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100 Anni fa
lunedì 1 settembre 2008.
Settembre 1908

Sul settimanale Il San Bernardino di sabato 5 settembre 1908 la cronaca regionale della trascorsa settimana la compendio nel modo seguente.
Si comincia su un’intera pagina con la descrizione del grande nubifragio che si è scatenato alla fine di agosto, causando grandissimi danni. Il titolo dell’articolo è Lo spavento e i danni del maltempo. Ecco un sintetico estratto da detto articolo.
Il ciclone ha corso dal lago Maggiore alle basi del Rheinwaldhorn: è stato furioso e spaventevole; ha gettato la desolazione, lo sterminio e anche la morte nelle pacifiche popolazioni delle valli alpine comprese in questa zona. Sulla Calanca e sulla Mesolcina le acque torrenziali incominciarono a rovesciarsi venerdì notte [29 agosto 1908]. Da un secolo circa [ma è errato se solo si pon mente alla grande alluvione del 27 agosto 1834] non è più corso sui nostri paeselli tanto spavento e tanto pericolo. Piovve ininterrottamente anche tutto il sabato, poi tutta la notte su domenica ancora. Grandi cateratte d’acqua rovesciatesi dal cielo biancheggiavano sui dirupi della montagna, da ogni valloncello, da ogni anfratto torrenti improvvisati sbucavano sonando furiosamente sulla valle; terriccio, ciottoli, ceppi, tronchi d’albero ingombravano le vie e lo stradale e ingrossarono la possa della Calancasca. Seguono poi le situazioni nelle diverse località.
A Rossa l’acqua circondò il villaggio e il fiume circondò il bel ponte e parve averlo distrutto.
Cauco, come altri villaggi, ebbe strade invase e distrutte, ponti divorati.
In Arvigo parecchie pile di legname d’opera furono rapinate dalle acque. L’enorme massa d’acqua della Calancasca fece le sue maggiori rovine dove, sbucando a valle entra nella Moesa: il fiume è serrato in basso da forre granitiche che lo incatenano; la parete destra della montagna scende a picco; il versante sinistro è fatalmente celebre; le rocce vestite di terreno argilloso cretaceo friabile. E Pisella è la montagna delle frane.
A Roveredo già fin dalle nove di domenica la ferrovia sospese le sue corse, furono allarmati i pompieri, si suonarono le campane a stormo. Le campagne di Vera e Sant’Antonio si videro superare e rompere gli argini. Il ponte della ferrovia fu quasi sepolto e parve far da diga; i ripari di Vera furono sventrati.
Grono fu la più minacciata: le acque tentarono di continuare la loro corsa sulla conceria Tognola e su parte del villaggio, ma il vecchio riparo fece ancora ottima prova. Verso sera metà del villaggio venne fatto sgomberare e la gente si rifugiò verso Leggia.
E la giornata del 30 agosto resterà memoranda anche per Soazza. A Verbi il riale uscì dal letto e attraversò la strada cantonale impedendo per due giorni qualsiasi passaggio. A Drés un altro riale asportò il terrapieno della ferrovia. Le acque portarono via un pilone del ponte di ferro, lasciandolo sospeso; altri pilastri furono rovinati al ponte dal Sasso; in località Vigna levò le fondamenta a 50 metri della linea ferroviaria, asportando un muro in calce. Ci vorrà più di un mese prima che tutto sia riparato.
A Mesocco fu asportato il ponte di Cebbia, mentre resistette quello di San Rocco.
Lunedì mattina tornò a risplendere il sole e si cominciò a valutare i danni, con l’intervento degli ingegneri cantonali e federali. Il preventivo sommario delle spese per riparare i grandi danni fu stimato ad almeno 400’000 franchi. Ovviamente nella pagina intera la descrizione della catastrofe è molto più dettagliata.
C’è poi anche la solita Cronaca locale ma con parte della corrispondenza rimandata al prossimo numero per mancanza di spazio.
