giovedì 3 marzo 2022.
In Ucraina il sostegno di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» sarà duraturo
«Lviv è ancora una città meno pericolosa delle altre. Stanno suonando gli allarmi antiaerei, ma grazie a Dio non ci sono stati bombardamenti. Stiamo accogliendo i profughi diretti al confine», riferisce alla fondazione pontificia «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» don Grzegorz Draus, della parrocchia di San Giovanni Paolo II. «I primi profughi sono arrivati il secondo giorno di guerra, venerdì. Sessanta persone, tra cui 35 bambini, sono seguite dal venerdì alla domenica», prosegue don Grzegorz. Le persone provengono da Kiev, Zhytomyr, Zaporizhzhia, Mykolaiv, Kamianske, e da molti altri luoghi.
«Quando arrivano, sono esausti e terrorizzati. Il viaggio attraverso l’Ucraina richiede molto tempo ora. Le strade sono congestionate e ci sono molti posti di blocco. Una famiglia di 8 persone arrivata ieri dalla regione di Mykolaiv [a circa 800 km di distanza] era in viaggio da tre giorni». La maggior parte di loro prosegue verso il confine, alcuni di loro verso la Transcarpazia. «Sanno che aspetteranno alla frontiera per altri due giorni», spiega don Grzegorz.
«Il viaggio è arduo perché lungo le strade sono stati allestiti “punti di controllo” per controllare conducenti e passeggeri. Stanno cercando di proteggere la città dai sabotatori» aggiunge il sacerdote. La parrocchia sta aiutando a organizzare altri alloggi per le persone che fuggono dalla guerra. «Abbiamo donato coperte e materassi a una comunità parrocchiale che sta organizzando aiuti nella sua città al valico di frontiera Shehyni/Medyka per coloro che viaggiano a piedi e aspettano nella coda di 37 km al confine», prosegue il sacerdote.
Anche in questa drammatica situazione, don Grzegorz ha sperimentato segni di unità nella fede. «Battisti e pentecostali di Kiev, Zhytomyr e Zaporizhzhia hanno pernottato nella casa parrocchiale da sabato sera a domenica sera. Tutti hanno partecipato alla santa Messa e hanno condiviso con noi le loro esperienze», ha riferito. «Da quello che ho visto, la guerra non indebolisce la fede, anzi».
«Il sostegno di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» all’Ucraina non è improvvisato, al contrario, esso risale al 1963», ricorda il direttore di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» Svizzera Jan Probst. «Negli ultimi dieci anni il contributo per la formazione dei seminaristi è stato di oltre 6,5 milioni di euro. Dal 1994 «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» ha investito più di 9 milioni di euro nella costruzione e manutenzione dei seminari greco-cattolici e latini. La nostra fondazione pontificia, negli ultimi dieci anni, ha sostenuto la costruzione e il restauro di molte chiese, monasteri e presbitèri: per queste finalità sono stati spesi quasi 15,6 milioni di euro. Quanto alle offerte per la celebrazione di Messe secondo le intenzioni dei benefattori, donazioni pari a 10,6 milioni di euro hanno contribuito a garantire la sopravvivenza dei sacerdoti e anche di molti loro fedeli. Abbiamo garantito soccorsi d’urgenza anche alla regione dell’Ucraina orientale e alla Crimea, dal 2014, donando più di 350.000 euro», prosegue Lucia Wicki-Rensch. «Se la comunità di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» ha fatto tutto questo finora, cosa è chiamata a fare in queste ore così drammatiche e decisive? E infatti i nostri benefattori stanno rispondendo con straordinaria generosità al nostro appello alla carità verso i fratelli ucraini. Tutti ci auguriamo che questa guerra termini presto, ma anche se terminasse oggi le ferite inflitte a ogni singola famiglia ucraina saranno durature. Altrettanto duraturo sarà il nostro sostegno», conclude la Responsabile della Svizzera Italiana di «Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)».
Solo nel 2020, più di 5 milioni di franchi sono stati destinati a progetti in Ucraina.
«Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)» è un’opera caritativa internazionale cattolica di diritto pontificio fondata nel 1947 come «Aiuto ai preti dell’Est». Attraverso la preghiera, l’informazione e l’azione, sostiene i cristiani perseguitati, discriminati e poveri in 140 Paesi di tutto il mondo. I suoi progetti vengono finanziati esclusivamente attraverso donazioni private. L’organizzazione è raccomandata dalla Conferenza dei vescovi svizzeri.
Donazioni con l’annotazione « Ucraina » posssono essere inviate a:
Cysatstrasse 6, 6004 Lucerna, Telefono 041 410 46 70
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