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Politica
sabato 18 novembre 2023.
INTERROGAZIONE - Qual è l’esito dell’applicazione della direttiva per la raccolta separata delle plastiche PE e PP?

Tramite la modifica del Regolamento di applicazione dell’Ordinanza sulla prevenzione e lo smaltimento dei rifiuti (ROPSR), il Consiglio di Stato (CdS) ha introdotto l’obbligo per i Comuni di raccogliere separatamente per il riciclo le plastiche PE e PP a partire dal mese di giugno del 2023.
La direttiva per la raccolta delle plastiche PE e PP emanata dal DT il 26 maggio scorso specifica i vari criteri e parametri che i Comuni dovrebbero tenere in considerazione per mettere in pratica l’intento governativo. Un esame approfondito della citata direttiva evidenzia varie lacune e lascia molte domande aperte a chi la deve implementare.

Gli amministratori comunali si trovano in pratica a dover decidere se adottare il sistema già ben collaudato e offerto a livello nazionale per la raccolta delle plastiche miste, denominato comunemente Sammelsack, o la soluzione proposta dalla ditta Puricelli SA di Riva San Vitale che propone la raccolta delle sole plastiche PE e PP. La prima soluzione permette di riciclare in pratica tutte le plastiche attualmente riciclabili, mentre la seconda solo le plastiche PE e PP che rappresentano ca. il 15 – 20 % delle plastiche domestiche totali. Ne consegue che la gran parte delle plastiche domestiche verrebbero bruciate nell’inceneritore di Giubiasco invece che riciclate.
Fra i parametri che la direttiva da più importanza vi è quello della distanza percorsa dai centri di raccolta comunali all’impianto di valorizzazione dal materiale raccolto. Si indica che una distanza superiore ai 150 km è da evitare. Si ricorda però che lo studio fatto eseguire durante la fase pilota del Sammelsack per il Comune di Bellinzona e cofinanziato dal Cantone arrivava alla conclusione che “l’impatto del trasporto delle plastiche raccolte con il Sammelsack è trascurabile rispetto ai benefici ambientali ottenuti dal loro riciclaggio”.
Lo studio dice inoltre che: il beneficio ambientale della raccolta delle plastiche miste è “ridotto al massimo del 2,5% dal trasporto del materiale raccolto e dalla sua lavorazione dal Canton Ticino al Canton Turgovia. Il calcolo include anche l’energia grigia dei camion necessari per il trasporto”.
Il DT cita sulla sua direttiva uno studio (vedi “Analisi degli impatti ambientali delle stoviglie riutilizzabili usate negli eventi in Ticino) fatto eseguire alla ditta Quantis nel 2020 il quale dava proprio questa distanza come quella massima tollerabile per avere un beneficio ambientale. Il trasporto delle stoviglie e bicchieri per il lavaggio non ha però niente a che vedere con quello del trasporto delle plastiche da riciclare! Che la percorrenza del trasporto specialmente per il rapporto volume/peso delle plastiche, sia importante é ben chiaro, ma d’altra parte si dovrebbe considerare che le plastiche non sono altro che petrolio che prima di arrivare da noi sotto forma di plastiche ha percorso, non centinaia, ma migliaia di km. Va inoltre considerato che le plastiche raccolte in Ticino con il Sammelsack vengono compattate prima di iniziare il viaggio oltre Gottardo.
Se si vuole rendere maggiormente sostenibili i trasporti delle varie tipologie di rifiuti riciclabili (vedi carta, Vetro, PET, Alu ecc), in particolare per i piccoli Comuni delle valli, sarebbero più efficace introdurre un trasporto congiunto di questi materiali. La direttiva pone inoltre varie questione per quanto riguarda la certificazione, la procedura di tracciamento del trasporto dei materiali e del controllo delle attività di chi offre il servizio. Per i Comuni inoltre, non sono chiare le procedure da seguire per allestire il bando di concorso per la gara di appalto e l’attribuzione del mandato alla ditta che offrirà il servizio.
Da notare infine che l’organizzazione mantello SwissRecycling con l’Associazione dei Riciclatori Svizzeri della Plastica e gli operatori dalla grande distribuzione, vuole introdurre a livello nazionale la raccolta delle plastiche domestiche sul modello del Sammelsack nel contesto dell’economia circolare 2025 (vedi: http://www.swissrecycling.ch/it/fir...)
Nel contesto di quanto esposto rivolgiamo al Consiglio di Stato le seguenti domande:
1. Su quali studi o basi scientifiche viene determinato in 150 km la distanza da evitare per il trasporto delle plastiche dal centro di raccolta comunale all’impianto di valorizzazione?
2. Chi certifica che la filiera della raccolta fino al riciclaggio sia in linea con le leggi e disposizioni ambientali in materia? A questo proposito si ricorda che il Sammelsack è certificato e monitorato dalla VSPR (Associazione dei riciclatori di plastica Svizzeri) secondo criteri dell’UFAM e dell’EMPA (vedi: www.plasticrecycler.ch).
3. Chi controlla la tracciabilità del flusso dei materiali ed interviene e sanziona in caso di mancato rispetto delle regole?
4. E‘ disponibile il “capitolato tipo” per il bando di concorso necessario ai Comuni per allestire la gara di appalto per aggiudicare il mandato del servizio come menzionato della direttiva del DT?
5. Qual è finora il feedback ricevuto dai Comuni confrontati con l’applicazione e la messa in pratica della direttiva in questione?
6. Di fronte ad una soluzione nazionale nel contesto dell’economia circolare 2025 che propone SwissRecycling concertata con le associazioni del settore e operatori dalla grande distribuzione e basata sul Sammelsack; ha senso introdurre una soluzione ’tutta ticinese’ per unicamente le plastiche PE e PP?

Massimiliano Ay Bourgoin - Ermotti Lepori - Ferrari - Forini - Quadranti - Savary - Valsangiacomo

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