sabato 17 giugno 2023.
Polizia cantonale e reclutamento di nuove leve
di Paolo Annoni
Sembra che la polizia cantonale dei grigioni abbia serie e insormontabili difficoltà nel reclutare nuovi agenti e si vuole rivolgere anche a persone prive della cittadinanza Svizzera.
Nel corpo della polizia cantonale sono stato reclutato nel 1973, mi ricordo che al colloquio il comandante dr. +W. Schmid la prima cosa che fece fu scartabellare il mio libretto militare dalla prima all’ultima pagina ed a commentarlo. La commissione d’esame passò poi a domande culturali, non venne tralasciata l’altezza e la prestanza fisica, molto riguardo venne dedicato alla confessione, cattolico o protestante? L’appartenenza a una o l’altra religione avrebbe in seguito condizionato sia il luogo di servizio e in particolare la futura carriera. Tutte cose che al giorno d’oggi sono impensabili.
Venni assunto malgrado fossi schedato e quindi pregiudicato, reo d’aver trasportato alcuni anni prima sul portapacchi della bicicletta un coetaneo e condannato ad una multa di fr. 5.-
Dopo dodici mesi di scuola si veniva promossi allo status di “Landjäger” e assegnati dal cap G. Crameri ad un posto di polizia, io mi beccai la lontana Engadina ove rimasi per ben undici anni e forse questa permanenza fece la mia fortuna. Negli anni ottanta con l’arrivo del nuovo comandante dr +M. Reihnard da ormai superati Landjäger passammo ad agenti di polizia. Questo comandante seppe dare all’intero corpo una svolta moderna a 360 gradi in tutti gli ambiti, sia il corpo di polizia che la cittadinanza ne hanno ampiamente approfittato.
La scelta di reclutare persone con il permesso di domicilio ha diversi aspetti, l’uno è sicuramente se il candidato è nato e cresciuto in Svizzera quindi assimilato, l’altro è se il candidato risiede solo da 5 o 10 anni in Svizzera periodo durante il quale si può ottenere un permesso di domicilio C. Quindi potrebbero nascere dei problemi pratici o meglio delle diversità culturali, di pensiero, d’usi e costumi e religiose. Non va però scordato che negli USA, in passato, i migliori investigatori erano degli immigrati italiani, irlandesi e di altre etnie che avevano vicinanza con il popolo e si sapevano muovere nei bassifondi conoscendo gli usi e costumi della popolazione per cui ottenevano dei successi insperati nella lotta contro il crimine.
Il sottoscritto non è in grado di esprimersi sulla proposta dell’incorporazione dei non CH e sarebbe utile conoscere le esperienze fatte negli altri cantoni o all’estero. Comunque coprire le necessità di personale nei numerosi e periferici posti di polizia dei grigioni per il comando è sempre stata impresa ardua.
A fine anni sessanta inizio settanta, con l’apertura della galleria del San Bernardino e l’avvio della costruzione delle autostrade, allora non esisteva ancora la galleria del San Gottardo, il traffico si riversava tutto lungo l’asse Thusis -S.Bernardino - Bellinzona l’allora Cdo di polizia per poter gestire i punti di appoggio di polizia ha dovuto potenziare e di molto il corpo.
L’attrattività della professione oltre ad avere delle peculiarità di orari, reperibilità continua, lavoro festivo ecc. si scontra spesso con la sensibilità e suscettibilità dell’individuo e con il suo modo di essere.
Oggi l’agente di polizia, non è un aspetto da tralasciare, e non parlo di chi è in ufficio, ma di chi giornalmente è sulla strada confrontato con il pubblico e con ogni tipologia di cittadino, molte volte si trova in difficoltà. Se non agisce viene etichettato come incapace, se agisce in modo energico, viene filmato e definito violento, finisce nelle grinfie di certi giornalisti che ci sguazzano e poi in quelle della giustizia. Sicuramente eccessi di violenza gratuita da qualsiasi parte provenga vanno puniti.
Agenti di polizia con istinti violenti, bellicosi o contrari alla legge sono da sanzionare senza tanti complimenti.
Oggi con i mezzi elettronici o social media (che di sociale non hanno nulla), si filma l’intervento della polizia ma spesso non si riprende il fatto e i motivi che hanno scatenato e infiammato l’azione alla quale segue di regola una reazione.
Se il bersaglio di un oltraggio, vie di fatto o insulti è un agente di polizia raramente si passa a una denuncia e la si classifica quale “rischio del mestiere” (Berufsrisiko) come lo definiva l’allora Procuratore Pubblico dr. +W. Padrutt che cestinava regolarmente casi di scaramucce denunciate da agenti di polizia contro dei cittadini.
Sono però persuaso che se ogni qual volta gli agenti oltraggiati o presi di mira passassero ad una denuncia le autorità giudiziarie sarebbero super intasate.
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