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Cultura
giovedì 25 maggio 2023.
SENZA TRACCIA
di Teresio Bianchessi

Maggio atipico anche nell’entroterra ligure: freddo, pioggia e il mese delle spose ne bagna una, inopinatamente, sabato e riserva tempo inclemente il giorno successivo, domenica dell’Ascensione, anche per gli otto piccoli che ricevono la prima comunione.

La chiesa di San Lorenzo comunque, almeno per una volta, è stracolma, genitori e parenti sono in ghingheri e anche un po’ emozionati nel vedere i figlioletti in tunica bianca, tesi, un poco intimoriti ma rasserenati dalle catechiste e dalle parole pacate del Parroco che li coccola e dedica loro una cerimonia raccolta e festosa che, magicamente, ricrea il calore di comunità di altri tempi che trovava nel sacro la forza per affrontare le difficoltà della vita.
Coinvolto, mi sono ricordato della mia personale emozione di allora bambino per passare poi ad una memoria più generale ricordando di come, sino a non molto tempo fa, era la Chiesa, la religione cristiana a indicare e tracciare…la via: comandamenti e virtù cardinali erano la segnaletica lungo la strada ad additare con chiarezza i sentieri del bene che portavano alla vita eterna e al Paradiso, restando chiaro a tutti che andando per scorciatoie sinistre ci si infilava lungo i viottoli del male che portavano dritti alla perdizione e alle fiamme dell’inferno, traccia certa e per chi la percorreva con la fede esaustiva delle tormentate domande esistenziali che, ora come allora, l’uomo si pone e si poneva, traccia solida che accoglieva ed esemplificava a tutti, in un cerchio perfetto, senso e mistero della vita.
Ora quella traccia millenaria vacilla, sbiadisce, vien da dire ha perso appeal sbatacchiata di qua e di là da nuove “tracce” in apparenza più potenti ed ora comandamenti e virtù cardinali arrivano da “influencer” che ridicolizzano gli antichi sentieri e viottoli e offrono percorsi a mille corsie, bidirezionali, che trasportano avanti e indietro, virtualmente, tutto quello di cui l’uomo ha bisogno, convincendolo che limiti non ce ne sono più, che può sapere tutto, che può andare da tutte le parti con Wikipedia, Iphone, Skype, Facebook, Youtube, Twitter, Instagram, Uber, Youporn, Tinder, Watsapp, Tripadvisor… etc.
Da tutte le parti? A far cosa? Con quale scopo?
La sensazione è che oggi l’uomo, sotterrato com’è da pacchi in consegna “Instant”, frastornato da gruppi social, da sirene che sgretolano valori morali, domande serie non se ne ponga più, ma è un eludere colpevole perché i temi esistenziali si son fatti un baffo di internet e il rischio serio, dietro l’angolo, è che si ritrovi per la Strada della vita, quella con la S maiuscola … senza traccia.
A chi si rivolgerà allora, a quale rete Wi-Fi ultra veloce cercherà di aggrapparsi?
Da lì non gli arriverà di sicuro nessun aiuto, si ritroverà smarrito, impaurito senza alcun appiglio a meno che il nuovo millennio risulti capace di una nuova, imprevedibile “traccia”, al momento non decifrabile, che sostituisca la precedente.
Avverrà?
Se sì non potrà che essere rivoluzionaria.

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È domenica

È domenica
e scendo queste scale,
e come un cane fiuto a queste porte
il solito, indistinto cucinìo condominiale.
Porto con me, ancora non so dove,
un giorno rosso della settimana,
forse un Natale,
con mia madre che gira il suo ragù
e le campane così forti e vive
che ogni casa sembrava un campanile.


Vito Maida (poeta soveratese, 1946/2004) 
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