I Comuni patriziali di Mesolcina e Calanca si incontrano a Roveredo: si profila un futuro di collaborazione
La Casa patriziale di Roveredo (già Casa di Circolo), edificio del 1915 al posto della ex Zecca Trivulzio, già Residenza del Vicariato di Roveredo
Aurelio Troger può garantire un collegamento proficuo con l’Associazione dei comuni patriziali grigionesi, Coira, di cui è membro di comitato dal 1° gennaio 2023, con le realtà patriziali d’oltre San Bernardino e con le autorità cantonali.
Nel Moesano sono ancora esistenti otto Comuni patriziali (Mesocco, Soazza, Lostallo, Cama, Roveredo e San Vittore per la Mesolcina; Castaneda e Rossa per la Calanca) e due Consorzi patriziali. I Comuni patriziali si occupano ancora dell’importante settore delle naturalizzazioni. I due Consorzi patriziali (Grono e Leggia) sono invece nati dall’ aggregazione dei tre Comuni di Grono, Leggia e Verdabbio (quest’ultimo aveva già soppresso il comune patriziale prima della fusione), e non si occupano delle naturalizzazioni, passate al nuovo Comune politico di Grono. Al contrario, nel resto del Grigioni italiano non esistono più dei comuni patriziali in Val Bregaglia (soppressi con la creazione del nuovo Comune di Bregaglia) e in Val Poschiavo, per i due Comuni di Poschiavo e di Brusio. Attualmente in tutto il Cantone dei Grigioni vi sono otto consorzi patriziali e 63 comuni patriziali, collocati soprattutto nella parte centrale ed est del Cantone.
Nel corso della serata Aurelio Troger ha illustrato ai presenti vari temi istituzionali e di attualità che riguardano i Comuni patriziali grigionesi, e di riflesso di Mesolcina e Calanca.
Troger ha dapprima spiegato i compiti della Associazione dei comuni patriziali grigionesi, ente mantello che riunisce quasi tutte le entità patriziali grigionesi (comprese quelle del Moesano), la quale si occupa principalmente di discutere temi che coinvolgono direttamente i Patriziati, tenendo pure le relazioni con le varie istituzioni cantonali (Ufficio per i comuni, Gran Consiglio e Governo retico). L’Associazione tiene pure i rapporti con la Federazione svizzera dei patriziati a Berna e con le consorelle degli altri Cantoni.
Altri due temi affrontati durante la serata sono stati quelli del controllo del territorio, tramite il congodimento dei beni patriziali e le procedure di naturalizzazione.
Il centro di Roveredo con la Casa patriziale (ex Casa di Circolo), a ovest della Piazza Sott i Nos (piazza dove si svolgevano le assemblee del Vicariato di Roveredo)
L’istituto del congodimento risale al momento della nascita dei Comuni patriziali nella seconda metà dell’Ottocento e riguarda la gestione del territorio di proprietà patriziale situato fuori del nucleo abitato (formato da boschi, alpi, pascoli in comune, lotti comunali, diritti di libero pascolo e di fare legna), beni per il quale il Comune politico ha l’usufrutto, con relativi oneri. Ad esso è associato il conto di congodimento, gestito dal Comune politico, nel quale sono depositati i ricavi delle vendite dei terreni in congodimento. La procedura di vendita di questi terreni deve essere approvata dalle due istituzioni e i ricavi sono utilizzati con loro decisione congiunta per la manutenzione del territorio in congodimento.
La questione dei conti di congodimento è divenuta di recente d’attualità, poiché il Governo cantonale, con un messaggio del 19 settembre 2023 (detto “Secondo rapporto sulla struttura dei comuni”), ha sottoposto al Gran Consiglio una possibile modifica legislativa di carattere strategico che prevede la soppressione graduale dei conti di congodimento. Il Comitato dell’Associazione dei comuni patriziali grigionesi, accortosi di questa proposta di modifica che non è passata da una usuale procedura di consultazione, si è attivato per sensibilizzare i gruppi politici in Gran Consiglio e le singole e i singoli parlamentari sulle conseguenze negative di una tale proposta. In occasione della recente revisione totale della legge sui Comuni del 17 ottobre 2017, il Gran Consiglio aveva chiaramente votato per mantenere i conti di congodimento, per cui da parte patriziale non si vede la necessità di una modifica in tempi così brevi. I Comuni patriziali e la loro Associazione mantello si augurano pertanto che tale proposta sia respinta dal Gran Consiglio.
