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giovedì 2 aprile 2015.
Pep a Belfast
di Giorgio Tognola
Pep a Belfast
Nella pagina intitolata “Sospirando i patri focolari” della rubrica “Storie e leggende”, l’anno scorso avevamo incontrato Giuseppe (Pep) Tognola, giovane apprendista in Moravia. Nel mese di dicembre del 1881 egli scriveva una lettera ai genitori Antonio e Marietta a San Vittore, tra le righe traspariva malinconia e tanta voglia di poter trascorrere il Natale con genitori, fratelli e sorelle. Giuseppe dovrà pazientare un intero anno, nel mese di dicembre del 1882 potrà passare alcuni giorni “ai patri focolari”. A gennaio già lo troviamo in Irlanda del nord, a Belfast, impiegato presso la Brookfield Linen Co, una fabbrica di tessuti che contava più di tremila tra operai e impiegati. Il giovane Tognola rimarrà a Belfast fino al 1888, a dicembre di quell’anno ritornerà in patria per conoscere finalmente in carne e ossa Linda Scazziga, la ragazza locarnese che gli è stata “imposta” come moglie dai genitori e dai parenti e che, fino ad allora, conosceva unicamente da una fotografia e dalle lettere che dal 1886 riceveva anche dalla promessa sposa.
Ma non è delle sue vicende personali che vi voglio parlare. Da subito, a Belfast il giovane si dimostra attento e curioso nei confronti dell’Irlanda, della sua gente.
L’Irlanda di quel tempo, come si sa, era parte integrante del Regno Unito. Riassumere in poche righe la storia di questo Paese è un’operazione impossibile, prima di ritornare agli anni 1883-1888, periodo in cui Giuseppe Tognola dimorò e lavorò a Belfast, ricordiamo solo due momenti dell’Ottocento della travagliata storia irlandese.
- 1800 L’Act of Union sancisce l’unione dell’Irlanda all’Inghilterra.
- 1845 Inizio della Grande Carestia, il 1848-49 sono gli anni peggiori della carestia. Gli Irlandesi, che prima del disastro erano circa otto milioni, si dimezzarono. Moltissimi altri emigrarono soprattutto negli Stati Uniti e nel Canadà.
Nel 1875 compare sulla scena Charles Stewart Parnell, un ricco proprietario terriero protestante che viene eletto al Parlamento inglese quale rappresentante di una Contea irlandese, due anni dopo diventa il leader del Home Rule Party, il partito indipendentista irlandese. In quegli anni operavano a favore dell’indipendenza anche altri movimenti: i Fenians e la Fratellanza patriottica irlandese.
Giuseppe Tognola, da buon impiegato di un’industria in mano a capitale inglese, alieno ad ogni forma di violenza, informa i suoi di San Vittore, riferendo di quanto i giornali e le famiglie di fede anglicana con cui vive raccontano.
Il 28 marzo 1883 scrive: “I Fenians continuano le loro distruzioni. Non passa giorno, che, sia a Dublino oppure a Belfast non vengano arrestati o sentenziati diversi membri di questa terribile società segreta chiamata The Patriotic Brotherhood (Fratellanza patriottica). Lo scopo di questa Società è d’uccidere tutti gli impiegati governativi, tutti i possidenti ed infine tutti quelli che si mostrano contrari a questa società. E non dovete credere che questa Lega si componga di pochi, al contrario. I Fenians sono sparsi in tutta l’Irlanda, eccettuato nel Nord; essi si trovano principalmente nella parte occidentale e meridionale, vale a dire nelle contrade più povere. Il Nord dell’Irlanda si compone nella maggior parte d’una popolazione addetta al commercio ed all’industria e quindi la miseria non è tanto grande mentre che nel Sud vi sono solamente due classi tutt’affatto opposte, vale a dire la vera aristocrazia e la plebe meglio detto la miseria.”
Poi, sempre nella stessa lettera aggiunge: “Quest’ultima deriva anche dalla circostanza che la popolazione del Sud è in generale pigra e corrotta e quindi ciò che essa percepisce, cioè guadagna non basta nemmeno per soddisfare a suoi vizi. Ciò non riguarda solamente gli uomini ma anche le donne e visitando ad ora tarda le così dette “bettole” si può formarsi una giusta idea della vita veramente corrotta della plebe. Alle 11 di sera è quasi impossibile di trattenersi sulla strada ben inteso nelle parti inferiori delle città, da tutte le bettole si vedono uscire processioni di uomini e donne ubriachi di whiskey (liquore fortissimo e bevanda principale degli Irlandesi) litigando con i poliziotti che invano si danno pena di quietare queste canaglie.