Roveredo - È morta Domenica Stoffner dell’Albergo Croce Bianca, all’età di 64 anni, mentre al Ricovero Guanella è morta Maria Domenica Tamò di 80 anni.
Lostallo - Giovedì 10 settembre vi si terrà la Congregazione vallerana alla quale è obbligato di intervenire tutto il clero mesolcinese.
Mesocco - È morto Giacomo Derungs, di 50 anni. Il 2 settembre si fece lo scarco degli alpi, malgrado il bel tempo seguito alla burrasca.
Cauco - L’argomento delle conversazioni è naturalmente il maltempo degli scorsi giorni: i disastri, le rovine, le piante atterrate, i ponti asportati, i campi invasi di sabbia, le lavine devastatrici, le strade rovinate, sono cose che ognuno può vedere a ogni piè sospinto. La Sagra della Cintura andò a finire in un cucchiaio d’acqua, proprio a causa del diluvio. A sera tardi poi il paese di Cauco passò un brutto quarto d’ora, poiché dalla parte di Lasciallo uno scroscio terribile e un fracasso indiavolato faceva credere allo sfacimento del monte. A quanto pare una tromba d’acqua creò una lavina larga e lunga 300 metri che precipitando al fondo atterrava e copriva la stalla di Giovanni Millimatti. Il povero ponte di Gamba fu travolto come un fuscello.
Segue poi un comunicato dell Ferrovia B-M con modifica degli orari in seguito ai danni del maltempo con due trasbordi previsti: uno tra Vera e Grono e l’altro alla Buffalora di Soazza.
Tra gli annunci e inserti pubblicitari quello del veterinario moesano Dott. Engi che sarà assente per servizio militare dal 10 al 28 settembre e quello della Sovrastanza comunale di Cama che affitterà a mezzo di pubblico incanto i suoi alpi di Besarden, Lomegno, Gallina, Vazzola e Agnome. Nonostante l’avvento dell’energia elettrica il petrolio era ancora grandemente usato e Giovanni Sonanini, negoziante in Roveredo, comunicava "Alle Famiglie" che teneva disponibile "un vagone petrolio Americano, di primissima qualità a fr. 4.20 e 4.80 per latta". La ditta Ferdinando Messa - Pittore e Decoratore, residente a Mesocco, comunicava "che da oggi in avanti è traslocata a Soazza".
Nelle cronache dal Ticino vengono pure riassunti i disastri capitati a causa del maltempo in Val Verzasca, Riviera e Val di Blenio.
Sabato 12 settembre 1908 i lettori de Il San Bernardino venivano così edotti delle ultime novità vallerane.
Roveredo - Dopo alcuni giorni di tempo splendido, giorni propizi alle campagne, e specialmente alla maturanza delle nostre uve, ieri sera, giovedì, il cielo si rannuvolò e stanotte cadde abbondante la pioggia, che continua ancora oggi. In questo momento romba il tuono e picchiano sui vetri dei chicchi di tempesta mista ad acqua. La Moesa s’è fatta grossa; ma ormai i nostri occhi si rivolgono al torrente che ci ha messi in apprensione due settimane or sono: anch’esso è ingrossato e corre rumoroso nel suo letto; s’incomincia già a temere: la Calancasca è così capricciosa ...
Intanto abbiamo avuto un po’ di disordine sulla nostra linea ferroviaria: trasbordi, corse diminuite, cambiamenti d’orari, ecc., ma intanto il danno è grave.
Il mercato ha visto la presenza di tre o quattro persone, due venditori ambulanti, nessun capo di bestiame. Acqua, acqua, acqua: veniva giù a catinelle, a ciel rotto.
