Caso Media Markt: l’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana sottolinea che i prezzi shock riducono la razionalità d’acquisto dei consumatori, a solo vantaggio del commerciante.

Sollecitata da più parti sul caso dei disordini avvenuti presso il negozio Media Markt di Grancia, l’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI) tiene a precisare la sua lettura dei fatti. La libertà di ogni commerciante di promuovere i propri prodotti secondo i propri principi e nei limiti imposti dalla legge è data per scontata. Tuttavia l’ACSI desidera evidenziare come questo tipo di azioni non mirino a offrire al consumatore prodotti a prezzi interessanti ma a garantire pubblicità all’azienda, a prescindere dai costi sostenuti dalla stessa e dalla collettività. Con offerte così aggressive, infatti, va completamente perduta la corrispondenza tra valore della merce e prezzo cosicché al consumatore, emotivamente sollecitato, sono sottratti gli strumenti di una corretta valutazione dell’opportunità e quindi la capacità critica. Di fatto queste strategie, di cui beneficiano solo pochissimi fortunati, contravvengono al principio della trasparenza che dovrebbe essere alla base di un sano rapporto commerciale tra rivenditori e consumatori.
Infine, si ritiene di dovere sgomberare il campo da già avvenuti tentativi di fare passare questo evento come la dimostrazione della necessità di introdurre più flessibilità negli orari dei negozi. In questa offerta promozionale e nella relativa reazione d’acquisto non vi è nulla di razionale, né tantomeno sono in questione beni di consumo necessari. La corsa all’acquisto è dovuta unicamente all’eccezionalità dei prezzi. Con questi presupposti nessuna conclusione può dunque essere tratta sul reale bisogno di allargare le fasce orarie di vendita. Per tutto quanto detto sopra, l’ACSI auspica che iniziative di questo tipo non vengano riproposte.