La domenica (giorno sacro) presso gli Inglesi ed Irlandesi, vedete tutta questa plebe nei vicoli e negli angoli delle strade deridendo ed insultando le persone che passano, non potendo recarsi all’osteria (perché qui alla domenica e nei giorni festivi tutto è chiuso) e guai a chi osa fare osservazioni.
Oggi furono sentenziati qui a Belfast 12 caporioni della terribile Fratellanza Patriotica. Essendo oggi un giorno festivo approfittai dell’occasione onde vedere coi miei propri occhi quei malfattori che colle loro azioni abominabili fanno tremare tutto il mondo. Mi recai stamane alle 10 alle assisi Crown Court, ma dovetti aspettare pazientemente sino alle 2 pomeridiane alla porta d’entrata prima di poter entrare nella Sala, tale era la folla. Finalmente potei penetrarvi e vi rimasi sino alle 6 di sera. I 12 malfattori si compongono di 2 giovani di circa 20-25 anni, 8 dai 35-50 anni e 2 di circa 60 anni (Questi 12 erano accusati d’aver ucciso diversi membri governativi). Tutti però conservarono durante il processo una cera brusca e non sembravano tanto mossi. La maggior parte dei testimoni rispondevano ordinariamente solamente alle domande che non potevano recar danno ai prigionieri, mentre che alle domande serie rifiutavano di dar evasione, questo è un segno che detta società segreta è protetta dal popolo.”
Il 6 maggio 1882 Lord Frederick Cavendish, politico liberale appena nominato segretario capo per l’Irlanda, e Thomas Henry Burke, cattolico irlandese, sottosegretario, vengono circondati da un gruppo di uomini armati di bisturi e uccisi sul selciato di un parco di Dublino.
Un anno dopo, il 23 aprile 1883 Giuseppe Tognola ricorda il fatto in una lettera:
“Come avrete letto nei giornali si sta sentenziando a Dublino gli assassini di Burke e Lord Cavendish: due furono digià condannati a morte, l’uno de’ quali sarà appeso il giorno 14 e l’altro il 18 p.v. mese, mentre che gli altri saranno sentenziati in questi giorni; si suppone che la sentenza del terzo sarà pronunciata stasera; per questo corriere vi mando un Giornale illustrato, rappresentante fra altro la Corte di Dublino; in questo quadro trovasi pure il ritratto di Joe Brady nel momento che riceve la sentenza di morte. Per vostra norma Joe Brady è il caporione degli assassini che si sta sentenziando e come detto più sopra verrà impiccato il 14 p.v. mese.”
Trascorre più di un anno e il sanvittorese di nuovo invia notizie, cercando di anticipare quanto i genitori potrebbero trovare sui giornali. Ecco quanto riferisce nella lettera del 21 ottobre 1883:
“Non dovete avere nessuna paura se, leggendo i Giornali, vedete che in Irlanda insorgono tumulti politici. Sono i Fenians (Parnellisti), che dopo essersi appropriata tutta l’Irlanda meridionale ed occidentale – contrade abitate quasi esclusivamente da persone liberali o meglio detto da seguaci di Parnel – cercano d’invadere l’Ulster, ossia la parte settentrionale dell’Isola, dove trovasi la popolazione protestante e la più industriosa di tutta l’Irlanda.
Giorni orsono Belfast fu visitata da Sir Stafford Northcote, membro conservativo del parlamento a Londra e i Fenians onde fare opposizione tennero diverse assemblee nelle vicinanze della città, e non riuscirono nel loro intento. Il loro scopo è di separare l’Irlanda dalla Scozia e dall’Inghilterra e di costituire in Irlanda un Parlamento indipendente sotto la direzione di Parnel. Ma non riusciranno “mai e poi mai” come dicono gli abitanti dell’Ulster.”
