domenica 15 ottobre 2023.
Polizia cantonale, italianità e rappresentanza in seno al Comando
Come un fulmine a ciel sereno nei mesi scorsi ci è giunta la notizia dell’abbandono del corpo di polizia cantonale del ten. col. vice comandante Gianfranco Albertini.
Motivo, secondo il comunicato del Governo, Conflitti col comandante. E quali conflitti esattamente? Se vi è stata una esautorazione o malguardata “purga” non ci è dato sapere e non conosciamo i risvolti in quanto mai dichiarati a nessun livello anche se parliamo di un alto ufficiale molto qualificato della polizia e di riflesso anche dell’amministrazione. E così espressamente riconosciuto dal Governo! Verrebbe da dire che sulla faccenda si è steso un velo pietoso.
Ho conosciuto Gianfranco Albertini proveniente dalla Procura federale quasi una trentina di anni orsono, dapprima quale esperto giudice istruttore delegato anche per la Mesolcina. In suo favore devo spezzare una lancia, era persona carismatica, pragmatica dotato di un carattere aperto, pronto al dialogo e poco incline a facili compromessi. Noi agenti italofoni, ci rallegrammo del fatto che Gianfranco in seguito diventò capo della polizia giudiziaria dei grigioni e con lui intrattenevamo stretti rapporti non solo di lavoro ma anche personali. Finalmente avevamo un interlocutore che conosceva la nostra lingua, la mentalità e le peculiarità sudgrigionesi. Tra l’altro si impegnò anche in prima persona con noi a combattere e debellare la piaga delle piantagioni di canapa che in Mesolcina stavano proliferando a vista d’occhio e gestite da personaggi non del tutto raccomandabili.
Il suo impegno non si fermò solamente al lavoro giudiziario come tale, ma si estese anche nella stesura in italiano di testi di legge, quali ad es. un commento sulla Legge sulla polizia o elaborati testi di spiegazione sulle indagini di polizia in riflesso all’entrata in vigore del nuovo Codice di Procedura Penale Svizzero. Il tutto era una primizia in quanto tutti i testi sono stati, grazie all’interessamento di Gianfranco Albertini per i grigioni, anche tradotti in italiano una “par condicio” e di conseguenza anche comprensibili nella nostra lingua e quindi attuabili sul piano di lavoro di polizia.
Gianfranco Albertini ha saputo instaurare con i vicini cantoni, in particolar modo con il Ticino ma anche con la confinante Italia uno stretto e concreto rapporto di collaborazione e di scambi di vitale importanza sia a livello giudiziario che di polizia di sicurezza non tralasciando i rapporti interpersonali e collegiali.
Del prezioso lavoro svolto dall’allora capo della polizia giudiziaria Albertini ne hanno approfittato tutti gli agenti italofoni dei grigioni avendo finalmente delle basi didattiche chiare in materia di procedure di polizia e giudiziaria, di riflesso ne beneficiano sia il cittadino normale che le istituzioni che a loro volta sono o saranno confrontati con agenti preparati e formati sulla materia.
Nasce a questo punto domanda spontanea, ora che gli agenti grigionesi delle valli vengono formati in Ticino e quindi in italiano ma in futuro dovranno seguire dei corsi di specializzazione in tedesco sia a livello cantonale che nazionale chi fornirà loro in futuro il materiale didattico nella loro lingua?
Chi continuerà l’opera iniziata da Gianfranco Albertini, opera di riferimento a livello nazionale, riconosciuta dall’intero corpo di polizia grigionese e molto apprezzata dagli agenti grigionitaliani?
Chi rappresenterà la parte italofona dei Grigioni in seno al Comando di Polizia?
E non mi si venga a raccontare che in seno allo stato maggiore ci sono ufficiali bi o trilingue. Non è la stessa cosa. Le Valli vanno rappresentate ai vertici della polizia da un ufficiale autoctono e in grado non solo di parlare l’italiano ma che abbia anche avuto o abbia delle solide radici nel contesto delle quattro valli italofone.
Sembrerebbe che a livello politico si approfondirà il tema durante una delle imminenti sessioni del Gran Consiglio. Soprattutto sarebbe compito dei nostri politici – non solamente di quelli italofoni! - ad elucidare il fatto, che non sarà più emessa la versione italiana del commento sulla Legge sulla polizia, opera chiave e persino di portata nazionale. Auguriamoci che non ci pervenga una risposta di facciata o circostanza e quindi che piova sul bagnato.
Paolo Annoni
ex Capo Regione Mesolcina e Val di Reno della Polizia Cantonale
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