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Lettere dei lettori
venerdì 21 gennaio 2022.
Nazionalizziamo la Posta e diamo il benservito a DPD!

Il Partito Comunista ha partecipato oggi con una qualificata delegazione a un presidio di protesta davanti ai cancelli della DPD unitamente ad altre forze politiche della sinistra. E’ stata l’occasione per esprimere nuovamente la solidarietà dei comunisti sia ai delegati sindacali dei magazzini DPD di Giubiasco licenziati il 31 dicembre scorso, e in generale a tutti gli autisti della DPD.

Nell’ambito del presidio il Partito Comunista - presenti fra gli altri il parlamentare Massimiliano Ay e il membro della Direzione del PC Zeno Casella - ha espresso la propria condanna per le condizioni di lavoro alquanto precarie che sono dovute a un sistemico subappalto ad altre ditte minori, con cui la multinazionale francese si lava letteralmente le mani di ogni responsabilità sociale. Non è questa l’imprenditoria di cui abbiamo bisogno nel nostro Paese! Contro questi metodi irresponsabili di fare impresa occorre che anche i governi ticinese e svizzero intervengano perché a perderci alla fine è l’intera collettività e la coesione sociale stessa del Paese.

Il Partito Comunista rileva infine che multinazionali come DPD proliferano sul nostro territorio perché la Svizzera ha deciso sciaguratamente di "suicidare" il proprio servizio pubblico liberalizzando la consegna dei pacchi e ponendo fine alla regia federale della Posta. Anche in questo caso quindi il Partito Comunista ribadisce quello che non è uno slogan ma un preciso programma politico: "Nazionalizziamo la Posta"! E ciò non soltanto per salvare gli uffici postali di periferia dallo smantellamento e per garantire un clima di lavoro sereno ai postini, ma anche per evitare che aziende private estere come DPD invadano il nostro territorio con condizioni di lavoro ultra-precarie che impediscono uno sviluppo economico sostenibile del Paese.

Partito Comunista

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È domenica

È domenica
e scendo queste scale,
e come un cane fiuto a queste porte
il solito, indistinto cucinìo condominiale.
Porto con me, ancora non so dove,
un giorno rosso della settimana,
forse un Natale,
con mia madre che gira il suo ragù
e le campane così forti e vive
che ogni casa sembrava un campanile.


Vito Maida (poeta soveratese, 1946/2004) 
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