In seguito nelle lettere di Giuseppe Tognola la rabbia nei confronti degli indipendentisti si attenua, anzi in quella del 22 ottobre 1884 sembra quasi di leggere un proclama rivoluzionario nei confronti dell’aristocrazia conservatrice:
“Vedete dunque, che anche qui come in qualsiasi parte del mondo tutto dipende dal denaro. La gente ordinaria non beve i vini di buon mercato perché sono troppo buoni (!!) e s’inumidisce la lingua di vini genuini solamente in occasioni speciali, perché troppo cari, tutte quelle botti di vini superiori che vengono importati dalla Francia e dalla Spagna sono destinati ad inondare le putride bocche dei grandi, dei Peers, dei Lords!! Tutti canaglie di prima classe, tutti lupi affamati sempre pronti a divorare persino le ossa della povera gente, se lo potessero. Ma il cataletto è già preparato e ben presto si canteranno le esequie. Si sta ora lavorando onde abolire quella misteriosa reliquia che nessun altro stato possiede eccettuata la Gran Bretagna, cioè la Casa dei Lords (The House of Lords). Come sapete, il governo attuale è liberale, e sotto la direzione di Gladstone, il primo ministro, intende estendere il diritto di votare ad altri 2’000’000 d’abitanti. I Lords naturalmente, sempre disposti a limitare i diritti del popolo invece di aggrandirli, s’oppongono a questa proposta del governo. La loro situazione è molto critica; se si ostinano a rifiutare la proposizione del primo ministro è probabilissimo che la Casa dei Lords verrà interamente abolita, la maggior parte degli Inglesi essendo liberali e quindi opposta ai Lords, i quali necessariamente sono conservativi, mentre che se l’accettano, i loro diritti verranno limitati moltissimo. Stiamo a vedere che succederà.”
Pure nei confronti di Parnell, il leader degli indipendentisti, cambia parere.
Nella lettera del 16 settembre 1885 scrive: “Qui tutto è quieto attualmente; si sta preparando per le elezioni generali che avranno luogo nel p.v. novembre. Parnell lavora indefessamente. Non ha più che un gradino a scendere poi si troverà al colmo della gloria. Vuole l’Indipendenza dell’Irlanda, ma sarà difficile ottenerla. Parnell è adorato come una deità nella parte meridionale e occidentale dell’Irlanda.”
Addirittura nella lettera del 14 aprile 1886 è dalla parte di Parnell: “Gli affari politici dell’Irlanda sono il discorso della giornata. Come saprete, si sta ora discutendo la questione dell’indipendenza dell’Irlanda nel parlamento imperiale a Londra, due o tre giorni fa ho mandato al Geremia il discorso fatto la scorsa settimana da Gladstone. Quantunque io lo desideri, pure io non credo che Parnell riuscirà ad ottenere l’indipendenza dell’Irlanda. L’opposizione è troppo forte e gli ostacoli sono troppo grandi. Qui la gente è molto eccitata e ieri sera una gran parte della popolazione di Belfast si riunì nel principale locale onde protestare contro l’indipendenza dell’Irlanda, poiché dovete sapere che la maggior parte della contea d’Ulster, la cui capitale è Belfast, è contro Parnell ed il suo partito.”
Poi, nelle ultime lettere da Belfast di Giuseppe Tognola di notizie riguardanti le lotte per l’indipendenza non ne troviamo più. Le sue preoccupazioni sono rivolte alla fidanzata che conosce da una fotografia e dalle lettere che ella gli invia e alle attività che affronterà una volta rientrato in patria. Al suo ritorno in patria si sposerà con Linda Scazziga, la coppia non sarà allietata dalla nascita di figli.
In Irlanda Parnell, coinvolto in uno scandalo sentimentale, da “re dell’Irlanda senza corona”, così come lo ricorderà James Joyce in Gente di Dublino, sarà sconfitto nelle elezioni e morirà nel 1891. Altri personaggi prenderanno il suo posto, primo fra tutti Eamon de Valera.
E verrà il 1921 con la guerra civile nell’Irlanda del sud, la nascita dello Stato Libero d’Irlanda nel 1922, la fine della guerra civile nel 1923, il 1937 che sancisce la totale indipendenza dall’Inghilterra e la nazione che assume il nome di Eire.
Ma voi tutti sapete quante lotte ci furono, quanto sangue dovette ancora scorrere prima di vedere l’Isola verde in pace!

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“L’uomo si distrugge con la politica senza princìpi, col piacere senza la coscienza, con la ricchezza senza lavoro, con la conoscenza senza carattere, con gli affari senza morale, con la scienza senza umanità, con la fede senza sacrifici.”
Mahatma Gandhi
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