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Lettere dei lettori
venerdì 31 marzo 2023.
No alla soglia di sbarramento!

La Gioventù Comunista (GC) prende atto con sdegno e preoccupazione dell’iniziativa parlamentare promossa dal PL(R) che richiede l’istituzione della soglia di sbarramento al 4% per l’elezione del Gran consiglio. Questa proposta, che era nell’aria già da alcune settimane, è profondamente antidemocratica poiché limita la possibilità di rappresentare in parlamento le diverse sensibilità della popolazione a tutto vantaggio dei partiti maggiori, che stanno subendo una fuga di voti. L’origine di questo fenomeno è da ricercarsi nell’incapacità dei principali partiti di presentare soluzioni concrete ai problemi della popolazione, che si è in parte disaffezionata alla politica e in parte ha rediretto la propria fiducia verso altri partiti, che ora rischiano però di essere esclusi dal parlamento a causa di questa iniziativa. Non appena percepiscono un minimo pericolo, i liberali (ma non solo loro) cambiano dunque le regole del gioco a loro piacimento: la democrazia per loro evidentemente è solo una parola vuota da sfruttare per i propri interessi.

Lo sbarramento premia i partiti più grossi polarizzando il voto e spingendoli ad arroccarsi su temi divisivi per consolidare la base elettorale di un’area, invece di creare un parlamento più rappresentativo della società e trovare soluzioni maggiormente condivise dalle forze politiche. In più, favorisce una forte dinamica di voto utile, per cui i partiti minori, anche se coerenti e innovativi, sarebbero meno votati di ora per via della paura della popolazione che il loro voto venga totalmente sprecato. Questa dinamica deleteria esiste già: a sinistra si ha la tendenza a votare i partiti più grossi – come il PS - perché “hanno più chance”, nonostante spesso la base sia delusa da alcune scelte della deputazione e vorrebbe poter guardare altrove.

Dando uno sguardo ai dati delle ultime elezioni cantonali possiamo immaginare cosa sarebbe successo: le liste che non hanno raggiunto il 4% hanno comunque raccolto complessivamente il 9,27% dei voti di lista con 8857 schede; con lo sbarramento così come proposto dal PL(R) un ticinese su dieci non avrebbe avuto la possibilità di essere rappresentato in parlamento.

L’attuale legge elettorale consente una rappresentanza democratica abbastanza larga che permette un dialogo tra le diverse sensibilità che si trovano nella popolazione. L’iniziativa dei liberali tradisce solo preoccupazione e anche una chiara tendenza antidemocratica, che ci preoccupa e ci fa chiedere (per l’ennesima volta) come mai si ostinino a mantenere il riferimento ai radicali nel nome del loro partito.

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È domenica

È domenica
e scendo queste scale,
e come un cane fiuto a queste porte
il solito, indistinto cucinìo condominiale.
Porto con me, ancora non so dove,
un giorno rosso della settimana,
forse un Natale,
con mia madre che gira il suo ragù
e le campane così forti e vive
che ogni casa sembrava un campanile.


Vito Maida (poeta soveratese, 1946/2004) 
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