L’associazione Zukunft statt Kohle è scioccata della falsa informazione usata dalla Repower riguardo al progetto di Saline Joniche, dove la ditta intende costruire per un prezzo complessivo di oltre un miliardo di euro una nuova centrale a carbone. I metodi di disinformazione e di pagamenti ai sostenitori di Repower, svelati nel servizio televisivo, sono a dir poco sconvolgenti e lasciano pensare che questi fatti siano solo la cima di un iceberg fatto di mal informazione e intrasparenza.
La rabbia fra la popolazione di Saline Joniche per l’impresa energetica elvetica è grande e incontestabile. Dopo che tutti gli enti politici locali si sono espressi per più volte contro questi progetti, Repower prova da mesi a manipolare l’opinione pubblica e a discreditare gli oppositori usando volutamente anche il metodo della disinformazione. Tali metodi riportati dal servizio televisivo, non sono degni di un’impresa elvetica e rovinano anche l’immagine della Svizzera. Il fatto che Repower faccia uso di informazioni dubbie e intrasparenti, la rende inoltre inattendibile anche per i possibili investitori.
Non meno sospetto appare anche il comportamento del Governo dei Grigioni: “Il rifiuto del Governo di rispondere alle domande di Rundschau sul ruolo e sulla posizione del Cantone, è un segnale più che evidente”, spiega Tanja Schmid, presidente dell’associazione “Zukunft statt Kohle”. “Con una partecipazione del 46%, il Canone dei Grigioni, è il maggior azionario dell’impresa energetica. Secondo i suoi obiettivi del periodo legislativo 2009-2012, il Cantone dovrebbe svolgere un ruolo attivo nella politica del clima. “Invece di assumersi questo compito, invece, il Cantone chiude gli occhi e delega la strategia del carbone a Repower. Quando si sveglieranno il Governo e il Gran Consiglio e si assumeranno tale incarico?“
Nuccio Barillà, membro della presidenza di Legambiente in Italia, annunciò durante la manifestazione a Coira del 27 agosto che, se necessario, Legambiente avrebbe combattuto questo progetto con tutti i mezzi legali a disposizione. La Calabria esporta attualmente il 50% della produzione di energia elettrica e conta nel suo programma energetico un divieto per centrali a carbone, prescrivendo al Governo di difendersi contro qualsiasi progetto simile.
Secondo la Costituzione e la legge italiana, inoltre, non è permessa la costruzione di simili centrali elettriche, senza l’approvazione degli enti politici locali. Perciò, Barillà ha annunciato - nel caso di un permesso di costruzione da parte del ministero dell’economia italiano - di portare questa causa anche di fronte al Tribunale Costituzionale.
„Come può fare il Cantone dei Grigioni a tollerare, che le chiare prese di posizione e i rifiuti di enti pubblici, eletti democraticamente, come il Governo e il parlamento di Provincia, vengano calpestati con i piedi da Repower?” continua Tanja Schmid. “Ci chiediamo quale sia il concetto democratico e di responsabilità statale del Cantone, se delega decisioni così importanti a Repower, un’impresa quotata in borsa?”
“Quando finiscono gli argomenti, allora iniziano i pagamenti diretti per influenzare l’opinione pubblica in Calabria.” Questa la sintesi di un membro dell’associazione “Zukunft statt Kohle“ riguardo ai pagamenti di Repower per i pochi simpatizzanti del progetto. “Se di fronte a un progetto dannoso per la salute, per il clima globale, per l’ambiente e il turismo locale, non rimangono che alcuni opportunisti comperati, allora perché Repower non accetta l’invito della Provincia di investire nella produzione di energie rinnovabili al posto della centrale a carbone?”
La popolazione calabrese è già riuscita 30 anni fa a impedire la costruzione di una centrale a carbone a Gioia Tauro. Le cattive esperienze di altre località come Brindisi, Rossano o Civitavecchia si sono sparse anche in Calabria. Repower con i suoi pessimi argomenti non è riuscita a guadagnarsi la fiducia della popolazione, commenta Lamberti Castronuovo, Presidente dell’ente per la cultura di Reggio Calabria, facendo l’esempio di un’espressione leggendaria di un portavoce Repower: „Produrre elettricità con il carbone costa molto poco, per questo, pur tollerando qualche vita umana che sarebbe in pericolo, tutto sommato avremmo un buon rapporto fra costi e ricavo „. Castronuovo commenta: „Non esiste nessun rapporto fra costi e ricavo se è in pericolo la vita delle persone, anche se fosse quella di una sola persona! Finito e basta!”
Un gran consigliere grigionese ha dichiarato ultimamente che si aspettava fino a che le carte sarebbero state messe in tavola. Apparentemente sembra necessario l’intervento investigativo della televisione per mostrare le carte truccate in questo “gioco”. Il Cantone, come maggior azionario di Repower, deve finalmente intervenire, affinché questi inspiegabili progetti di centrali a carbone possano essere fermati il più presto possibile e per sempre.
Tanya Schmid, presidente di Zukunft statt Kohle (tedesco e inglese)
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Markus Keller (italiano, tedesco, inglese)
Zukunft statt Kohle
Responsabile „Italia “
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