A Bellinzona è morto giovedì sera il concittadino Carlo Bonalini, nella bella età di 83 anni. Egli fu cittadino laborioso ed onesto e da tempo godeva del ben meritato frutto di lunghi anni di servizio scrupoloso e attivo prestato come conduttore nelle Poste Federali. [Dei suoi figli, uno, Giuseppe fu un bravissimo pittore artista, mentre il secondo Carlo, seguendo le orme del padre fu amministratore postale a Bellinzona e andò in pensione all’età di 54 anni, "per motivi di salute"; campò però fino a quasi 104 anni e fu l’ultimo maschio del casato roveredano dei Bonalini, già presente nel Quattrocento, a portare il cognome]. Lunedì mattina si sono uniti in matrimonio i giovani Giovan Giacomo Kubli e maestra Orsola Bellatti di Roveredo. Si formulano poi le condoglianze a Don Leonardo Schnüriger, già parroco di Roveredo, per la morte di sua madre.
San Vittore - Il concittadino Paolo Tamò fu ordinato sacerdote da S.E. Mons. Peri Morosini, Amministratore apostolico del Ticino, nel Santuario della Madonna del Sasso in Locarno.[Egli fu poi nominato parroco a Brione sopra Minusio].
Grono - Sabato scorso nel pomeriggio, circa mezz’ora dopo il passaggio per trasbordo, su barella, dell’infelice Rossi di Arvigo, che veniva trasportato all’Ospedale di Bellinzona, un altro sinistro si produceva ai lavori di riparazione della linea ferroviaria sotto il nostro paese: un operaio del deposito di Mesocco, certo Federspiel, mentre era intento a svitare per raddrizzarla una traversina arcuata dalla violenta pressione del materiale e delle acque della buzza del 30 agosto, ricevette dalla medesima una tremenda botta che gli staccò completamente il polpaccio di una gamba. Fu trasportato al suo domicilio a Mesocco. Si lavorò attivamente a porre qualche rimedio ai danni cagionati dalle furie della Calancasca. Sul nuovo letto apertosi sopra il Ponte del Ram fu gettato un nuovo ponte in legno, per transito dei pedoni e dei ruotanti. Pure in Vera si costruì una passerella in legno sul letto del fiume.
Soazza - Il trasbordo di Vigna è terminato e speriamo per sempre. Provvisoriamente i binari vennero posti su parte della strada cantonale. Si sta ora preparando il materiale per ricostruire il tratto di linea asportato dall’acqua. I lavori verranno eseguiti dalla ditta Giudicetti di Lostallo.
Mesocco- Il giovane Rossi residente in Calanca, lavorando insieme al padre nel bosco di Gomegna sopra Mesocco, alla rimozione del legname che si sta abbattendo, rimase preso nel capo in sì malo modo da un tronco da rimanere orribilmente malconcio. Vista la gravità dell’incidente fu trasportato all’ospedale di Bellinzona, ove morì in conseguenza della disgrazia toccatagli.
Santa Maria - Martedì 15 settembre vi si terrà la Conferenza di Valle a cui sono obbligati di intervenire tutti i sacerdoti della Calanca.
Tra gli annunci quello del solito Roberto Martignoni di Roveredo che compera a buon prezzo Noci e altra frutta e quello del Collegio-Convitto Sant’Anna di Roveredo che nel suo programma tiene "Corsi Elementare - Ginnasiale - Tecnico - Commerciale - Apertura 2° Lunedì d’ottobre. I.a Pensione franchi 380; II.a pensione: Classi superiori fr. 300, Elementari fr. 280. - Commissione scolastica formata a Don Filippo Nigris, Professor Giuseppe Aurelio Tini, farmacista Enrico Nicola, Prof. Carlo Berneri". Mentre una ditta vallesana offre l’uva vallesana di I. qualità in cassette da 5 kg per fr. 3.50 franco di porto e i pomodori in cassette da 10 kg per fr. 3.
