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Lettere dei lettori
venerdì 18 marzo 2022.
I politici ascoltino la voce del popolo
di Veronica Lussana

Io sto con il popolo ucraino e con il popolo russo che è dominato da un pazzo ...

“Mi chiamo Veronica, ho 34 anni, sono un’infermiera oncologica.

Sono cresciuta vedendo le immagini della guerra alla TV, ho visto i bambini scappare dalla ex Jugoslavia, arrivavano nelle nostre classi e non sapevano l’italiano, non conoscevano il nostro paese, ma nonostante questo siamo cresciuti insieme, siamo stati compagni di classe e amici, di un ragazzo in particolare ho un ricordo meraviglioso, per tutti noi è stato un ragazzo d’oro.

Non comprendevo quelle immagini, non riuscivo a comprendere la realtà da cui sono scappati, ma una cosa la comprendevo... nessuno meritava la guerra.

Sono passati 30 anni da quei giorni spensierati, dove cercavamo di crescere in un mondo migliore, dove la nostra generazione cercava di crearsi un futuro sereno... eppure eccoci qui, nulla è cambiato, in questi 30 anni le guerre ci sono sempre state e nessuno ha tentato di fermarle, ed ora ne abbiamo una sulla porta di casa, una guerra che fa paura, una guerra che lo ammetto non mi fa dormire di notte e non passa giorno in cui io non versi delle lacrime per quanto sta accadendo.

Sono passati 21 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina, premetto che non comprendo nulla di politica, geopolitica e di economia, ma una cosa in queste settimane l’ho capita... tutti invocano la pace, ma nessuno sta facendo nulla per fermare la guerra.

Non negherò il mio aiuto a nessuno, io sto con il popolo Ucraino, con il popolo russo che sta subendo le conseguenze di un pazzo, io sto con il popolo del mondo.

Ho smesso di credere nei governi, anche nel nostro non ho più fiducia. Tornerò, forse a fidarmi, quando vedrò i politici combattere per il popolo e non per il Dio denaro.

Purtroppo non conosco nessuno dei nostri politici, ma vorrei tanto che leggessero le mie parole e che ci diano delle risposte vere e concrete. Ma sopratutto che finalmente ascoltassero la voce del popolo.”

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Chiusa in casa

Chiusa in casa
mia madre
tagliava e cuciva camicie:
le cose imparate nel giovane sogno
divennero pane, formaggio ed alici.
Mio padre era morto da un anno.
Noi tre portavamo più avanti
una guerra finita.


Vito Maida (poeta soveratese, 1946/2004) 
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