lunedì 21 febbraio 2022.
UCRAINA… NON CI BASTA LA PANDEMIA?
di Teresio Bianchessi
Nel pubblicare l’accorato articolo del nostro amico Teresio Bianchessi una domanda mi viene spontanea: Putin, Biden e compagnia conoscono il significato della parola democrazia? È mai possibile che nel 2022 un paese sovrano non abbia la possibilità di autodeterminarsi? E, come dice il nostro amico, dove sono le proteste?
Pranzo e cena oramai van per traverso da quando è scoppiata la crisi ucraina; le immagini che i telegiornali trasmettono chiudono la bocca dello stomaco, ma anche le parole non aiutano la digestione perché conduttori, ospiti, opinionisti anziché urlare, additare, mettere all’indice come folli Putin e Biden che pensano anche alle armi per risolvere la crisi, si eccitano invece in racconti, reportage, dibattiti senza nettamente condannare quella che dovrebbe essere, visti i lutti del secolo scorso, la più anacronistica e malaugurata delle soluzioni.
La crisi c’è e non è semplice, la questione è chiara e verte sulla sicurezza dei confini di Europa/Nato e la Russia, il terreno conteso è l’Ucraina che ha due anime: una filo russa e una filo europea e probabilmente più che all’America toccherebbe al Parlamento Europeo districare la matassa evitando le prove muscolari, perché le immagini che prevalentemente vediamo sono quelle delle truppe russe, ma tutti sappiamo che anche le forze alleate della Nato sono in campo ne più ne meno.
Ecco allora che la mia riflessione si sposta e diventa più amara e mi fa dire che da sempre le follie di pochi sono state amaramente pagate da molti; ancora piango quando arrivo in uno sperduto paesino e leggo il numero impressionante di giovani caduti durante la prima guerra mondiale, caduti poi per chi, per quale loro interesse.
Bisogna dire basta e per risolvere la questione penso, per questi casi, ad una democrazia diretta; basta quindi con la logica di pochissimi che hanno in mano la valigetta con i bottoni bianchi rossi o neri, mouse invece in mano a tutti, all’umanità intera, che possa dire sì o no all’uso delle armi, sognando anche tanti mouse che un domani possano anche esprimersi sulla produzione di armi spostando così risorse enormi verso i bisogni reali della gente.
Chi l’avrebbe vinta secondo voi?
Le tecnologie per attuare questo tipo di voto ci sono; pensate all’efficienza raggiunta con la pandemia, pensate al green pass.
Anche il disinteresse generale mi lascia con l’amaro in bocca, in Italia a Papa Francesco che ha fatto sentire la sua chiara condanna, si è vista una sola manifestazione contro la guerra, quella promossa dalla comunità di Sant’Egidio a Roma; gli studenti per le vie della città a protestare contro l’alternanza scuola lavoro.
Nato dopo la seconda guerra, settantacinque anni di vita e di pace europea, davvero mi irrito di fronte a questa crisi e naturalmente auspico la soluzione diplomatica, quello che penso avverrà.
Guardando al futuro lontano, non più mio, auspico che si possa avverare la rivoluzione già desiderata tanto tempo fa dal Mahatma Gandhi:
“Il giorno in cui il potere dell’amore supererà l’amore per il potere il mondo potrà scoprire la pace”.
Al momento, amaramente, sembra ancora irrealizzabile, a meno che arrivi un “Maestro” visionario, illuminato ad aprire i cuori.
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