giovedì 1 settembre 2022.
UDC Ticino: un NO e 3 SÌ il 25 settembre
Il Comitato cantonale dell’UDC, riunitosi il 31 agosto a Lugano, ha deciso di comunicare le raccomandazioni per la votazione federale del 25 settembre
NO all’iniziativa sull’allevamento intensivo
I presenti hanno deciso all’unanimità di raccomandare il rigetto dell’iniziativa, ritenendola inutile perché la legislazione svizzera in materia di protezione degli animali è già una delle più severe al mondo. Essa sarebbe inoltre controproducente e lesiva degli interessi della nostra economia agricola, comportando rilevanti spese supplementari agli allevatori, che si ribalterebbero poi sui prezzi al consumo.
SÌ al finanziamento dell’AVS mediante l’aumento dell’IVA
La discussione è stata accesa sull’opportunità dell’aumento dell’IVA a carico indiscriminatamente di tutti i cittadini siano essi abbienti o poveri, in particolare quando da Berna ci giungono quasi quotidianamente notizie di importi milionari, e a volte miliardari, di denaro destinato all’estero. La logica vorrebbe infatti che, prima di pensare ad aiutare lo sviluppo di altri paesi, l’attenzione del nostro governo e del nostro parlamento si volgesse all’interesse della nostra popolazione.
Alla fine, ha prevalso l’urgenza e l’assoluta necessità di assicurare, almeno temporaneamente, le rendite dell’AVS e, obtorto collo, il comitato ha optato per il SÌ con 24 voti favorevoli, 4 contrari e 3 astenuti.
SÌ alla modifica della Legge federale sull’AVS (AVS 21)
Anche qui, ha fatto molto discutere l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne ma, alla fine, ha prevalso come per il tema precedente la necessità di assicurare a breve termine il finanziamento dell’AVS. Infatti, e la cosa non ha mancato di sollevare severe critiche, ancora una volta ci si trova di fronte di fatto a un pacchetto unico di proposte, il cui rigetto dell’una comporterebbe automaticamente la caduta anche dell’altra.
Il SÌ è stato approvato con 24 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astenuti.
SÌ alla modifica della Legge federale sull’imposta preventiva
Dopo un convincente approfondimento, i presenti hanno concluso che l’abolizione dell’imposta preventiva sugli interessi di obbligazioni emesse in Svizzera possa portare al rientro in patria di queste operazioni, oggi per la maggior parte effettuate tramite filiali in Stati in cui questo onere fiscale non esiste. Il tutto a giovamento dell’economia, ma anche a vantaggio di Confederazione, Cantoni e Comuni, che non possono ricorrere a questo escamotage.
La decisione è stata presa all’unanimità.
UDC Ticino
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