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Lettere dei lettori
giovedì 4 maggio 2023.
A QUANDO UNA VERA RIVOLUZIONE DELLE MENTI?
Distruggere per ricostruire

Credo l’abbiate capito dai miei precedenti sfoghi che la guerra in corso in Ucraina mi ha gambizzato proprio nel tratto più impegnativo della mia vita; non so darmi pace, è una ferita che non si rimargina e che mi fa urlare: “Ma quando una vera rivoluzione delle menti?”.



La piaga intanto continua a sanguinare e a tormentarla è arrivata anche la notizia di una “Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina” tenutasi a Roma il 26 aprile scorso alla quale hanno partecipato il mondo imprenditoriale, istituzioni finanziarie internazionali, con lo scopo di raccogliere dalle autorità ucraine istanze e fabbisogni per la ricostruzione del paese.
Cerco di approfondire e scopro che il tema, stimato al momento in 750 miliardi di dollari, è da tempo presente sui “Tavoli forti” e già nel luglio 2022 a Lugano sono stati sanciti “I sette principi” della ricostruzione che sono:
1 Partenariato - 2 Riforme - 3 Trasparenza, responsabilità e stato di diritto - 4 Partecipazione democratica - 5 Collaborazione su tutti i livelli - 6 Parità di genere e inclusione sociale - 7 Sostenibilità e, leggendo i dettagli, sembra di essere davanti alle sette virtù cardinali.
Che premurosi verrebbe da dire; ma non è così perché intanto le bombe han continuato e continuano a cadere sulle città colpendo obiettivi civili, uccidendo persone inermi e le due facce della realtà stridono, di più portano a pensare a un disegno perverso che conta sul fatto che più il martoriato paese sarà distrutto e più ci sarà da ricostruire… languano pure i tentativi di pace.
Ecco allora il mio grido, la mia sollecitazione ad una violenta rivoluzione delle menti capaci di capovolgere i paradigmi, diversamente continuerebbe a sembrare giusto e generoso l’impegno, lo sforzo a ricostruire dopo aver malvagiamente procurato distruzione e morte.

Teresio Bianchessi
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È domenica

È domenica
e scendo queste scale,
e come un cane fiuto a queste porte
il solito, indistinto cucinìo condominiale.
Porto con me, ancora non so dove,
un giorno rosso della settimana,
forse un Natale,
con mia madre che gira il suo ragù
e le campane così forti e vive
che ogni casa sembrava un campanile.


Vito Maida (poeta soveratese, 1946/2004) 
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