autorità di ricorso
(AIRR).
In singoli punti, il film "Il prezzo dell’onestà - La vita di Adam
Quadroni dopo il cartello edilizio" ("Der Preis der Aufrichtigkeit
Adam Quadronis Leben nach dem Baukartell"), trasmesso nel
dicembre 2019 nella trasmissione DOK di SRF, sarebbe potuto essere
realizzato diversamente oppure meglio. Questo è ciò che ha scritto
il Tribunale federale nella sua sentenza odierna.
Nel complesso, tuttavia, il requisito di obiettività non è stato
violato. Il Tribunale federale ha quindi accolto il ricorso della
Società svizzera di radiotelevisione (SSR).
L’intervento dell’Autorità indipendente di ricorso in materia
radiotelevisiva (AIRR) non era necessario. Secondo i giudici di
Losanna, i requisiti di accuratezza dei fatti e di equilibrio non
devono essere applicati così rigorosamente a scapito della "libertà
giornalistica e la spontaneità necessarie in una società
democratica e pluralista".
"Solo un aspetto secondario"
Le sequenze del film in cui si critica il presidente del Tribunale
regionale dell’Engadina Bassa, in relazione alla sua indipendenza e
alla presunta vicinanza al cartello edilizio grigionese, avevano
suscitato delle controversie. Questi passaggi rappresentano un
aspetto secondario rispetto alla storia principale. Inoltre
occupano poco spazio all’interno del documentario di circa 50
minuti. Così scrive oggi il TF.
Nel film il pubblico può riconoscere chiaramente un’esposizione dal
punto di vista di Quadroni. Questo ha attenuato le accuse nei
confronti del presidente della corte engadinese. Tuttavia, anche in
base a questa premesse, le accuse contro terzi non potevano
semplicemente essere adottate.
Nel caso specifico la regista ha fatto il possibile per ottenere
una dichiarazione da parte della persona criticata, cosa che
risulta evidente dal film. Il giudice engadinese non ha infatti
risposto a una richiesta via e-mail. Secondo il Tribunale federale,
il requisito dell’obiettività non significa che un contributo debba
dipendere dalla volontà o dalla disponibilità di un terzo.
Non ha diritto di appello
Il reclamo contro il documentario è stata presentato dal
vicepresidente del Tribunale regionale della Engadina Bassa e non
dal suo "criticato" presidente. Secondo il Tribunale federale, dopo
la denuncia l’AIRR non avrebbe effettivamente dovuto intraprendere
nessun tipo di azione.
Il ricorrente non risulta menzionato nel film, e non sussiste
nessun tipo di coinvolgimento particolare che lo avrebbe
autorizzato a presentare una denuncia come "parte interessata".
Sarebbe invece stata più indicata un’opposizione popolare, firmata
da almeno venti persone.
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