Tutte le settimane vengono poi pubblicate anche notizie interessanti di cronaca europea, che ovviamente non cito mai, essendo questi miei articoli dedicati in particolare al Moesano. In questo numero però ce n’è una che riporto. "La gente che aveva assistito al funerale di un ricco signore, nel piccolo comune di Haidenburg (Baviera), si riuniva la sera a un pasto cosiddetto mortuario che, secondo un vecchio uso bavarese, i figli del defunto sogliono offrire. A un certo punto del troppo inaffiato pasto, s’incominciò a litigare; in breve tutti furono in piedi e dalle parole si passò ai fatti. Uno dei convitati fu ucciso; quasi tutti i membri della famiglia del defunto rimasero gravemente feriti; e ferite più o meno gravi s’ebbero anche i quindici convitati". [Questa usanza esisteva anche da noi ed era detta "nòza da mòrt", ma già da molto tempo è stata abolita - a Soazza alla fine del Settecento - mentre esiste ancora in certo zone teutoniche (anche della Svizzera tedesca) e specialmente nell’Italia meridionale].
Quanto capitato nel Moesano nell’ultima settimana veniva così descritto ne Il San Bernardino di sabato 19 settembre 1908.
Roveredo - È arrivato il nuovo ponte in legno, costruito da una ditta di Burgdorf e che sarà gettato sul nuovo letto apertosi della Calancasca, presso il ponte della ferrovia già esistente. In questi giorni si è preparato il terrapieno, sicché si spera che in pochi giorni potrà essere riattivato su tutta la linea il percorso ininterrotto della ferrovia. Poi si comincerà a costruire un nuovo colossale ponte comune allo stradale cantonale e alla ferrovia.
È pubblicato all’albo il matrimonio di Tobia Bianchi, muratore in Roveredo, e Maddalena Ghidossi di Lumino.
San Vittore - In questi giorni nel villaggio c’è stato uno straordinario movimento di soldati. Giovedì migliaia di colpi tirati dai nostri fanti ci rintronarono le orecchie per tutto il giorno. Tra noi ci sono anche le truppe del genio occupate, nelle vicinanze di Monticello, alla costruzione di forti e d’una linea provvisoria.
Grono - Segue poi il programma dettagliato dell’ Antico Tiro Annuale della polenta, che si svolgerà il 27 settembre. Sono previste due categorie: Fucile - Carabina e Revolver - Pistola. Sui due bersagli per fucile/carabina sono previsti premi corrispondenti al 60% degli introiti, assegnati al 60% dei tiratori; idem per il bersagli Revolver, mentre per la maggioranza delle bandiere sono previsti 8 premi di cui il primo di 20 franchi. La carta d’ingresso costa 50 centesimi. Ai bersagli per fucile sono permesse le tre posizioni militari, mentre per la carabina solo in piedi o in ginocchio. Gli involucri della munizione restano a favore della Società. Si firmano per il Comitato il Presidente Gaspare Tognola e il segretario Silvio Tognola. Il banchetto, come d’uso, era a base di polenta e camoscio.
Mesocco - Nell’eventualità che il lago artificiale ai Piani di San Giacomo non sia effettuabile, ovvero riesca di soverchio costo, si faranno altri studi e saggi del terreno ai Monzotenti nella località di Isola [Il toponimo significa ’Monti di sotto’, in dialetto ’Mónt d’sotént’]. V’è quindi da sperare che, o nell’uno o nell’altro luogo, le acque della Moesa debbano utilizzarsi pella produzione di energia elettrica. Per ora siamo solo ai progetti; fra un paio d’anni, forse, qualcosa si tradurrà in opera.
Sabato si è data sepoltura a Enrichetta Toscano-Ciocco, decessa dopo breve malattia all’età di 42 anni. Da pochi anni era andata sposa a Francesco Toscano fu Gaspare. A Parigi è morto il bravo giovanotto Gaspare Brocco fu Lazzaro, d’anni 34.
Piani San Giacomo - Sabato 26 si terrà l’annuale festa dei monteggianti della contrada. Un’interessante conferenza sull’agricoltura sarà tenuta da un esperto nostro allievo del Plantahof. Alla sera il signor Filipelli darà nel suo nuovo ristorante una succosa cena per tutti i partecipanti, vaccari o no, che vorranno onorarlo della loro presenza. Squisito il menu, scelta la musica.
