lunedì 19 settembre 2022.
Presentato a Poschiavo il docufilm "Mi la verità l’i dita"
(ats) Il regista Antonio Platz e il produttore Marco Fighera hanno
presentato ieri sera a Poschiavo il loro docufilm "Mi la verità l’i
dita", opera dedicata al periodo dei processi alle streghe
nell’arco alpino. È stato girato in Valposchiavo con attori
dilettanti.
"Il docufilm, della durata di 32 minuti, è scaturito da una prima
esperienza maturata quasi due anni fa", ha spiegato il regista
debuttante Antonio Platz. Infatti nel 2020 era stato presentato un
primo trailer di 4 minuti, dedicato ai processi per stregoneria in
Valposchiavo e girato con attori amatoriali. Dopo questa prima
esperienza, il debuttante regista Platz e il direttore della
fotografia Fighera, con il supporto specialistico della storica
Cristina Codega, hanno deciso di sviluppare il progetto per
produrre un vero e proprio film documentario.
Ieri sera le palestre di Poschiavo si sono trasformate in una sala
cinema alla presenza di un buon pubblico. "Mi la verità l’i dita" è
una frase originale ricavata da un verbale del duplice processo per
stregoneria alla giovane Caterina Ross, ruolo interpretato da Anna
Zanoli per l’età giovanile e da Elena Vassella per l’età adulta. La
ricercatrice storica Cristina Codega ha precisato al pubblico che,
oltre alla voce narrante di Luigi Spiga, è stato deciso di dare
voce agli attori soltanto attraverso poche frasi originali, tratte
dai verbali degli interrogatori del 1669, al termine dei quali la
giovane donna fu prima decapitata e infine bruciata. Come nel film
di Gabriella Rosaleva del 1982, la scelta è caduta sul caso
Caterina Ross perché processata ben due volte, da ragazzina e da
giovane donna, e di cui vennero processate e quindi giustiziate
anche numerose sue parenti dirette.
Prossimamente gli autori presenteranno e proietteranno il loro film
in diverse regioni limitrofe alla Valposchiavo. Non nascondono
l’ambizione che, in seguito, "Mi la verità l’i dita" possa magari
passare anche in televisione all’interno di un programma di
approfondimento. La realizzazione del docufilm ha coinvolto una
settantina di persone della Valposchiavo, di cui una trentina fra
attori e comparse.
I processi di stregoneria a Poschiavo
Tra il Seicento e il Settecento il tribunale laico locale di
Poschiavo istituì un numero elevato di processi contro "streghe" e
"stregoni", tra cui uomini, donne, ma anche fanciulli, "colpevoli
di essere depositari dell’arte della stregoneria". Secondo quanto
emerge dalla documentazione composta da ben 128 processi custoditi
nell’archivio comunale di Poschiavo, le "streghe" rinnegavano la
Trinità e si ponevano al servizio del Demonio, al quale mostravano
devozione attraverso riti collettivi periodici, "atti" con i quali
si credeva potessero danneggiare persone, animali e l’ambiente. I
processi si sono tenuti per oltre 120 anni, fra il 1631 e il 1753.
Numerosi individui furono sottoposti a lunghi ed insistenti
interrogatori e ad atroci e numerose torture. La confessione
estorta conduceva nella maggior parte dei casi alla morte.
Da sinistra, il produttore Marco Fighera, la giovane attrice Anna Zanoli, il narratore Luigi Spiga, il registra Antonio Platz e la storica Cristina Codega
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