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Regionale
giovedì 9 marzo 2023.
Silva Semadeni sulle tracce delle cinque ave
di Lino Succetti


Silva Semadeni è l’autrice del libro di 336 pagine e 394 illustrazioni d’epoca, prezioso volume frutto di una sua dettagliata ricerca storica, presentato da Semadeni, in dialogo con Aixa Andreetta, mercoledì 8 marzo 2023 davanti ad un folto pubblico nell’Aula Magna dell’edificio scolastico di Grono. L’incontro è stato organizzato in occasione della Giornata internazionale della donna dalla Biblioteca comunale e Soroptimist International Club Moesano. Partendo da una fotografia d’epoca Semadeni narra la vita di cinque donne poschiavine emigranti sulle vie dei pasticcieri e caffettieri in Danimarca e poi in Spagna, tra Ottocento e inizio Novecento. Con “ Le cinque ave, Storie di donne poschiavine dell’Ottocento” Semadeni riesce a salvare e diffondere a chi legge un’importante testimonianza dell’esperienza vissuta dalle cinque donne, storie di vita passate in parte all’estero, ma pure unite da uno stretto rapporto con il luogo d’origine. Si tratta di periodi di successi frammisti ad altri di difficoltà, tutti racconti ben documentati, costruiti senza fronzoli, esclusivamente con le testimonianze di documenti e fotografie rintracciati sia in patria che all’estero.



Il volume, edito dalla Società Storica Val Poschiavo e stampato dalla Tipografia Menghini, offre un excursus storico che mette in luce la Poschiavo del tempo, “terra di migrazione” di pasticcieri e caffettieri, specialmente appartenenti alla minoranza confessionale evangelica poschiavina e uno spaccato della condizione civile delle donne, nel caso specifico delle cinque ave, donne appartenenti al ceto medio e quindi già abbastanza benestanti. Il periodo storico è però ancora fortemente ancorato alla tradizionale dottrina della complementarietà della donna rispetto all’uomo e la definizione del femminile soprattutto in funzione dei ruoli familiari, temi condivisi e ben radicati nella società patriarcale e religiosa del tempo. Per legge le donne sottostavano ai mariti – situazione cambiata in Svizzera solo nel 1988 – e dovevano disporre di notevoli capacità di adattamento a nuove realtà. Drammatica era la mortalità infantile. Una delle cinque ave vide morire da piccoli otto dei suoi undici figli. Madri, figlie, sorelle, spose accompagnavano gli uomini nei lunghi viaggi in Spagna o in Danimarca in ‘varie reti’ di attività quali caffettieri e pasticcieri, realizzate nei vari periodi di migrazione in gran parte su basi di stretta parentela. Lo scenario descritto da Semadeni non vede però protagoniste solo donne che seguono il marito, ma anche alcune vedove portatrici di un progetto migratorio assai autonomo. Orsola e sua madre, per esempio, superano in tal modo lo status di ‘invisibilità migratoria’ connesso a un ruolo che considerava le donne economicamente e culturalmente inesistenti in quanto impegnate per lo più nella vita privata, nei lavori domestici, in lavori insomma non ritenuti attività economiche vere e proprie. Il lavoro svolto da Silva Semadeni con competenza ed entusiasmo e con l’aiuto del marito Ruedi Bruderer nella ricerca della documentazione, durato ben tre anni, intende contribuire specialmente alla riflessione sugli aspetti connessi alla condizione e alla migrazione femminile del tempo.


Plaza del Castillo a Pamplona: a sinistra del teatro si trovava il Caffè Lardelli, al no. 37 il Café Suizo di Matossi & Cia.

Il risultato sono cinque storie, spaccati di realtà migratorie che ci portano da Poschiavo, partendo dalla prima ava Orsola Lardelli-Lardelli (1816-1890) a Angelina Olgiati-Lardelli (1840-1890), Leonita Jochum-Olgiati (1860-1935), Eugenia Semadeni-Olgiati (1863-1929) fino ad Angelina Pozzy-Olgiati (1869-1956), la bisnonna di Silva Semadeni, l’unica delle cinque ad imparare una professione, quella di sarta. Pure lei migrò per un tempo con il marito Rodolfo in Spagna, a Vigo. Rientrata a Poschiavo quando la stagione dei “Cafés Suizos” era ormai giunta al tramonto, la famiglia costruì nel 1909 il Buffet della stazione, uno chalet in legno. La nuova Ferrovia del Bernina prometteva uno sviluppo turistico della Valle, a cui affidare il futuro economico della famiglia.
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“L’uomo si distrugge con la politica senza princìpi, col piacere senza la coscienza, con la ricchezza senza lavoro, con la conoscenza senza carattere, con gli affari senza morale, con la scienza senza umanità, con la fede senza sacrifici.”

Mahatma Gandhi

 
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