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Lettere dei lettori
venerdì 13 maggio 2022.
In merito all’intervista alla sindaca di San Vittore apparso sul domenicale del Corriere del Ticino a firma A. Stern
di Paolo Annoni

L’intervista è stata condotta dal giornalista in modo ineccepibile e corretta, ma alcune precisazioni sono doverose.

Non si apre foglio che i media non parlino della signora Nicoletta Noi, giornali e TV fanno a gara per intervistarla e per averla in copertina, un giorno o l’altro arriveranno anche quelli del Bild e El Pais, gli italiani ci sono già stati. Se c’è qualcuno che non può lamentarsi con la stampa di non essere riverita è proprio lei, mentre che altre voci fuori dal coro sono sempre state snobbate dalla stampa scritta e dalla RSI/TSI.
Se vogliamo analizzare l’intervista sul giornale “La Domenica”, dobbiamo pur dire che ogni contradditorio o divergenza d’opinione in ambito assembleare presentata a viso aperto da uno sparuto gruppo di cittadini sanvittoresi viene interpretata dalla signora Noi quale inaccettabile opposizione o disfattismo nei confronti dell’esecutivo. Non accettare le opinioni altrui è aberrante e politicamente scorretto. In quasi cinquant’anni di frequenza in assemblea e non dell’ultima ora, devo pur dire che delle opposizioni anche aspre e combattute in assemblea a S. Vittore sono sempre state all’ordine del giorno ma fino ad alcuni anni fa venivano percepite come diritto di parola e d’opinione.
Per la zona industriale bisogna ricordare che alla chiusura della Valmoesa e in seguito all’abbandono della produzione da parte della Von Roll, i sindaci di allora, lungimiranti e poco avvezzi a smancerie ma concreti sono stati in grado di ottenere con le unghie e i denti dei grossi benefici per i loro comuni, San Vittore in primis. Vantaggi sia in fatto di indennizzo finanziario, di energia elettrica favorevole e di terreno industriale oltre che a posti di lavoro.
Il nostro comune dai “capannoni” ne trae, tra imposte diverse, tasse varie, energia elettrica ecc. una somma superiore al milione di franchi annui che rimpinguano le casse comunali e che ci hanno permesso fino ad oggi di dormire sonni tranquilli, e ogni tanto suscitano gli appetiti dei comuni vicini, sul futuro son però scettico.
Senza nulla togliere all’agricoltura, indispensabile e sotto tutti i punti di vista di vitale importanza per tutti e coi tempi che corrono ancora da potenziare maggiormente.
L’operazione di un non ampliamento della zona industriale (che sarebbe stato solo sulla carta e “sine die” vista la sovrabbondanza attuale di spazio) sia stato indolore, è ancora da verificare. Innanzitutto abbiamo perso le favorevoli agevolazioni della SECO, San Vittore ha poi dovuto ristornare al Cantone una somma ingente e non indifferente. Non da ultimo, in mancanza di un allacciamento svincolo A13 - zona industriale, ci sorbiamo in paese il traffico pesante con conseguente inquinamento, rumore che penalizzano la gente del paese e conseguenti danni agli immobili siti lungo la strada cantonale.
Chi transita sulla cantonale, in prossimità della ex Valmoesa, vede un ampio areale semivuoto che dal lato della pianificazione locale è “posteggio” ma tutt’ora sono poste delle modine che fanno presagire l’erezione di un voluminoso capannone, ci si domanda se questo non è in realtà un ampliamento occulto della zona industriale perciò in netto contrasto con il veto di ampliamento.
Non voglio entrare in merito alla sua vita politica e alla sua carriera in Gran Consiglio dapprima tra le fila del PS e successivamente quale granconsigliera mesolcinese indipendente, ruolo che però non permette di far parte delle varie commissioni e penalizza le minoranze. Attualmente in clima di elezioni regionali e cantonali non è chiaro ove è posizionata. Ricordiamo, senza conoscerne in quale veste, un suo tentativo andato a male e un po’ naif perfino di scalata al Consiglio Nazionale per il Canton Ticino, Cantone che di candidati blasonati e molto validi ne aveva e ne ha tutt’oggi a iosa.

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Le radici della violenza: la ricchezza senza lavoro, il piacere senza coscienza, la conoscenza senza carattere, il commercio senza etica, la scienza senza umanità, il culto senza sacrificio, la politica senza principi.

(Mahatma Gandhi)

 
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