mercoledì 2 febbraio 2022.
Un aiuto doveroso ai giornali delle piccole regioni
Soldi ben spesi in favore delle piccole realtà
Abbiamo letto con interesse l’intervista rilasciata dal Granconsigliere Manuel Atanes al giornale online «il Bernina» apprendendo con piacere che il Cantone ha accolto favorevolmente il suo incarico inerente il futuro dell’informazione nel Grigioni con speciale attenzione al Grigioni italiano.
In previsione anche dell’appuntamento del 13 febbraio che vede in votazione, tra le altre cose, un pacchetto di misure in favore dei media e visto che il nostro giornale, «ilmoesano.ch», non gode fino ad oggi di alcun contributo pubblico, siamo evidentemente interessati e speranzosi che i cittadini accolgano favorevolmente le proposte del Parlamento e dicano sì alle misure per tenere in vita i nostri giornali!
In merito a ciò, anche noi de ilmoesano.ch, abbiamo rivolto tre domande al granconsigliere Atanes che ha accettato ben volentieri di rispondere.
Vorrebbe spiegarci, in parole povere, perché i cittadini dovrebbero votare sì e quali potrebbero essere le conseguenze per i giornali e per una corretta informazione se la popolazione dovesse votare no?
Con l’avvento di internet, negli ultimi 20 anni i media svizzeri hanno perso più della metà dei loro introiti pubblicitari; inoltre gli abbonamenti sono diminuiti perché molti si informano solo con notizie che trovano gratuitamente in rete, dimenticando che dietro a queste notizie c’è il lavoro di un giornalista che, giustamente, dovrebbe essere retribuito. Bisogna quindi sostenere il pacchetto di misure in favore dei media per permettere loro di esercitare quella funzione che è vitale per la nostra democrazia e cioè quella di informare le cittadine e i cittadini. Le misure previste non mettono in nessun modo in pericolo l’indipendenza dei media rispetto allo Stato; sostenere il contrario è pura demagogia. I poteri forti dai quali i media devono difendersi sono quelli che controllano il mercato pubblicitario, ed è da questi poteri che i media devono restare oggi indipendenti.
Alcuni pensano che con l’approvazione del pacchetto si darebbero soldi pubblici ai giornali che già ne hanno in abbondanza senza pensare che la maggior parte delle testate, grandi o piccole che siano, sono costrette, a causa degli introiti ridotti, a licenziare o addirittura a chiudere, lasciando senza lavoro centinaia di lavoratori con le conseguenze sociali ed economiche che tutti conosciamo. Lei che cosa ne pensa?
Le misure sono pensate principalmente per i media piccoli e di media grandezza; se la Confederazione vuole sovvenzionare maggiormente le spese postali per i giornali, giocoforza questa misura va anche a vantaggio degli editori con una tiratura più alta. Sono molto stupito che nelle numerose discussioni che si stanno facendo in queste settimane, soprattutto in Ticino, attorno a questo tema si sia spesso dimenticato di sottolineare che le misure previste sono molto generose con i media online di lingua italiana. La Confederazione ha infatti previsto un aiuto finanziario fino ad un massimo del 60% degli introiti di questi media. È la percentuale più alta perché la nostra regione linguistica è la più piccola e numericamente debole. Questo a riprova che il pacchetto è pensato per i piccoli e non per i grandi!
Come vede il futuro delle nostre due valli se gli unici due giornali rimasti, «ilmoesano.ch» e «La Voce del San Bernardino», dovessero chiudere?
Prima di tutto bisogna lavorare affinché questi due giornali non cessino la loro attività: sostenere il pacchetto per i media nella votazione del 13 febbraio è perciò molto importante.
Un altro importante tassello è il sostegno suggerito dallo studio dell’Università di San Gallo che il Governo ha fatto redigere in risposta al mio atto parlamentare del 2018. Per la Mesolcina e la Calanca il mio obiettivo è quello che il Cantone finanzi un posto di redattore dell’ATS nella nostra regione. Auspico un incontro con il Governo, i nostri media e gli esperti grigionitaliani che hanno partecipato allo studio per trovare una soluzione in tempi brevi, perché le risorse necessarie devono essere previste già nel preventivo 2023. Il Cantone ha già un contratto di prestazioni con l’ATS per il finanziamento del posto di redattore a Coira; bisogna ora partire da quel documento e prevedere una rete di redattori anche sul territorio. Per i media romanci è stata fatta la stessa cosa e sinceramente non vedo perché non si dovrebbe adottare la stessa soluzione per il Grigionitaliano.
Chi adesso sta pensando che in qualsiasi caso resterebbe ancora la SSR ad informaci, probabilmente si sbaglia. Non dobbiamo farci illusioni: dopo la votazione del 13 febbraio verrà lanciata una nuova iniziativa per dimezzare gli introiti del servizio pubblico radiotelevisivo. Se questa iniziativa dovesse essere accettata sarebbe la fine della RSI come la conosciamo adesso. E non bisogna essere dei profeti per dire che questo avrebbe un notevole impatto anche sull’informazione sul nostro Cantone.
Dopo tale intervista pensiamo non ci possano essere più dubbi sull’utilità di votare sì al pacchetto di misure in favore dei media e il 13 febbraio sarà una giornata memorabile per la stampa e per il diritto delle minoranze ad avere un’informazione rapida, esaustiva e neutrale così come ce l’hanno già le grandi città o i grandi agglomerati!
Il risultato della votazione deciderà della vita o della morte di molte testate ed è chiaro che le prime a capitolare saranno le piccole e conseguentemente anche l’informazione sarà nelle mani dei soliti pochi!
Non è molto difficile capire che già oggi siamo costretti a mangiare e vestirci come i grandi gruppi comandano, vogliamo anche lasciarci imporre le letture?
Una volta tanto che Berna interviene per salvare la neutralità dell’informazione e tanti posti di lavoro la risposta è una sola: SÌ al pacchetto in favore dei media!
Grazie al Granconsigliere Manuel Atanes per la sua disponibilità con la speranza che le sue risposte possano essere d’aiuto a chi ancora non ha deciso!
Giuseppe Russomanno
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