È anche doveroso dire che i membri della chiesa, in gran parte, sono persone oneste che si dedicano al loro servizio spirituale con serietà. Tuttavia, visto che in passato le istituzioni religiose non hanno affrontato questi problemi in modo trasparente e responsabile, garantendo la protezione dei minori e la punizione dei colpevoli, il problema si è aggravato sempre più favorendo nella popolazione l’idea che tutta la chiesa fosse coinvolta a vario titolo nella faccenda!
Fa oltremodo sorprendere, date le premesse, la proposta di incaricare qualche vescovo per indagare sugli abusi dei preti sui minori nella chiesa. In una sua vignetta il grafico gronese Lulo Tognola mette chiaramente in guardia dall’affidare la cura di un pollaio a qualche ladro di galline camuffato da poliziotto!
Le Diocesi ridotte quasi al lastrico per i risarcimenti milionari alle vittime di pedofilia nella chiesa sono ormai così tante che se n’è perso il conto.
Probabilmente se le autorità ecclesiastiche, quando esse stesse non coinvolte, fossero intervenute con tempestività e trasparenza, punendo i colpevoli in modo esemplare e dando il giusto ed immediato risarcimento morale agli abusati, le cose sarebbero andate diversamente per tutti.
La politica dello struzzo, il nascondere, negare l’evidenza dei fatti, coprire il mostro pensando così di proteggere l’istituzione dalla vergogna, ha fatto sì che, non i sacerdoti reponsabili degli abusi, ma la chiesa fosse incolpata di orrendi crimini!
Negli ultimi anni, molte chiese hanno adottato politiche e procedure per prevenire gli abusi sessuali e per affrontare le accuse in modo adeguato. Queste misure includono la formazione del personale, la collaborazione con le autorità civili e l’assistenza alle vittime.
Bene? Molto bene! Ma, il problema non è solo quello di impedire nuovi casi, la maggior parte della gente è già informata ed ha aperto occhi ed orecchie, il problema è quello di fare piena luce sugli avvenimenti passati, dando alle vittime e ai loro carnefici, molti ancora in vita, la giusta paga!
Trent’anni fa un alto membro della chiesa cattolica nostrana, a chi gli chiedeva di intervenire per eliminare una grave ingiustizia, rispose che lui non poteva fare giustizia ma che avrebbe potuto invece offrire una somma di denaro, prelevata dal fondo riservato alle vittime della chiesa, per aiutarlo a superare i momenti critici dovuti alla perdita del lavoro a seguito della sua denuncia!
Molti altri si defilarono, tra loro le massime autorità, adducendo le scuse più disparate e, comunque, anche le autorità pubbliche, forse non ancora coscienti pienamente del problema e delle sue implicazioni, trattarono la faccenda come se fosse una questione tra chi denunciava e chi stava commettendo un sopruso, non si era ancora capito che ogni atto di prepotenza anche al più misero tra i miseri, non è una questione privata ma pubblica e quindi sociale e che il mancato intervento avrebbe consolidato l’idea in coloro che si credevano al di sopra della legge che potevano continuare impunemente nella loro condotta!
La lotta contro la pedofilia e gli abusi sessuali sui minori è un problema complesso che richiede l’impegno di tutta la società e le violenze vanno punite con la legge dello Stato e non con i soldi!
Ai violentatori, se non fosse che il nostro è uno stato di diritto, bisognerebbe togliere la possibilità di potersi difendere perché le loro vittime non hanno avuto nessuna possibilità di difesa!
Plagio e pedofilia sono crimini orribili che non possono essere tollerati in nessuna forma. Ieri è successo ad estranei ma oggi o domani potrebbe succedere a qualcuno di noi quindi è necessario intervenire subito, sempre e senza remore.
Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di creare un ambiente sicuro per noi e per tutti i bambini.