Per quanto concerne le naturalizzazioni, Aurelio Troger ha spiegato che esse sono evase dal Comune patriziale e, qualora sia avvenuta una fusione tra Comuni politici e siano rimasti i Consorzi patriziali, questa competenza passa al Comune politico fusionato, come è avvenuto per Grono. Le naturalizzazioni si suddividono in tre tipologie: le naturalizzazioni di stranieri, le naturalizzazioni agevolate (per esempio di coniugi stranieri, di competenza cantonale) e la naturalizzazione di cittadini svizzeri (cambio di attinenza). L’esame delle varie candidature avviene tramite l’esecutivo patriziale e si tratta di un compito importante e delicato. Troger ha illustrato quanto si fa a Roveredo in questo campo, per esempio proponendo alle candidate e ai candidati un corso di civica e di conoscenza del territorio locale.
Aurelio Troger ha pure ricordato che il 14 settembre 2024 si svolgerà la Giornata dei Patriziati svizzeri, alla quale sono caldamente invitati ad aderire anche i Comuni patriziali di Mesolcina e Calanca. Roveredo ha già l’intenzione di organizzare un evento per quella data, ma Troger auspica che vi sia una collaborazione anche degli altri Comuni patriziali, con la partecipazione eventuale dei Comuni politici.
Questa potrebbe essere l’occasione per agganciare questa festa nazionale dei patriziati alla ricorrenza del Cinquecentesimo dell’unione delle tre Leghe grigioni, che sarà pure festeggiata in tutto il Cantone nel 2024. Nelle Tre Leghe i comuni patriziali erano infatti i predecessori delle vicinanze, vicinie e degagne, enti comunitari locali che avevano un ruolo fondamentale nella organizzazione politica, sociale ed economica della vita in comune.
In questo contesto storico, Aurelio Troger ha infine sottolineato l’impegno dell’attuale Consiglio patriziale di Roveredo per valorizzare l’ex Casa di Circolo, già Zecca Trivulzio, ora sede del Comune patriziale di Roveredo, con un restauro rispettoso della sostanza storica dell’edificio e in particolare della Sala patriziale, già Stua Granda del Tribunale di Circolo. Per il restauro di questo edificio, bene culturale protetto, è stato coinvolto non solo il Servizio monumenti del Cantone, ma anche il suo Servizio archeologico.
Nella proficua discussione che è seguita alla presentazione di Aurelio Troger, le varie e i vari rappresentati dei Patriziati valligiani hanno ringraziato gli organizzatori per questa importante occasione di scambio e di collaborazione sui temi patriziali (per esempio si è auspicato uno scambio di modelli per la procedura di naturalizzazione). Tutti i presenti hanno caldeggiato che questi incontri possano avere una ricorrenza almeno annuale. Un prossimo incontro è già stato previsto a inizio 2024, anche nella prospettiva di organizzare con un certo anticipo la Giornata dei Patriziati svizzeri a livello locale.
L’Angelo della Giustizia, di Giuseppe Bonalini, 1923, nella Sala patriziale di Roveredo (già Sala di Circolo e in precedenza Stua Granda)
Da parte della sala si è inoltre auspicato un maggiore coinvolgimento dei Comuni patriziali a livello delle autorità regionali. Gianpiero Raveglia, presidente della Regione Moesa, presente in sala, ha promesso che sensibilizzerà gli organi della Regione in questo senso, per esempio permettendo di dare visibilità ai Comuni patriziali sul Portale istituzionale della Regione Moesa (che attualmente riguarda solo la Regione e i Comuni politici).
Alla fine della serata è seguito un aperitivo in Sala patriziale, che è stato anche l’occasione per ulteriori scambi di esperienze e di buoni propositi per una futura collaborazione tra gli enti patriziali della regione.