giovedì 17 marzo 2022.
Il male dell’Ucraina, il nostro sgomento e la nostra preoccupazione
di Nicoletta Noi-Togni
Il mondo, o la maggior parte di esso, guarda con costernazione all’Ucraina di questi giorni. Bimbi che piangono stringendo i loro peluche al petto, mamme che cercano di non lasciar affiorare il terrore nei loro occhi, uomini che con mani tremanti accarezzano le loro testoline.
Sembra che tutto il male si stia riversando sulle città e sui paesi dilaniati dalle bombe. Persone che fuggono, altre che cercano riparo ovunque, che si infilano in angusti e squallidi rifugi. Potremmo essere noi, potrebbero essere i nostri bambini. Succede a non grande distanza da noi ed oltre colpirci con la sua brutalità ci domandiamo se potrebbe succedere anche nel nostro Paese. Come meno di tre anni fa non avremmo mai creduto che saremmo diventati ostaggi e vittime di una pandemia, potremmo anche dover vivere una guerra in prima persona mentre la minaccia nucleare non è certo tranquillizzante. Tanto è purtroppo il male insito nel - o in certo - genere umano e il bisogno di sopraffazione. No, per intanto la nostra vita non è sconvolta come quella degli ucraini, domani andremo come sempre al lavoro e al ritorno ritroveremo le nostre case come quando le abbiamo lasciate il mattino; e…dimenticheremo, fin troppo presto, il male degli altri.
Ma quanto siamo veramente protetti? So di essermi molto preoccupata ad inizio mandato per la dichiarazione giunta da Berna al mio Comune di mancanza di 250 posti per la protezione civile e di aver voluto subito ovviare a questa mancanza, segnalata del resto ben prima del mio arrivo. Infatti la Legge federale sulla protezione della popolazione e sulla protezione civile (sia quella del 2002, sia quella del 2019) sancisce il principio che ogni abitante disponga di un posto protetto nelle vicinanze della sua abitazione. Demandando a chi costruisce un’abitazione di provvedere alla costruzione di rifugi oppure di versare contributi sostitutivi. L’ente pubblico – e cioè il Comune – deve però provvedere affinché le zone in cui il numero di posti protetti è insufficiente dispongano di sufficienti rifugi pubblici equipaggiati. Cosa che ha voluto dall’inizio fare il Municipio di San Vittore della Legislatura 2017-2020 allestendo il progetto per le nuove infrastrutture scolastiche che comprende anche i 250 posti protetti richiesti dalla legge. E cosa che vuole chiaramente anche il Municipio attuale!! Come sindaca, ed oggi con occhio all’Ucraina, mi auguro con tutto il cuore che non ci siano più impedimenti (se non ce ne fossero stati avremmo già avviato la costruzione) al compimento di quest’opera. Oggi più che mai!
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