San Bernardino - I due alberghi Victoria e Brocco-Poste sono ormai decisi d’installare per proprio conto la luce elettrica e quanto prima metteranno mano ai lavori. Si muovano gli altri albergatori ed esercenti, se non vogliono rimanere al buio.
È iniziata la stagione dei cacciatori i quali fanno stragi di lepri, fagiani, ecc.
Su Il San Bernardino di sabato 26 settembre 1908 si presentarono ai lettori le seguenti novità vallerane.
Dapprima i risultati d’esercizio della ferrovia Bellinzona-Mesocco durante il mese d’agosto 1908. Viaggiatori 18’485, bagagli 29 tonnellate, 65 capi di bestiame e 58 tonnellate di merci. Introito totale fr. 18349, totale spese 13’130, con un’eccedenza netta di fr. 5’218. Come si è potuto vedere fin dall’inizio nel 1907, tutti i mesi la ferrovia registrava degli utili non indifferenti.
Roveredo - Si è data sepoltura a Caterina Morandi, di circa 70 anni.
Mercoledì prossimo si terranno gli esami di ammissione alla Scuola Reale e giovedì si darà principio al nuovo anno scolastico. In settimana è terminato l’assetto provvisorio della linea ferroviaria sicché ora il treno corre su tutta la linea senza interruzioni. La ditta assuntrice ha posato sul letto della Calancasca un colossale ponte in legno. Prossimamente si procederà anche alla ricostruzione dei ripari guastati.
Da parecchi anni non si aveva più alcuna notizia di Michele Giboni, emigrato in America, ancor giovane e lo si riteneva deceduto. Ma giorni fa un grigionese, reduce dall’America, venne a darci notizie di lui, che vivrebbe ancora in buone condizioni.
Da lunedì i nostri viticultori sono tutti in moto per la vendemmia.
San Vittore - È capitata una gravissima disgrazia. Mercoledì il giovane Massimino Tamò figlio di Giovanni, di 23 anni, impiegato alla Gottardbahn, dopo essere ritronato da Bellinzona, prese il fucile e si recò in Bassa per la caccia. Ma verso le 5 pomeridiane fu udito partire un colpo, seguito dalla voce di un uomo che invocava aiuto. A notte inoltrata gli uomini accorsi lo ritrovarono ancora in vita: scivolando gli era partito un colpo dal fucile che lo aveva ferito mortalmente: soccombeva poco dopo il ritrovamento nelle braccia del fratello. Gli si rinvenne indosso una lettera scritta da lui dopo il colpo fatale e prima che gli arrivasse il soccorso, nella quale, fra altro, dà un commovente addio ai suoi amati genitori, fratelli e sorelle. I suoi funerali si svolsero venerdì.
Martedì si è dato inizio alla vendemmia che quest’anno si presenta buona sia per quantità, sia per qualità.
Grono - La fiera di settembre è riuscita abbastanza animata e vennero conchiuse diverse transazioni tutte a prezzi relativamente alti.
Verdabbio - La settimana scorsa si sono scaricati gli alpi. Durante l’ultimo furioso temporale scatenatosi nella prima quindicina del mese. accompagnato sugli alpi dalla grandine, periva una manzetta al Lago in Val Cama. Nell’ultimo anno l’assicurazione ha dovuto indennizzare tre capi bovini periti sugli alpi.
Mesocco - La fiera di settembre ebbe luogo il 18. Considerevole il numero dei bovini esposti "ormai l’unico prodotto che si vede alle nostre fiere", ma le transazioni furono poche e non troppo soddisfacenti, causa l’assenza dei mercanti d’oltre San Bernardino.
Braggio - Lunedì si è data sepoltura a Ida Muzzini, giovane madre, spentasi all’età di 33 anni. Lascia il marito e cinque orfanelli.
