giovedì 25 ottobre 2012.
L’analisi del DNA non risolve il mistero intorno a Jörg Jenatsch
L’analisi del DNA sul presunto scheletro di Jörg Jenatsch, l’eroe grigionese che ha combattuto per la libertà, non ha portato una certezza assoluta sull’identità della salma. Sulla base di diversi indizi, il gruppo internazionale di ricercatori del Servizio archeologico dei Grigioni, dell’Università Democritus della Tracia, nonché dell’Università di Zurigo parte tuttavia dal presupposto che Jörg Jenatsch sia davvero sepolto nella Cattedrale di Coira.
Il colonnello Jörg Jenatsch (1596–1639), uno dei condottieri delle truppe grigionesi durante i Torbidi della guerra dei Trent’anni, fu ucciso durante il carnevale e sepolto nella Cattedrale di Coira. Nel 1959, il presunto scheletro di Jörg Jenatsch fu esumato per la prima volta e fu oggetto di studi scientifici. I risultati ottenuti a quell’epoca non furono però mai pubblicati.
Da un anno, il Servizio archeologico dei Grigioni, con l’aiuto di ricercatori delle università di Zurigo, Berlino, Kiel e Tracia, analizza il contenuto di questa tomba. La presunta tomba di Jenatsch è stata aperta nuovamente nel marzo 2012. "Tra le altre cose, vogliamo verificare l’identità dello scheletro grazie a nuovi metodi di analisi genetica", spiega l’archeologo cantonale dei Grigioni Thomas Reitmaier. Tre discendenti ancora in vita della linea di parentela maschile diretta di Jörg Jenatsch hanno consegnato degli strisci della mucosa orale per far confrontare il loro DNA con quello dello scheletro. Dato che il DNA del cromosoma Y viene trasmesso invariato di padre in figlio, i discendenti di Jenatsch dovrebbero presentare lo stesso schema di cromosoma Y dello scheletro.
DNA antico conservato
Nell’analisi di campioni archeologici deve essere garantito che il DNA estratto, spesso fortemente frammentato, provenga effettivamente dal materiale analizzato e che non si tratti di una contaminazione con DNA moderno. Il DNA di parti del femore e di un molare è stato analizzato presso il centro di medicina evoluzionistica dell’Istituto di anatomia dell’Università di Zurigo. "Il DNA estratto era molto degradato. Ciononostante abbiamo potuto effettuare analisi genetiche", afferma la biologa molecolare Cordula Haas dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Zurigo, presso il quale sono stati in parte analizzati i campioni.
Per verificare la parentela tra Jörg Jenatsch e i discendenti maschi del suo bisnonno sono state analizzate delle caratteristiche del cromosoma Y, i cosiddetti Y-STRs (short tandem repeats) e Y-SNPs (single nucleotide polymorphisms). I 22 Y-SNPs analizzati dei tre discendenti e dello scheletro erano identici. Tuttavia, questo schema di Y-SNPs è relativamente frequente nell’Europa centrale e perciò il risultato è poco significativo. Gli Y-STRs hanno mostrato risultati identici nei tre discendenti, ma 3 dei 23 Y-STRs analizzati presentano delle divergenze rispetto allo scheletro. La valutazione biostatistica della probabilità di parentela non ha dato alcun esito conclusivo. "Con accertamenti genetici non siamo quindi riusciti ad acquisire certezza assoluta sull’identità dello scheletro", dichiara Cordula Haas.
Buoni indizi
Rimangono gli indizi a cui si è fatto ricorso già prima dell’analisi genetica per l’identificazione della salma. Stando alle informazioni di Christina Papageorgopoulou, antropologa responsabile nel progetto, si tratta di uno scheletro maschile appartenente a un individuo adulto di età matura, quindi di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Jenatsch fu ucciso a 43 anni e rientra dunque in questa fascia d’età. È inoltre molto probabile che le fratture constatate al cranio dello scheletro ne abbiano provocato la morte. Anche questo indizio corrisponde ai racconti sulla morte di Jenatsch, a quanto pare ucciso a colpi d’ascia alla testa. Inoltre, l’abbigliamento del deceduto lascia presagire che il deceduto era una persona ricca, ma non ecclesiastica, che visse nel XVII secolo. E infine, il luogo in cui fu sepolta la salma corrisponde a una fonte contemporanea secondo la quale Jenatsch sarebbe stato sepolto sotto l’organo della Cattedrale di Coira. "Tutto sommato si tratta di buoni indizi", conclude il capoprogetto Manuel Janosa. "Con ogni probabilità possiamo partire dal presupposto che si tratti della tomba di Jörg Jenatsch".

Esumazione dello scheletro nella primavera 2012. Christina Papageorgopoulou, antropologa responsabile dell’esumazione, spiega al capoprogetto Manuel Janosa le sue prime impressioni del cranio appena portato alla luce

Natalia Shved del centro di medicina evoluzionistica presso l’Università di Zurigo (a sinistra) e Christina Papageorgopoulou durante il prelievo dei campioni dalla tomba aperta
|