Dal versante nord della montagna di 3396 metri al confine con
l’Italia, vicina al più noto Pizzo Badile, si sono staccate rocce
che hanno dato origine ad una colata detritica nella sottostante
Val Bondasca arrivando vicino a Bondo. Otto escursionisti
provenienti da Germania, Austria e Svizzera sono stati investiti e
uccisi e i loro corpi non sono ancora stati trovati.
Dopo la frana, le masse rocciose sono rotolate come una colata
detritica nella valle principale della Bregaglia, distruggendo
baite e sfiorando i margini del villaggio di duecento abitanti, che
è stato evacuato immediatamente.
"Sapevamo che poteva verificarsi una frana", ha dichiarato ai media
l’allora sindaca del comune di Bregaglia Anna Giacometti. Tuttavia,
si è rimasti sorpresi dall’enorme quantità di detriti.
Le colate di detriti e fango staccatesi nei giorni successivi
provocarono ingenti danni e gravi disagi al villaggio e ai vicini
abitati di Promontogno, Spino e Sottoponte. I danni alle
costruzioni sono stati successivamente stimati a oltre 40 milioni
di franchi.
"Se fosse arrivata un’altra colata detritica, avrebbe colpito il
centro del villaggio", ricorda Anna Giacometti cinque anni dopo in
un’intervista rilasciata a Keystone-ATS.
Grande solidarietà da tutto il Paese
Bondo ha ricevuto solidarietà da tutta la Svizzera: sul posto sono
intervenute le squadre di emergenza di tutta la valle e del
cantone, anche l’esercito e la protezione civile hanno dato una
mano. Privati e comunità di altre parti del Paese e di vari cantoni
hanno fatto donazioni ."Non eravamo mai soli", riferisce
Giacometti.
Un mese e mezzo dopo l’ultima colata detritica, la maggior parte
dei 150 sfollati ha potuto fare ritorno nelle proprie case e un
mese più tardi, Bondo era di nuovo completamente abitato, le
infrastrutture e le strutture di protezione erano state
ripristinate e provvisoriamente rinforzate. La sensazione di
sicurezza è tornata solo dopo due estati senza colate detritiche,
ha detto Giacometti. Anche l’installazione di un sistema di
misurazione permanente della roccia sul Pizzo Cengalo ha dato un
senso di sicurezza.
La paura è in gran parte scomparsa
Il comune ha deciso di costruire strutture protettive più grandi e
nuovi ponti per un costo di 42 milioni di franchi. La costruzione è
in corso. Il progetto è stato nominato per il Premio del Paesaggio
del Consiglio d’Europa per "l’attenta integrazione delle strutture
di protezione nel paesaggio culturale storico".
"Gli abitanti di Bondo sono tutti molto contenti che il Comune,
insieme al Cantone, sia riuscito a gestire la situazione e a far
partire il progetto finale", afferma Giacometti. Il rumore e la
polvere dei lavori di costruzione ricordano ancora la frana, ma non
c’è quasi più paura.
"Bondo è tornato alla normalità all’80, 90 per cento". Ma non
bisogna mai dimenticare che persone sono morte e altre hanno perso
tutto ciò che possedevano, sottolinea Giacometti.
La questione se le autorità siano in parte responsabili della morte
degli escursionisti continua a occupare la magistratura. I parenti
delle vittime hanno chiesto al Tribunale federale di riaprire
l’indagine penale che era stata interrotta. Sono dell’opinione che
sia stato un errore tenere aperti i sentieri escursionistici della
Val Bondasca in considerazione del noto pericolo di caduta massi.