Landarenca - Sui monti è successa una disgrazia. Un ragazzo di 11 anni, figlio di Giuseppe Negretti, veniva investito da una bovina riportando una doppia frattura ad un braccio. Il Dottor Galli prestò le prime cure al ferito, che fu poi trasferito a Grono per l’operazione chirurgica e ora è in via di guarigione.
Castaneda - Anche questo comune ha fatto la colletta a favore dei danneggiati dall’incendio di Bonaduz. Sono pubblicati i nominativi dei donatori con l’importo dato; in totale franchi 50, dei quali 15 messi a disposizione dal comune e franchi 1 dati dal Padre cappuccino Maurizio Rigassi.
Di tanto in tanto si pubblicava anche qualche notizia storica. In questo numero si parla delle Forche di Roveredo e la segnalazione è tratta dal Bollettino Storico della Svizzera Italiana redatto da Emilio Motta. Questo quanto riportato in riassunto. Il prof. E.A. Stückelberg è ritornato, negli Archives suisses des traditions populaires, sul tema dei vecchi patiboli. Innumerevoli leggende e superstiziosi usi si riannodano ai siti ove sorgevano i patiboli dei tempi antichi; gli scarsi ruderi che ancora ne avanzano vanno ormai incontro a una continua ruina e ad una completa scomparsa. Le forche nel Medioevo si componevano di 2, 3, 4 e più pilastri di sasso, superiormente congiunti con travi di legno orizzontali; a questi ultimi si appiccavano i condannati. I cosiddetti tre pilastri di Roveredo, dopo l’illustrazione datane da Stückelberg, meritano una maggiore tutela, come monumento che testimonia della vecchia e barbara giustizia e noi non possiamo che vivamente raccomandarne la conservazione all’autorità comunale che pur conserva nella sua casa di Circolo gli avanzi dell’edificio della Zecca del Trivulzio. I pilastri di Roveredo servirono, per l’ultima volta forse, a giustiziare nel 1842 [Mi risulta però che l’ultima condanna a morte in Mesolcina fu quella dell’uxoricida Carlo Stevenini di San Vittore, avvenuta nel 1831].
A Mesocco la forca è scomparsa; ma un praticello vicino alla chiesa di S. Pietro, donde l’occhio abbraccia lo splendido panorama del castello e della valle, porta ancora quale reminiscenza il nome, come a Roveredo, di tre pilastri. [Dalle mie ricerche risulta che la forca a Mesocco era situata nella zona Técc néf, dirimpetto al castello]. Un documento sconosciuto ma interessante per le forche di Mesocco e di Roveredo nel secolo XVI è conservato in un memoriale dell’anno 1542 circa, indirizzato dal conte Gian Francesco Trivulzio, Signore allora della Mesolcina, al suo commissario in Valle. Vi è ordinato di "far piantare una forcha a Rovareto et un’altra a Musoco, fatte di prede et calcina cum 4 pilastri" [Il documento mi è noto ed è conservato nell’archivio trivulziano a Milano - la data esatta è 1541].
Si parla poi di un altro altare di Ivo Strigel di Memmingen, autore del grandioso altare in legno già nella chiesa di Santa Maria di Calanca , del 1512, e oggi a Basilea. Quello di Grono è menzionato in un documento del 1510 dell’Archivio comunale. Si tratta di una ricevuta con la quale i procuratori di "mastro Ivone de Memgha" confessano di aver ricevuto 22 fiorini a completa soluzione del credito verso la chiesa di San Clemente, "Causa anchone facte per ipsum magistrum Ivonem eidem ecclesie". Nel 1908 nella chiesa parrocchiale di Grono non c’era traccia di detta ancona. Probabilmente l’ ancona venne trasferita nella chiesetta di San Nicolao, di proprietà del ramo gronese dei de Sacco, chiesetta demolita nel 1880 e che in quell’anno l’ancona passò nel Museo Retico.

Cesare Santi

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