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Politica
venerdì 13 maggio 2022.
Lupo: non si può più aspettare

Che il tema fosse di scottante attualità lo dice la statistica pubblicata dall’Ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni: a San Bernardino c’è, come ormai in sei altre regioni del Canton Gri- gioni, un branco di lupi. La folta partecipazione alla serata (una sala gremita da oltre un centi- naio di persone) ha sottolineato la preoccupazione che nella regione Moesa, come altrove, il predatore suscita.

Il dibattito sul tema lupo del 3 maggio a Mesocco è stato moderato dalla candidata al Gran Consiglio Piera Furger (Circolo Mesocco) che, già dall’introduzione, ha dimostrato grande competenza e conoscenza del tema. Partecipavano con lei alla discussione due Consiglieri di Stato, Marcus Caduff e Jon Domenic Parolini, la candidata al Governo e sindaca di Ilanz Carmelia Maissen, il veterinario e allevatore Alberto Stern e l’allevatore Roberto Fasani i cui animali hanno subito ben due predazioni dei lupi in pochi mesi.
Il tema è stato introdotto dallo scrittore e gran consigliere uscente Rodolfo Fasani che ha letto in sala la poesia "Dalla Mesolcina con paura".
Il toccante racconto delle predazioni subite dall’allevatore di ovini Roberto Fasani, che ha descritto i sentimenti provati nel ritrovare parte del gregge sbranato e il resto terrorizzato in più parti del paese, ha suscitato commozione ma anche paura: una delle due predazioni è avvenuta in paese e oggi non si teme solo per gli animali ma anche per l’incolumità delle persone. È fatto assodato che molti lupi non temono l’uomo e sempre più spesso sono avvistati anche di giorno nei nostri abitati. Tutti hanno concordato sul fatto che la situazione nel Canton Grigioni è divenuta insostenibile e che delle misure urgenti sono necessarie.
Sulle modalità di intervento è nata un’animata discussione. Piera Furger e Marcus Caduff hanno ricordato che, a livello federale, è pendente un’iniziativa della Commissione preposta del Consiglio degli Stati che chiede una modifica della legge federale sulla caccia introducendo anche per il lupo la facoltà di regolare gli effettivi come oggi già avviene per lo stambecco (che è anch’esso animale protetto). Ma la nuova legge, se non ci sarà referendum, entrerà in vigore al più presto nel 2024 e non permetterà di affrontare i problemi urgenti che la presenza del lupo solleva, in particolare l’abbandono di molti alpi che erano caricati con ovini.
Alberto Stern, che oltre che allevatore è anche tenitore di cani da guardiania, ha illustrato quali sono le difficoltà che l’aspro territorio della nostra regione impone agli allevatori e ai pastori per adottare delle misure di protezione efficaci. E se l’aiuto finanziario è nettamente inferiore al costo delle misure di protezione e all’aumento dei costi per il foraggio nel caso di scarichi anticipati di alpi, esiste il rischio concreto che ci sia a breve una importante riduzione degli allevatori. Al momento attuale non ci sono però alternative alle misure di protezione, che vanno continuamente rafforzate e non sono comunque inviolabili in quanto il lupo è animale molto astuto.
Carmelia Maissen ha ricordato che i rappresentanti del nostro cantone, già nel 2001 quando il problema non era ancora acuto, hanno presentato una mozione chiedendo delle misure per i contadini (mozione T. Maissen al Consiglio degli Stati 2001). Il problema non è stato affrontato tempestivamente in quanto, ad eccezioni di pochi cantoni di montagna, ancora oggi in parlamento è diffusa l’opinione che il tema non sia importante e che non siano necessari degli interventi incisivi.
Ma il lupo, come sottolineato da Jon Domenic Parolini, crea dei problemi, oltre al settore agricolo, anche al settore turistico e all’ambiente. Se vi è un abbandono degli alpi il paesaggio sarà riconquistato dal bosco e oltre alla perdita di superfici coltivate (e quindi di una cultura dell’agricoltura alpestre e di montagna), vi è anche una perdita di biodiversità che può essere garantita solo con la presenza di attività agricola. In Grigioni vi è spazio per un massimo di 3 branchi di lupi (secondo i recenti studi e indagini). Oggi questo numero è già ampiamente superato (ve ne sono 7) e ogni anno vi è un aumento rilevante perché il predatore non ha nessun nemico naturale.
Non sono mancati in sala gli interventi di chi ha chiesto al nostro cantone di assumere una posizione radicale con un’opposizione totale alla presenza del lupo in Svizzera. I Consiglieri di Stato e la sindaca di Ilanz hanno presentato la strategia utilizzata dal nostro cantone: si è voluto mettere in pratica le misure di protezione chieste dai cantoni urbani, dall’Ufficio federale dell’ambiente e dalle organizzazioni ambientaliste per contrastare il lupo.
Oggi, con questa strategia, si può dimostrare che queste misure, anche se applicate rigorosamente, non sono sufficienti e che sono necessari anche degli interventi per limitare e regolamentare il numero dei lupi presenti, in particolare nei cantoni di montagna e nel nostro che ha il territorio montano più vasto di tutti.
Piera Furger ha concluso la serata facendo rilevare che, se in passato vi era un "Röstigraben" tra la Svizzera latina e quella germanofona sul tema lupo vi è oggi un "Wolfgraben" tra i pochi cantoni di montagna toccati dal problema e i cantoni urbani. La speranza è quella di riuscire a sensibilizzare tutti e conferire ai Cantoni toccati del problema facoltà di adottare le misure necessarie per proteggere gli abitanti, gli agricoltori, il paesaggio, il turismo e la biodiversità nelle nostre montagne.

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Le radici della violenza: la ricchezza senza lavoro, il piacere senza coscienza, la conoscenza senza carattere, il commercio senza etica, la scienza senza umanità, il culto senza sacrificio, la politica senza principi.

(Mahatma Gandhi)

 
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