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Regionale
giovedì 10 marzo 2022.
L’energia elettrica: un privilegio economico della Regione Moesa
di Franchino Giudicetti

L’energia a disposizione dei diversi settori economici, ed in particolare l’energia elettrica per le economie domestiche, è il fattore singolo indispensabile per preservare il benessere generale.

Viste le preoccupazioni attuali, e sicuramente anche prossime e future, che concernono il presunto problema dell’approvvigionamento regionale in energia elettrica ed il suo costo, sembra opportuno richiamare all’attenzione del consumatore finale la situazione energetica effettiva della Regione. Nelle due valli è stata creata la premessa per un’economia energetica privilegiata (v. la tabella e le note). Il fabbisogno annuo diretto ed indiretto pro capite è di 8200 kWh, per un costo di circa CHF 1400.- (che può essere paragonato alla bolletta annua fiscale cantonale di CHF 1900.-). Il consumo pro nucleo domestico, citato regolarmente (l’impianto X produce Y energia, sufficiente per Z economie domestiche), è totalmente fuorviante perché rappresenta soltanto circa un terzo del fabbisogno complessivo. A fronte del consumo annuo, abbastanza costante nel tempo, di 71 GWh, la Regione dispone di poco meno al prezzo più basso possibile, leggermente superiore al costo medio di produzione, variabile nel tempo poiché dipendente dalle precipitazioni. Il maggior costo è dato dalla differenza di prezzo tra l’energia invernale e quella estiva. Nel breve periodo va peraltro controllato e contenuto il costo di produzione ELIN, più alto di OIM e Calancasca.
Attualmente il notevole vantaggio economico non va a favore del consumatore finale, ma, in modo non uniforme, ai singoli Comuni (il comune di Cama ad esempio dispone di 10,5 GWh, oltre 2 volte e mezzo il suo fabbisogno). Le tariffe dell’energia, nelle quali inoltre confluiscono scorrettamente costi che i Comuni non hanno, sono inammissibili, come inaccettabili sono i costi addebitati per l’utilizzo delle reti di distribuzione. Il consumatore finale viene indotto ad investimenti inutili per produrre energia alternativa superflua a costo non competitivo sovvenzionato. Il presente modello di gestione inefficiente dell’energia a disposizione della Regione va semplificato, gli innumerevoli enti intermediatori sarebbero sostituiti da un unico interlocutore regionale del proprietario maggioritario – AXPO – degli impianti di produzione, e nel contempo unico responsabile della gestione delle reti di distribuzione regionali e locali. Accordi intraregionali ed intercomunali transitori fino alle importanti aggregazioni comunali future dovrebbero garantire una ridistribuzione equa dell’energia a disposizione, ottemperando al principio di ogni servizio pubblico ad uso proprio che vieta il conseguimento di un utile lucrativo, oltre agli accantonamenti per gli investimenti, a svantaggio dell’utente.
La produzione di energia idroelettrica nella Regione potrebbe tuttora essere aumentata con nuovi impianti e miglioramenti di quelli esistenti. Alla scadenza delle concessioni, fra sei anni per la Calancasca (che produce una relativamente alta quota di energia invernale – 30% – più che sufficiente per coprire il fabbisogno mancante invernale della Regione), i Comuni avranno la possibilità di acquistare la maggioranza azionaria e con ciò la possibilità di sostituire altre fonti d’energia utilizzata nella Regione, e di vendere a terzi l’energia in esubero, realizzando un utile considerevole.
Sulla base dello sviluppo passato e presente, negativo per il consumatore d’elettricità mesolcinese e calanchino, e dell’evoluzione prevedibile, la via da seguire per quanto riguarda il comparto economico regionale più importante e redditizio, sembra tracciata:
1. Concetto chiaro e coerente riguardo l’approvvigionamento regionale in energia elettrica ed azioni mirate al lungo termine ed all’assetto istituzionale futuro.
2. Volontà politica univoca e forte in un contesto prioritario d’interesse pubblico anche verso il Cantone.
3. Fornitura diretta dell’energia in primo luogo alle famiglie ed alle imprese della Regione e non distribuzione ai Comuni di utili ricavati dalla vendita a terzi al prezzo di mercato.
4. Ristrutturazione radicale del sistema attuale di gestione dell’energia a disposizione e delle reti di distribuzione regionali e locali. Costituzione di un unico ente responsabile dell’approvvigionamento della Regione in energia elettrica, che potrà avvalersi di competenze specifiche tecniche, economiche e legali esterne ed indipendenti d’alto livello.
5. Incremento della produzione degli impianti esistenti e sfruttamento idrico aggiuntivo, in particolare aumento delle capacità d’accumulazione dei corsi d’acqua.
6. Acquisizione massiccia e maggioritaria della quota azionaria delle aziende di produzione al momento della riconversione negli anni 2028-2044, pianificando il fine della loro fusione in una società unica di proprietà, come le acque, dei Comuni.
A conclusione di queste osservazioni riassuntive e propositive, va rilevato che un problema d’approvvigionamento in elettricità nella Regione non si intravede. La situazione idrica è privilegiata ed i vantaggi economici – produzione d’energia indigena a basso costo – di tale ricchezza comune possono ulteriormente essere accresciuti.



1) OIM + ELIN + Calancasca (= 81% AXPO)

2) 30% ELIN + 2% OIM, al costo netto di produzione

3) Quantitativo invariato, (54,5% ELIN, 34,8% OIM, 10,7% Calancasca), ad un prezzo fisso inferiore al costo di produzione ed esente del costo utilizzo rete regionale

4) Acquisto dell’energia invernale mancante compensato in buona parte dalla vendita dell’energia estiva in esubero a prezzi di mercato

Produzione e consumo d’energia elettrica nella Regione

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(Mahatma Gandhi)

 
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