lunedì 14 marzo 2022.
Il Governo grigionese è scettico sui tagli fiscali
(ats) Il Governo grigionese non intende aprire la strada a
possibili tagli fiscali, e respinge un incarico in tal senso del
gruppo parlamentare PLD.
Il Partito liberale democratico ritiene che si debba agire in
considerazione della buona situazione finanziaria attuale del
cantone. In vista dell’imminente riesame del catalogo dei compiti e
delle prestazioni dell’amministrazione cantonale, il partito vuole
incaricare l’esecutivo di preparare raccomandazioni per il
parlamento su come ridurre la pressione fiscale per le persone
fisiche e le imprese.
I liberali grigionesi temono inoltre gli effetti negativi
dell’incombente armonizzazione delle aliquote d’imposta per le
persone giuridiche richiesta a livello internazionale dall’OCSE.
Secondo il partito si tratta di mantenere un sostrato fiscale
competitivo per le persone giuridiche, affinché le imprese possano
avere i mezzi per investimenti e nuove assunzioni.
Nella sua risposta pubblicata oggi, il Governo chiede invece al
Gran Consiglio di respingere l’incarico del PLD. L’esecutivo
sottolinea che "gli scenari di politica finanziaria per il
2023-2025 mostrano che le prospettive finanziarie a medio termine
sono associate a un’incertezza relativamente grande".
In particolare - aggiunge - l’ottimistica previsione di una
distribuzione di utili della Banca Nazionale per circa 93 milioni
di franchi all’anno fino al 2025 non è assolutamente garantita,
poiché l’ammontare effettivo dei versamenti della BNS nei prossimi
anni dipende in misura determinante dall’evoluzione dei mercati
finanziari.
L’esecutivo retico ricorda che nella corrente legislatura 2019-2022
sono già stati attuati "considerevoli sgravi fiscali" sia per le
persone fisiche, sia per le persone giuridiche. E che gli effetti a
medio termine sui ricavi del Cantone si manifesteranno soltanto nei
prossimi anni.
In particolare, il Gran Consiglio nel 2019 ha approvato la riforma
dell’imposta sulle successioni e l’attuazione della riforma fiscale
e del finanziamento dell’AVS (RFFA). Nel 2020 il parlamento ha poi
deciso di ridurre dal 4% al 2% l’aliquota massima dell’imposta
speciale su prestazioni in capitale della previdenza.
L’esecutivo ricorda inoltre che il parlamento ha la possibilità di
reagire alla situazione attuale in occasione della determinazione
annuale dei tassi fiscali nel quadro del preventivo. Il Governo
ritiene perciò che l’elaborazione di raccomandazioni operative a
destinazione del Gran Consiglio relative a ulteriori riduzioni
delle imposte non sia opportuna.
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