lunedì 27 marzo 2023.
Intellettuali e politica, binomio possibile?
Leggo che il quotidiano ’Il Mattino di Napoli’ ha pubblicato un appello di 168 intellettuali che si rivolgono alla sinistra italiana affinché ritrovi piena coesione attorno alla figura della nuova segretaria del Partito Democratico offrendo allo stesso tempo la loro disponibilità a collaborare affinché tutto vada per il meglio.
Per esperienza so che la combinazione tra intellettuali e politica potrebbe funzionare a dipendenza dalle circostanze specifiche e dalle personalità coinvolte.
Da una parte, gli intellettuali possono fornire una prospettiva diversa sui problemi da affrontare e sulla loro possibile soluzione. Possono analizzare più profondamente e offrire una comprensione più completa dei problemi politici e sociali, oltre a suggerire soluzioni innovative che i politici potrebbero non aver considerato.
D’altra parte, la politica richiede spesso decisioni rapide e praticabili, basate su considerazioni di bilancio, di maggioranza e di elettorato, di opportunità. In questo contesto, gli intellettuali potrebbero essere frustrati dalla lentezza del processo decisionale e dalla necessità di compromessi, che possono portare a soluzioni meno ideali ma più realistiche.
Inoltre, gli intellettuali spesso si concentrano su questioni che potrebbero non essere di grande interesse per il pubblico generale e potrebbero avere difficoltà a comunicare le loro idee in modo semplice e persuasivo. Ciò potrebbe impedire loro di essere incisivi nella politica, dove la comunicazione efficace e la capacità di costruire alleanze sono fondamentali per ottenere risultati.
Rifacendomi, come dicevo, ad esperienze precedenti e ricordando come tanti intellettuali si siano allontanati dalla politica dopo aver constatato che spesso la politica è fatta da individui poco scrupolosi, per non dire con pochi scrupoli, personalmente consiglierei a quegli intellettuali di continuare nelle loro meditazioni per non dover ancora una volta scoprire che gli ideali sono una cosa e la politica e i politici, un’altra!
Gli intellettuali, quelli onesti culturalmente, quelli cioè che sognano e lavorano per il bene supremo che è il benessere di tutti i cittadini, non possono non tenere conto della debolezza della natura umana e delle deviazioni che quasi certamente i loro beniamini dovranno prendere perché, spesso, l’interesse privato prevale purtroppo sull’interesse pubblico!
Ofelè fa el to mesté!
L’intellettuale serio e vero non ha partito, è al di sopra dei partiti perché lui sa!
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