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Storia di luoghi - Luoghi della storia
lunedì 11 novembre 2013.
La Rotonda di S. Lucio: un monumento carolingio in Mesolcina
di Marco Marcacci

Tra gli edifici storici più significativi, preziosi e curiosi del Moesano dobbiamo senz’altro annoverare la Cappella di S. Lucio a San Vittore, e specialmente la sua parte più antica, la Rotonda eretta sopra un macigno, alla quale è stato aggiunto successivamente un oratorio quadrangolare. La Rotonda si trova ai bordi dell’odierna strada cantonale proprio sotto la Torre di Pala che domina il quartiere omonimo e il villaggio di San Vittore.

La Rotonda di S. Lucio vista da sud, con sullo sfondo la torre di Pala.

La Rotonda è un monumento inconfondibile, unico nel suo genere nelle nostre valli ed è anche il più antico edificio tuttora esistente in Mesolcina. Il corpo cilindrico costruito sopra il masso roccioso è sormontato da un tetto cilindrico in piode e da un piccolo campanile a vela, la cui campana risale agli inizi del XIII secolo.
La stradina e l’entrata della cappella sul lato nord.

La rotonda stessa viene però fatta risalire con certezza ai tempi di Carlo Magno, tra la fine dell’ottavo e l’inizio del IX secolo. Non esiste documentazione scritta sull’origine dell’edificio e la datazione è stata fatta in base agli elementi stilistici: l’intonacatura esterna, ancora ben conservata è di epoca carolingia. Nei Grigioni esistono due altre costruzioni analoghe coeve: una cappella del convento di S. Giovanni a Müstair e la chiesa di S. Pietro a Mistail, nel comune di Alvaschein. Il diametro interno della Rotonda è di appena 3,10 metri, il che esclude che abbia potuto servire per la celebrazione del culto con presenza dei fedeli. Non vi sono nemmeno tracce o indicazioni relative alla presenza di un altare o di un fonte battesimale. All’interno si trovano quattro nicchie ricavate nel muro perimetrale dello spessore di circa un metro. Le pareti interne erano certamente decorate con pitture di cui non restano che labili tracce. L’importanza di questo monumento viene sottolineato anche in una recente sontuosa e documentata pubblicazione legata alla mostra intitolata «Carlo Magno e la Svizzera», allestita presso il Museo nazionale svizzero a Zurigo e aperta fino al 2 febbraio 2014. Nel volume in tedesco uscito per l’occasione, si trova anche un contributo relativo alla Rotonda di San Lucio. L’autore fa notare come la cappella stessa sia una sorta di pietra miliare che segna da circa 1200 anni il limite sudoccidentale della diocesi di Coira. L’edificio doveva trovarsi in origine ai margini del piano alluvionale della Moesa, in una posizione che la rendeva visibile da lontano.
Disegno di F. Guex (dal libro «Die Zeit Karls des Grossen in der Schweiz», p. 90).

Poco si sa sulle funzioni dell’edificio: come detto, è escluso che vi si potessero riunire gruppi di fedeli e sembra poco probabile che servisse da battistero. Anche il patrocinio di S. Lucio è riscontrabile soltanto nel XV secolo. Non si esclude invece che l’edificio costruito ai piedi del masso, e dal quale la rotonda si eleva di circa 3,40 metri, sia stata la primitiva chiesa parrocchiale di S. Vittore. È anche possibile che verso nord, dove è posta la scala e l’ingresso della rotonda, si trovasse sin dall’inizio un avancorpo. L’edificio attuale risale probabilmente al XIV secolo. L’autore del contributo nel volume citato, François Guex, rileva la forte somiglianza tra la Rotonda di San Lucio e le raffigurazioni paleocristiane del sepolcro di Cristo, simbolo e monito di vita, morte e resurrezione.
Raffigurazione del S. Sepolcro: dittico Trivulzio, in avorio, V sec.d.c., Castello Sforzesco, Milano. Foto: Giovanni Lattanzi (http://www.archart.it).

Vale la pena, per terminare, di citare un passo curioso relativo alla Rotonda, tratto dagli Itinerari artistici del Moesano di Rinaldo Boldini: «Se avete il coraggio di salire la scala che porta all’interno della rotonda vedrete, una volta giunti lassù, che il piccolo spazio è suddiviso in nicchie elevate una cinquantina di centimetri sopra il suolo. Costaterete pure che le finestre semicircolari hanno l’aspetto di feritoie e che una, quella di nord-est, è stata rimpicciolita, forse per fare che nel giorno del solstizio d’estate (21-22 giugno) il raggio di sole cadesse su un punto particolare del pavimento».

La rotonda in un disegno dello storico dell’arte Johann Rudolf Rahn, 1870 (F.Giudicetti, «Disegni e acquerelli della Mesolcina 1794-1903, Poschiavo, Menghini, 1983).



Bibliografia sommaria

Rinaldo Boldini, Itinerari artistici del Moesano. I. Il Moesano, in «Quaderni grigionitaliani», 1990/2.

Edoardo Agustoni, Guida d’arte della Mesolcina, Locarno, Armando Dadò, 1996.

François Guex, Die Rundbau von San Lucio in San Vittore GR, in Die Zeit Karls des Grossen in der Schweiz, hg. Von Markus Riek, Jürg Goll, Georges Descoeudres, Sulgen, Benteli Verlag, 2013, p. 88-91.


Marco Marcacci
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Le radici della violenza: la ricchezza senza lavoro, il piacere senza coscienza, la conoscenza senza carattere, il commercio senza etica, la scienza senza umanità, il culto senza sacrificio, la politica senza principi.

(Mahatma Gandhi)

 
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